“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo
+ In quel tempo, Gesù, riprese a parlare con parabole [ai capi dei sacerdoti e ai farisei] e disse: «Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: “Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!”. Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: “La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni; andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze”. Usciti per le strade, quei servi radunarono tutti quelli che trovarono, cattivi e buoni, e la sala delle nozze si riempì di commensali. Il re entrò per vedere i commensali e lì scorse un uomo che non indossava l’abito nuziale. Gli disse: “Amico, come mai sei entrato qui senza l’abito nuziale?”. Quello ammutolì. Allora il re ordinò ai servi: “Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Parola del Signore MATTEO 22,1-14
Mediti…AMO
La festività odierna, parallela a quella di Cristo Re, venne istituita da Pio XII nel 1955. Si celebrava, fino alla recente riforma del calendario liturgico, il 31 maggio, a coronamento della singolare devozione mariana nel mese a lei dedicato. Il 22 agosto era riservato alla commemorazione del Cuore Immacolato di Maria, al cui posto subentra la festa di Maria Regina per avvicinare la regalità della Vergine alla sua glorificazione nell’assunzione al cielo.
Questo posto di singolarità e di preminenza, accanto a Cristo Re, le deriva dai molteplici titoli, illustrati da Pio XII nella lettera enciclica “Ad Coeli Reginam” (11 ottobre 1954), di Madre del Capo e dei membri del Corpo mistico, di augusta sovrana e regina della Chiesa, che la rende partecipe non solo della dignità regale di Gesù, ma anche del suo influsso vitale e santificante sui membri del Corpo mistico.
Il latino “regina”, come “rex”, deriva da “regere”, cioè reggere, governare, dominare. Dal punto di vista umano è difficile attribuire a Maria il ruolo di dominatrice, lei che si è proclamata la serva del Signore e ha trascorso tutta la vita nel più umile nascondimento. Luca, negli Atti degli apostoli, colloca Maria in mezzo agli Undici, dopo l’Ascensione, raccolta con essi in preghiera; ma non è lei che impartisce ordini, bensì Pietro.
E tuttavia proprio in quella circostanza ella costituisce l’anello di congiunzione che tiene uniti al Risorto quegli uomini non ancora irrobustiti dai doni dello Spirito Santo. Maria è regina perché è madre di Cristo, il re. Ella è regina perché eccelle su tutte le creature, in santità: “In lei s’aduna quantunque in creatura è di bontade “, dice Dante nella Divina Commedia.
Tutti i cristiani vedono e venerano in lei la sovrabbondante generosità dell’amore divino, che l’ha colmata di ogni bene. Ma ella distribuisce regalmente e maternamente quanto ha ricevuto dal Re; protegge con la sua potenza i figli acquisiti in virtù della sua corredenzione e li rallegra con i suoi doni, poichè il Re ha disposto che ogni grazia passi per le sue mani di munifica regina.
Per questo la Chiesa invita i fedeli a invocarla non solo col dolce nome di madre, ma anche con quello reverente di regina, come in cielo la salutano con felicità e amore gli angeli, i patriarchi, i profeti, gli apostoli, i martiri, i confessori, le vergini. Maria è stata coronata col duplice diadema della verginità e della maternità divina: “Lo Spirito Santo verrà su di te, e la virtù dell’Altissimo ti adombrerà. Per questo il Santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio”.
Nella suddetta Enciclica Ad caeli Reginam, Pio XII ricorda che, il popolo di Dio, nell’arco della storia, ha sempre elevato supplici preghiere e inni di lode e di devozione alla Regina del cielo, sia nelle circostanze liete sia in quelle dolorose.
Specialmente le “recenti” profonde ferite inflitte all’umanità dal 2° conflitto mondiale hanno influito sul Sommo Pontefice a orientare, con più convinzione e sicurezza, la sua scelta di istituire la festa in onore della Beata Vergine Regina, dal momento che lui stesso ha vissuto in prima persona la terribile e orrenda tragicità degli eventi bellici e post-bellici.
Questo sentire, comunque, non è altro che l’espressione della fede popolare che fin dal V sec. è stato sintetizzato nel classico detto: lex orandi lex credendi, ossia “dal retto modo di pregare deriva un retto modo di credere”. Il popolo di Dio, quindi, esterna in questo caso la sua fede alla Regina del cielo per riconoscere e affermare il suo costante e materno patrocinio di presiedere alla storia, insieme a suo Figlio, coronato di gloria nella beatitudine celeste.
A livello storico, è importante ricordare anche la ricorrenza del I centenario della proclamazione dogmatica dell’Immacolata Concezione di Maria, fatta da Pio IX con la lettera apostolica Ineffabilis Deus, e, per la quale circostanza, Pio XII indisse l’anno mariano, con la lettera enciclica Fulges corona (8 settembre 1953), in cui ricordava con giubilo anche la definizione dell’Assunzione della Beatissima Vergine Maria in cielo in anima e corpo, con la Costituzione dogmatica Munificentissimus Deus (1° novembre 1950), dove regna tra i cori degli angeli e dei santi, insieme al suo unigenito Figlio; e nella stessa Enciclica richiamava, per la prima volta, l’attenzione su alcuni testi biblici per confortare e sopportare la celebre definizione di Pio IX sulla Immacolata Concezione. Ne indica principalmente due: Genesi (3, 15) e Luca (1, 28).
Questa delicata e squisita sensibilità verso la Vergine Maria di Pio XII è stata ritenuta molto utile per meglio comprendere non solo la devozione verso la Madonna, ma soprattutto per interpretare con più profondità la verità dell’Immacolata Concezione, perché, anche se spiegata con ragione teologica, indirettamente è contenuta sempre nella Rivelazione. Le verità di fede, infatti, devono essere sopportate dal pensiero rivelato o in modo esplicito o anche in modo implicito. E tutte e tre le verità mariane definite dalla Chiesa, eccetto la Maternità divina, il fondamento biblico è solo indiretto.
Ma veniamo al testo evangelico odierno.
Il Signore invita tutti alla vita eterna e ci promette gioia e felicità, ma in molti non credono possa esistere qualcosa dopo la morte e non ascoltano l’invito perché troppo indaffarati nella quotidianità terrena per poter solo stare a pensare a cose spirituali.
Come reagireste voi se chiedeste ai vostri amici di venire alle vostre nozze e loro rifiutassero sprezzanti?
Penso che vi arrabbiereste, e così farà Dio con noi nel giorno della nostra morte.
Ma essendo il Signore buono e paziente più di noi, CI CHIAMERÀ PER TUTTA LA NOSTRA VITA, ED OGNI VOLTA CHE RIFIUTEREMO, OGNI VOLTA CHE LO OFFENDEREMO LUI CONTINUERÀ A DARCI LA POSSIBILITÀ DI ENTRARE IN CASA SUA. Saremmo proprio stolti a non accettare.
Ognuno di noi nella propria quotidianità ha incontrato tante e diverse situazioni di disagio: bambini maltrattati fermi agli angoli delle strade a chiedere l’elemosina da portare ai loro aguzzini, persone sole che trovano pace nella droga e nell’alcol perché non hanno nessuno che li ascolti, anziani e malati abbandonati in ospizi ed ospedali da parenti che non hanno più nulla da togliere loro, e tanto altro.
Quante volte ci siamo fermati a donare un sorriso ad un barbone, una carezza ad un bambino, una parola a chi è solo, a tenere la mano in ambulanza o in ospedale a chi sta morendo?
Fratelli e Sorelle, basterebbe veramente poco per partecipare alla festa che il Signore da ogni giorno anche per noi.
Quanta gioia e felicità anche in questa vita se dedicassimo con il cuore un po’ del nostro tempo ai nostri fratelli dimenticati dall’uomo, ma primi agli occhi di Dio.
È in queste realtà che il Paradiso è già su questa terra, e le tribolazioni servono solo a rafforzarci, e ci regalano quel vestito buono che ci è richiesto per entrare in Paradiso.
Il Signore perdona SEMPRE i nostri peccati, a CONDIZIONE che chiediamo scusa per gli errori commessi, mantenendo ferma l’intenzione di non ripeterli.
Ma se poi sbagliamo ancora, Gesù è pronto a perdonarci di nuovo.
Il vestito buono per andare al matrimonio di Dio È IL CAPIRE I NOSTRI TORTI ED ESSERE PENTITI VERAMENTE NEL CUORE DI CIÒ CHE ABBIAMO FATTO.
Non c’è peccato tanto grande che il Signore non perdoni, dalla mancanza di amore all’omicidio, se veramente chiediamo clemenza dal profondo della nostra anima.
Quante famiglie cattoliche, che vanno in Chiesa, che fanno la Comunione tutte le domeniche, che pregano tutti i giorni, ma poi sono insensibili all’aiuto fattivo e concreto verso il prossimo?
Una volta che costoro hanno risposto no al Signore, Egli si rivolge a coloro che sono lontani dalla Chiesa, ai peccatori… ED È PIÙ FACILE CHE TROVI IN ESSI UNA RISPOSTA POSITIVA AL SUO INVITO.
Ma anche a loro è chiesto di indossare il vestito buono e di rinunciare alla vita di peccato perpetrata fino a quel momento.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!