22 marzo 2024 – venerdì 5′ SETTIMANA QUARESIMA B – GIOVANNI 10,31-42 “Cercavano di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 10,31-42

+ In quel tempo, i Giudei raccolsero delle pietre per lapidare Gesù. Gesù disse loro: «Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?». Gli risposero i Giudei: «Non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio». Disse loro Gesù: «Non è forse scritto nella vostra Legge: “Io ho detto: voi siete dèi”? Ora, se essa ha chiamato dèi coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio – e la Scrittura non può essere annullata –, a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo voi dite: “Tu bestemmi”, perché ho detto: “Sono Figlio di Dio”? Se non compio le opere del Padre mio, non credetemi; ma se le compio, anche se non credete a me, credete alle opere, perché sappiate e conosciate che il Padre è in me, e io nel Padre». Allora cercarono nuovamente di catturarlo, ma egli sfuggì dalle loro mani. Ritornò quindi nuovamente al di là del Giordano, nel luogo dove prima Giovanni battezzava, e qui rimase. Molti andarono da lui e dicevano: «Giovanni non ha compiuto nessun segno, ma tutto quello che Giovanni ha detto di costui era vero». E in quel luogo molti credettero in lui. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Siamo vicini alla Settimana Santa, in cui commemoriamo ed attualizziamo la Passione, la Morte e la Risurrezione di Gesù.

Fin dalla quarta settimana di quaresima, i testi dei vangeli di ogni giorno sono tratti quasi esclusivamente dal Vangelo di Giovanni.

  • Da due capitoli che sottolineano la tensione drammatica tra la rivelazione progressiva:
  • vediamo da un lato, che Gesù fa del mistero del Padre che lo riempie completamente,
  • e dall’altro la chiusura progressiva da parte dei giudei che diventano sempre più impenetrabili al messaggio di Gesù.

L’aspetto tragico di questa chiusura è che viene fatta a nome della fedeltà a Dio. E, ancora una volta, Gesù sta per essere lapidato, e le parole che scambia con i suoi persecutori mettono in rilievo il vero motivo del suo martirio ormai prossimo.

Gesù non è stato condannato a morte, come Giovanni Battista, perché predicava la giustizia e nemmeno perché i suoi miracoli preoccupavano i potenti, ma piuttosto perché si dichiarava Figlio di Dio e, per la legge di Mosè, una simile affermazione meritava la morte.

Chi lo vuole lapidare è molto preciso: NON PER LE SUE OPERE BUONE DEVE ESSERE GIUSTIZIATO, MA PERCHÉ LUI CHE È UN UOMO SI PRENDE PER DIO.

La situazione è drammatica. Eppure Gesù non fa nulla per abbassare i toni, avrebbe potuto allontanarsi da Gerusalemme, evitare di toccare certi argomenti, sfumare le parole, attenuare le polemiche …

Non è una sfida ma la testimonianza di una fedeltà che non si ritrae, non cerca le vie più comode, non fugge dinanzi ai problemi.

  • “Vi ho fatto vedere molte opere buone da parte del Padre: per quale di esse volete lapidarmi?” 

Ecco allora che Gesù tenta di argomentare, citando la Scrittura che conosce bene, per far comprendere che la dignità dell’uomo viene equiparata alla dignità divina, perchè Dio ci ha fatto poco meno di un Dio:

  • Non è forse scritto nella vostra Legge: Io ho detto: voi siete dei? Ora, se essa ha chiamato dei coloro ai quali fu rivolta la parola di Dio (e la Scrittura non può essere annullata), a colui che il Padre ha consacrato e mandato nel mondo, voi dite: Tu bestemmi, perché ho detto: Sono Figlio di Dio?

La sua domanda piuttosto si rivela come una proposta, con la quale il Signore invita i Giudei, a farsi un serio esame di coscienza, chiedendo loro di verificare le ragioni dell’odio e facendo notare di aver compiuto molte opere, segno evidente che Dio opera in Lui.

Ma la risposta è teologicamente ineccepibile “…noi non ti lapidiamo per un’opera buona, ma per una bestemmia: perché tu, che sei uomo, ti fai Dio”.

Ecco dunque il capo d’accusa: TU, CHE SEI UOMO, TI PRESENTI COME SE FOSSI DIO; E QUINDI USURPI, ABUSI, TI METTI AL POSTO DI DIO.

Tutto questo è inaccettabile in una cultura che riconosce e difende l’assoluta unicità di Dio.

Questo dialogo drammatico ricorda ancora una volta qual è il cuore dell’esistenza, riporta al punto di partenza, alla domanda inevitabile.

I Giudei non sono capaci di andare oltre l’apparenza, ai loro occhi Gesù resta semplicemente un uomo. Non negano le sue opere e neppure le sue capacità, ma lo accusano di farsi Dio.

Ormai l’avversione contro di Lui è ingestibile, tanto che il Signore è costretto a fuggire.

Fratelli e Sorelle, quanto ci spaventa l’idea di un Dio che diventa uomo. Quanto ci inquieta il dover ammettere che l’umanità è degna di essere abitata dalla divinità.

Durante tutta la vita, egli ha voluto conoscere nella sua sensibilità ardente questa sofferenza di essere rifiutato perché era Figlio del Padre, mentre il suo solo desiderio era di donarci suo Padre.

Alcuni l’hanno riconosciuto e sono venuti a lui, hanno accettato il suo messaggio e la sua verità, sono diventati liberi. E sono stati finalmente sciolti dalla schiavitù del peccato e possono dirigersi prontamente verso la salvezza.

Perchè solo il peccato ci tiene fermi e rende impossibile la nostra ascesa verso Dio.

Solo coloro che credono in Gesù, e ne accettano LA PAROLA, e la realizzano nella propria esistenza e si preparano con gioia all’incontro con Dio in ogni momento della propria vita, risorgono a Dio (vi invito a leggere Sant’Ignazio di Antiochia, nella sua Epistola ai Romani 2,2).

E più esattamente, colui che è con Dio in questa vita, continua la sua vita con Dio nel mondo dell’aldilà: l’importante è sempre essere con Dio, sia che si in vita sia che in morte.

E ancora oggi tutto questo accade.

In nome di Dio, alcune persone si trasformano in bombe ed uccidono altre persone.

In nome di Dio noi membri delle tre religioni del Dio di Abramo, giudei, cristiani e mussulmani, ci condanniamo a vicenda, lottiamo tra di noi, lungo la storia.

Tra di noi l’ecumenismo è difficile, ma nello stesso tempo, in una società sempre più multietnica e multireligiosa, è sempre più necessario.

E, in nome di Dio sono stati commessi molti orrori e continuiamo a commetterli oggi giorno.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!