“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo
+ In quel tempo, Giovanni disse a Gesù: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e volevamo impedirglielo, perché non ci seguiva». Ma Gesù disse: «Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi». Parola del Signore MARCO 9,38-40
Mediti…AMO
Il vangelo oggi ci racconta un esempio molto bello sulla pedagogia usata da Gesù.
Qualcuno che non era della comunità, usava il nome di Gesù per scacciare i demoni.
E Giovanni, il discepolo, lo vede e glielo proibisce, dicendo al Signore “…glielo abbiamo vietato, perché non era dei nostri”.
A nome della comunità aveva impedito che l’altro avesse potuto fare una buona azione.
Giovanni, in quanto discepolo, pensò di avere il monopolio su Gesù, tanto da poter proibire che altri potessero usare il nome di Gesù per far del bene.
Era la mentalità chiusa e antica del “Popolo eletto”, che era stato in origine chiamato ad essere un “Popolo separato”.
Ma il Signore rimise le cose a posto dicendo “…non glielo proibite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito dopo possa parlare male di me. Chi non è contro di noi, è per noi” (Mc 9,40).
Per Gesù di Nazareth, ciò che importa non è se la persona fa o meno parte della comunità, MA SE FA O MENO IL BENE CHE LA COMUNITÀ E’ CHIAMATA A FARE.
E, nello sconfessare apertamente questo modo di pensare di Giovanni, offre alla sua Chiesa un criterio sempre valido per un retto discernimento “…non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me”.
In queste parole vi è una saggezza che attraversa i secoli, a mezzo delle quali, Gesù invita a non alzare muri di diffidenza verso coloro che non appartengono alla propria cerchia, e a non vedere sempre negli altri avversari o nemici da cui difendersi.
È bene comunque sottolineare che, nel caso in questione, non si tratta di persone che parlano nel nome di Gesù, ovvero non si tratta di predicatori improvvisati, che usano il Vangelo per acquisire prestigio.
Tutti sono bravi a parlare.
Giovanni infatti parla di uno che “scaccia i demoni”, cioè lotta contro il maligno e tutto ciò che impedisce all’uomo di vivere dignitosamente.
E noi sappiamo che chi agisce così, non solo fa una cosa buona, ma stando alla parola di Gesù, compie un vero miracolo [dynamis] e contribuisce a manifestare quell’opera di salvezza che Dio vuole realizzare lungo i secoli.
Chi scaccia i demoni, per forza sta dalla parte di Gesù.
Ciò che sorprende in questo dialogo è che sia Giovanni a formulare l’obiezione contro questo “qualcuno” che scaccerebbe i demòni nel Nome di Gesù, senza far parte dei discepoli di Gesù.
Se si tratta dello stesso Giovanni autore del quarto Vangelo e delle lettere, ben si comprende quale sia l’enorme cammino percorso da lui, partendo da quest’episodio, fino al monte al Calvario.
E poi fino alla redazione degli scritti giovannei, così impregnati di Spirito Santo e così lontani dall’obiezione di Giovanni, ma così uguali alla risposta di Gesù.
Comunque, “…chi non è contro di noi è per noi” (Mc 9,40), è un’affermazione presente sia in Marco che in Luca (“Chi non è contro di voi, è per voi” Lc 9,50).
È interessante notare come si tratti di due comunità che vivono in mezzo ai pagani e addirittura una di esse, è perseguitata.
Marco, infatti, scrive per i cristiani di Roma verso il 65 d.C., l’anno successivo in cui è iniziata la persecuzione dell’imperatore Nerone contro i cristiani.
Ma per moglio comprendere il contesto, bisogna tener conto che, nel mondo ebraico, c’era la consuetudine di compiere degli esorcismi nel nome di qualche personaggio ritenuto potente contro il demonio.
Giuseppe Flavio parla di un certo Eleazaro che cacciava i demoni invocando il nome di Salomone.
Gli scritti rabbinici dicono che l’ebreo Giacobbe di Kefar-Sama praticava l’esorcismo invocando il nome di Gesù.
E, come abbiamo detto, quando Giovanni informa il Maestro che un estraneo pratica l’esorcismo invocando il nome del Signore. Gesù offre una risposta inclusiva: chi non si pone contro Gesù e contro i suoi discepoli, pur non essendo discepolo del Maestro, NON VA CONSIDERATO UN ESTRANEO.
Una esperienza simile viene narrata Nel Libro dei Numeri al capitolo 11,25-29.
Durante l’esodo due uomini, Eldad e Medad, su cui si era posato lo Spirito di Dio, profetavano senza il consenso di Mosè.
Giosuè, come farà Giovanni, chiede a Mosé di interrompere questa manifestazione carismatica.
Ma Mosè rispose “Sei tu geloso per me? Fossero tutti profeti nel popolo del Signore e volesse il Signore porre su di loro il suo spirito!”.
Anche chi, dunque, non appartiene al “gruppo”, ma non è contro il “gruppo” può essere considerato un simpatizzante del gruppo.
L’orizzonte in cui opera la salvezza è molto più ampio della comunità cristiana.
Rendersi conto che il Padre salva i suoi figli, discepoli di suo Figlio, ma ha progetti di salvezza anche per gli altri uomini, significa entrare nell’orizzonte teologico di Gesù.
Il vero nemico della comunità non è, perciò, l’estraneo, ma è un altro: lo scandalo.
Il verbo greco “sakandalizo-skandalizomai” indica un’azione che spinge qualcuno all’errore nel credere o ne incrina la saldezza.
Colui che scandalizza, credente o no, è destinato a un castigo peggiore della morte per annegamento (ritenuta – ai tempi di Gesù – una morte atroce): è destinato al castigo eterno.
Se, poi, lo scandalo si colloca nella persona del credente, c’è una soluzione.
La metafora dello sradicamento proposta da Gesù indica che qualche cosa di noi deve andare perso (immaturità, visione orizzontale della vita, disinteresse alla crescita interiore, ecc.) se vogliamo appartenere al Regno.
Il Magistero del compianto Papa Benedetto XVI – preghiera dell’Angelus, del 30 settembre 2012
- “L’apostolo Giovanni, giovane e zelante come era, vorrebbe impedirglielo, ma Gesù non lo permette, anzi, prende spunto da quella occasione per insegnare ai suoi discepoli che Dio può operare cose buone e persino prodigiose anche al di fuori della loro cerchia, e che si può collaborare alla causa del Regno di Dio in diversi modi, anche offrendo un semplice bicchiere d’acqua ad un missionario (v. 41). Sant’Agostino scrive a proposito: «Come nella Cattolica – cioè nella Chiesa – si può trovare ciò che non è cattolico, così fuori della Cattolica può esservi qualcosa di cattolico» (Agostino, Sul battesimo contro i donatisti: PL 43, VII, 39, 77). Perciò, i membri della Chiesa non devono provare gelosia, ma rallegrarsi se qualcuno esterno alla comunità opera il bene nel nome di Cristo, purché lo faccia con intenzione retta e con rispetto. Anche all’interno della Chiesa stessa, può capitare, a volte, che si faccia fatica a valorizzare e ad apprezzare, in uno spirito di profonda comunione, le cose buone compiute dalle varie realtà ecclesiali. Invece dobbiamo essere tutti e sempre capaci di apprezzarci e stimarci a vicenda, lodando il Signore per l’infinita ‘fantasia’ con cui opera nella Chiesa e nel mondo…Preghiamo affinché sappiamo gioire per ogni gesto e iniziativa di bene, senza invidie e gelosie, e usare saggiamente dei beni terreni nella continua ricerca dei beni eterni”.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!