23.01.2023 LUNEDI’ 3 SETTIMANA P.A. A. – MARCO 3,22-30 “Satana è finito”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…

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Dal Vangelo secondo MARCO 3,22-30

In quel tempo, gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni». Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in sé stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in sé stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro sé stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa. In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il Vangelo odierno ci parla di Satana, il “Divisore” (diàbolos), della sua “casa divisa in sé stessa”.

Parlare correttamente del diavolo porta a parlare dell’assoluta centralità di Cristo per vincere la divisione. Satana è più forte dell’uomo, ma Cristo è certamente “il più forte” di qualsiasi realtà creata e non.

La vita e l’azione di Gesù si collocano nella prospettiva di questo duello tra due mondi opposti, la cui posta è, in definitiva, la salvezza integrale dell’uomo.

È il Cristo “Vittorioso”. Se Gesù scaccia i demoni, è in virtù dello Spirito di Dio che li scaccia, e ciò è prova che il Regno di Dio è venuto.

Gesù parla della casa di Satana e formula questo principio «Se una casa è divisa in sé stessa, quella casa non potrà restare in piedi».

Così è anche per la nostra Chiesa di oggi. Dobbiamo tutti impegnarci seriamente per l’Unità della Chiesa e pregare perché essa si realizzi sempre di più anche nel nostro tempo.

Ma torniamo al testo. Il conflitto cresce. C’è una sequenza progressiva nel vangelo di Marco.

Nella misura in cui la Buona Novella si afferma e la gente l’accetta, nella stessa misura cresce anche la resistenza da parte delle autorità religiose. Il conflitto comincia a crescere e a segnare tutte le comunità.

Per esempio, i parenti di Gesù affermavano che fosse diventato pazzo (Mc 3,20-21), mentre gli scribi che erano venuti da Gerusalemme dichiaravano che fosse indemoniato (Mc 3,22).

Tanto che, nel contesto del brano odierno, possiamo facilmente constatare, che sono arrivati appositamente da Gerusalemme, perché la notizia di un profeta sorto in Galilea li aveva certamente messi in subbuglio e dovevano verificare il comportamento di quell’inquietante Gesù di Nàzareth.

Sono gli scribi, gli interpreti autentici della Legge. In origine erano coloro che sapevano leggere e scrivere ma, col passare dei secoli, avevano acquisito anche un’autorità interpretativa della Parola di Dio che nessuno OSAVA METTERE IN DISCUSSIONE.

Dovevano vigilare, quali, per l’epoca, indiscussi censori e arrivarono, a tal fine, con una sentenza già emessa. A DIR POCO FARNETICANTE, a ben pensarci:

  • GESÙ È UN INDEMONIATO, OPERA MIRACOLI ECLATANTI E SCACCIA I DEMONI PERCHÉ EGLI STESSO È UN DEMONE.

Dire che Gesù scaccia i demoni con l’aiuto del principe dei demoni è come negare l’evidenza, come a dire CHE L’ACQUA È SECCA O CHE IL SOLE POSSIEDE IN SÉ L’OSCURITÀ.

Permettetemi una piccola digressione. Se vogliamo denigrare qualcuno, una delle maniere più efficaci è quella di mettergli addosso un’etichetta di male, dicendo di lui “…è’ un demonio”.

Da quel momento in poi, tutto quello che quella persona dirà e farà sarà visto e interpretato con pregiudizio.

È il medesimo tentativo che tentano di fare gli scribi, nel vangelo di oggi, nei confronti di Gesù: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del principe dei demòni».

Ma Gesù, con una logica stringente, smonta pezzo per pezzo il pregiudizio degli scribi che invece di accettare l’evidenza dei fatti, ne danno una rilettura malevola:

  • “…Come può satana scacciare satana? Se un regno è diviso in sé stesso, quel regno non può reggersi; se una casa è divisa in sé stessa, quella casa non può reggersi. Alla stessa maniera, se satana si ribella contro sé stesso ed è diviso, non può resistere, ma sta per finire”.

IN QUESTO MODO GESÙ NON CI DICE SOLO IN CHE MODO SI REGGE IL MALE, MA ANCHE IN CHE MODO SI REGGE ANCHE IL BENE.

“I dottori di Gerusalemme” quindi calunniavano, perché non sapevano spiegare i benefici compiuti da Gesù a favore della gente. E lo facevano perché avevano paura di perdere il loro potere e i loro indiscussi benefici

E, per ribattere, Gesù paragona, ovviamente a proprio vantaggio, il demonio AD UN UOMO FORTE.

E argomenta che nessuno, a meno che non sia una persona ANCOR PIU’ FORTE, potrà togliere la casa ad un uomo forte.

E Gesù, che è il più forte di tutti, riesce perciò ad entrare in casa e a dominare l’uomo forte, scacciando il demonio, che se ne era impossessato, liberando cioè, le persone che erano nel potere del male.

Il profeta Isaia aveva già usato lo stesso paragone per descrivere la venuta del Messia (Is 49,24-25).

E LUCA AGGIUNGE CHE LA CACCIATA DEL DEMONIO È UN SEGNO EVIDENTE DELL’ARRIVO DEL REGNO DI DIO (Lc 11,20).

Fratelli e Sorelle, se da una parte il male è una sorta “di criminalità organizzata”, e la sua forza è proprio nella sua “organizzazione dedita al male”, allo stesso tempo possiamo dire che il bene per reggersi ha bisogno di una medesima organizzazione e unità.

Una sorta di “SANTITÀ ORGANIZZATA”. Perché il segreto di una “casa in piedi” STA NELL’UNITÀ DELLE DIVERSE STRUTTURE.

Se il male per essere male deve agire unito, allo stesso modo possiamo dire che il bene per essere bene ha bisogno di unità.

Il peggio che possa capitarci è infatti LA DIVISIONE, e una delle maniere che il male ha di rovinare il bene è proprio quello di far entrare la divisione (“divide et vince” insegnavano gli Imperatori romani, che di male se ne intendevano nei loro domini “dividi et impera”).

Così si distruggono famiglie, amicizie, comunità, ambienti, associazioni, situazioni.

Se persino il male deve avere l’accortezza di difendere l’unità, dovremmo tener presente che la cosa da cui bisogna difenderci È LA DIVISIONE, “modus operandi” prediletto del demonio.

Il peccato contro lo Spirito è negare l’evidenza delle cose pur di non accoglierle.

È tagliarsi fuori da soli dall’amore che salva. E INTRODURRE COSÌ UNA CREPA NELL’UNITÀ.

Perché tutto può essere confuso se nella coscienza manca quella necessaria rettitudine d’intenzione. Tanto che gli scribi, al colmo della loro testardaggine, arrivano ad affermare che Gesù “è posseduto da uno spirito immondo”. Egli che era la SANTITÀ INCARNATA

Fino a questo si spingono quelle persone che non controllano la lingua perché non sono serene, non hanno Dio, non Lo conoscono neanche.

In questo mondo in cui tanto male si fa con le parole e si distruggono persone innocenti, il cristiano è chiamato ad essere giusto anche nel parlare.

Giobbe quando riconosceva la potenza di Dio diceva “Mai le mie labbra diranno falsità e la mia lingua mai pronunzierà menzogna” (Gb 27,4).

Questo proposito deve essere ricordato in ogni circostanza dal cristiano per non rendere vana la sua preghiera. A cosa serve dire “…Signore, Signore” se poi si cade spesso nella diffamazione?

Molto spesso lo scarso dominio della lingua, la leggerezza nell’operare e nel dire, sono manifestazione di stordimento e di frivolezza, di mancanza di vita interiore e di presenza di Dio.

E quante ingiustizie si possono perpetrare nell’emettere giudizi irresponsabili sul comportamento di quanti entrano in rapporto con noi.

Ad ogni persona si deve il buon nome, il rispetto, la considerazione, la fama che si è meritata. Ogni persona ha diritto alla buona fama, fintanto che non abbia dimostrato con comportamenti pubblici, indegni e notori, che proprio la buona fama non gli si addice.

La calunnia, la maldicenza, la mormorazione sono gravi mancanze di giustizia nei confronti del prossimo, dal momento che, se perde il buon nome, la persona resta privata della capacità di realizzare buona parte del bene che avrebbe potuto compiere.

E Dio chiederà conto ai diffamatori di tutto quel bene che hanno impedito di compiere ai buoni.

Ragioniamoci sopra…

Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!