23.01.2024 – MARTEDI’ 3′ SETTIMANA P.A. B – MARCO 3,31-35 “Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 3,31-35
+ In quel tempo, giunsero la madre di Gesù e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre». Parola del Signore
Mediti…AMO
I parenti, probabilmente provenienti da Nàzareth, giungono alla casa dove si trovava Gesù, a Cafarnao, dopo aver percorso circa 40 chilometri.
Anche sua madre viene insieme a loro.
Ed essi, ci dice il Vangelo, non entrano, ma lo mandano a chiamare, dicendo “…tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle sono là fuori e ti cercano”.
In questa breve pericope del Vangelo di oggi, Marco, mette Gesù al centro di una rete di relazioni che si dispongono attorno a Lui con due atteggiamenti di fondo assai diversi:
- la folla, cioè la nuova famiglia dell’ascolto
- e i parenti, cioè quella del sangue.
Facciamo bene attenzione: la folla è disposta in cerchio attorno al Maestro, seduta nell’atteggiamento caratteristico di chi sta in ascolto.
Vengono poi i fratelli del Signore, che invece sono fuori, in piedi.
E questo star “fuori“, è una pennellata molto chiara: dice che non basta appartenere alla famiglia di Gesù per ritenersi di fatto inclusi nella cerchia di coloro che ascoltano il Signore.
Essere seduti attorno a Gesù nell’atteggiamento dell’ascolto – e non “fuori”, in piedi – non è ovvio per nessuno, neppure per la madre e per i fratelli.
La condizione fondamentale per tutti è solo quella di “…fare la volontà di Dio“.
Inoltre, coloro che pensano di essergli vicini, in realtà sono lontani, e soprattutto hanno dimenticato che è Gesù CHE CHIAMA TUTTI A DIVENTARE SUOI DISCEPOLI (Mc 3,13 ss), PERCHÉ STIANO CON LUI E PER INVIARLI.
Qui, invece, sono i familiari che lo chiamano, o meglio, lo richiamano verso quella che, per loro, deve essere la sua vita.
E Gesù risponde, girando lo sguardo verso la moltitudine che sta attorno “…ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre”.
Questo cerchio di persone, CHE LO AMA E ASCOLTA LA SUA PAROLA, sono i suoi.
Gesù ha suscitato certamente apprensione tra i suoi parenti, che in effetti vengono per portarlo via.
È la prima annotazione significativa rispetto al mistero della persona di Gesù: NON SONO I RAPPORTI PARENTALI CHE HANNO VALORE NEI SUOI CONFRONTI.
Ma i suoi non lo capiscono. Come non comprendono che non è la carne e il sangue che introduce nell’intimità con Dio.
Di conseguenza pensano che sia fuori di testa!
Il Vangelo ci dice che coloro che ascoltano il Signore, stanno dentro, mentre gli altri -i suoi parenti. stanno “fuori”.
Ma, per capire bene il significato della risposta del Signore Gesù, occorre conoscere la situazione della famiglia al tempo di Gesù.
Nell’antico Israele, il clan, cioè, la famiglia, era alla base della convivenza sociale.
Era la protezione delle famiglie e delle persone, la garanzia del possesso della terra, era quindi la difesa dell’identità.
Era il modo concreto da parte della gente di quella epoca di incarnare l’amore di Dio e l’amore verso il prossimo.
Di conseguenza, difendere il clan era la stessa cosa che difendere l’Alleanza.
E, i problemi della propria famiglia, impedivano alle persone di riunirsi in comunità.
Ora, affinché potesse manifestarsi il Regno di Dio nella convivenza comunitaria della gente, le persone dovevano superare i limiti stretti della piccola famiglia ed aprirsi di nuovo alla grande famiglia, alla Comunità.
E IL SIGNORE DETTE L’ESEMPIO.
Quando la sua famiglia cercò di impossessarsi di lui, Egli reagì ed allargò la famiglia, dicendo chiaramente “…chi è mia madre, chi sono i miei fratelli? E lui stesso dette la risposta girando lo sguardo verso la moltitudine: Ecco mia madre e i miei fratelli! Chi compie la volontà di Dio, costui è mio fratello, sorella e madre!”
E COSÌ FACENDO CREÒ COMUNITÀ.
Il Signore ama tutti quelli che credono in Lui e lo accettano personalmente come Figlio di Dio.
Questi, per Lui, sono veri figli di Dio, che formano la nuova famiglia spirituale di Gesù.
La comunità dei credenti è più importante per Gesù della sua famiglia naturale.
Di conseguenza, il Signore chiedeva di fare la stessa cosa a tutti coloro che volevano seguirlo.
Fratelli e Sorelle, se Gesù prende le distanze dalla sua famiglia carnale, non è certo per disprezzo di essa, né perché i suoi familiari non comprendono la sua missione.
Ma lo fa perché è giunto il Regno, che richiede una nuova appartenenza.
Con le sue parole Gesù non soltanto afferma il distacco, ma anche l’universalità e la libertà della sua appartenenza.
Ma lo fa anche per far capire che le famiglie non potevano rinchiudersi in se stesse.
Gli esclusi e gli emarginati dovevano essere accolti nella convivenza e così sentirsi accolti da Dio (Lc 14,12-14).
Questo era il cammino per raggiungere l’obiettivo della Legge che diceva “…non vi sarà alcun bisognoso tra di voi” (Dt 15,4).
C’è un aspetto che mi piace moltissimo, da meditare.
Chi compie la volontà di Dio, DIVENTA LA MADRE DI GESÙ, PERCHÈ GENERA LO STESSO DIO.
A prima vista questa sembra essere certamente un’affermazione sconvolgente, tanto che molti parenti di Gesù lo ritengono “fuori di sé”, cioè un pazzo.
In effetti le parole proclamate dal Signore risuonano quasi blasfeme, ma sicuramente inaccettabili, per i suoi contemporanei.
Ma non per chi crede.
Perchè, per chi crede, si compiono i giorni della pienezza, si perpetua il dolce mistero di Nàzareth, dove l’ombra dell’Altissimo si è posata su Maria, la madre di Gesù e la madre di tutti i credenti.
Ma allora ci chiediamo, generare Dio, diventare come Maria: è mai possibile?
Fratelli e Sorelle, certo che si!!!!
Il Vangelo non lascia dubbi: CHI ASCOLTA LA PAROLA DI DIO DIVENTA LA MADRE DI GESÙ, e GENERA, SEPPUR IN MODO DIVERSO, IL MISTERO DIVINO.
Ogni uomo È MADRE, se pronuncia il suo Sì, quello della sua immortalità, di quella deificazione che il Signore ha pensato per ognuno di noi.
E quel “Si” diventa un appuntamento d’amore, all’interno del quale, LA VOLONTÀ DI DIO GENERA IN CHI LO PRONUNZIA, NELLA CERTEZZA GRANITICA DELLA FEDE, LA SUA IMMAGINE, L’UOMO CELESTE.
Gesù ha scelto il Regno e, perciò, non si lascia rinchiudere da nessun altro legame, neppure da quello della famiglia carnale.
Questo vale per ogni discepolo: non è la parentela che conta, MA IL CORAGGIO DELLA FEDE.
Bene ha scritto il Santo Vescovo di Ippona, Agostino, nel suo Sermo 25,7:
- “Ha fatto, sì certamente ha fatto la volontà del Padre Maria Santissima, e perciò conta di più per Maria essere stata discepola di Cristo, che essere stata madre di Cristo […]. Anche Maria proprio per questo è beata, perché ha ascoltato la parola di Dio e l’ha osservata. Ha custodito infatti più la verità nella sua mente, che la carne nel suo grembo””.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!