22.05.2023 – LUNEDI’ 7′ SETTIMANA DI PASQUA A – GIOVANNI 16,29-33 “Abbiate coraggio: io ho vinto il mondo”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 16,29-33
+ In quel tempo, dissero i discepoli a Gesù: «Ecco, ora parli apertamente e non più in modo velato. Ora sappiamo che tu sai tutto e non hai bisogno che alcuno t’interroghi. Per questo crediamo che sei uscito da Dio». Rispose loro Gesù: «Adesso credete? Ecco, viene l’ora, anzi è già venuta, in cui vi disperderete ciascuno per conto suo e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo!». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il Vangelo odierno ci mostra quanto gli Apostoli avessero ancora bisogno dello Spirito Santo per capire a fondo la Parola del Maestro.
Una fede fragile, quando è provata dalla sofferenza, si smarrisce, e l’uomo dubita e diventando incapace di realizzare qualsiasi rapporto, e se ne va lontano per la sua strada.
La prova cui Gesù fa riferimento è la sua croce, che spaventa e disperde i suoi, tanto che essi non resistono alla prova della passione e ciascuno di loro se ne va per conto suo, lasciando solo Gesù.
Ma il Signore non resta solo, perché è dall’origine “con” Dio.
Il Padre è con Lui, da sempre, e nel grido dell’abbandono sulla croce, quando la “distanza” tra il Padre e il Figlio tocca la sua punta estrema, lo Spirito tenacemente testimonia il permanere della comunione tra i il Creatore e il Redentore.
La solitudine del Crocifisso rivela allora il volto ultimo di Dio: QUELLO CHE INCARNA “LA MISERICORDIA CROCIFISSA” CHE HA VINTO IL MONDO.
Gesù ci chiede quindi di credere in Lui nonostante le apparenze, di credere che NON saremo abbandonati a noi stessi, COME NON È STATO MAI ABBANDONATO LUI DAL PADRE:
- “…ma io non sono solo, perché il Padre è con me. Vi ho detto questo perché abbiate pace in me. Nel mondo avete tribolazioni, ma abbiate coraggio: io ho vinto il mondo».
Chi ha fatto l’esperienza del Signore nella sua vita, sa che è vivo, che è qui e che ci dà sostegno con la GRAZIA dello Spirito Santo.
È lui che ci raccoglie, come una chioccia, “sotto le sue ali” e ci riunisce per essere davvero suoi discepoli.
QUESTA È LA PACE CHE GESÙ DÀ AL NOSTRO CUORE, UNA PACE CHE VIENE DA UNA PRESENZA, DA UNA COMUNIONE TRINITARIA, CHE MAI CI ABBANDONERÀ.
Ma è debole l’uomo e non trova la forza di lasciare ciò che è concreto (le ricchezze mondane) per il trascendente che reputa incerto (il Regno di Dio).
Ecco perché, nelle ultime ore del viaggio di Gesù in mezzo a noi, lo abbiamo lasciato solo.
A Lui abbiamo preferito Barabba e ce ne siamo lavati le mani, tradendolo e abbandonandolo.
Esattamente come fece Giuda, come fece Pietro, così come tutti gli altri apostoli che fuggirono, per allontanarsi dal luogo dove Dio, pur essendo stato abbandonato dal suo popolo, decise di salvarlo per un amore più grande (Giovanni 15,13):
- “…nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici”.
Il popolo di Dio si aspettava un Messia potente, trionfante, pronto a salvare il mondo con la spada.
INVECE SI È INCARNATO IL MESSIA MITE E UMILE DI CUORE, CHE CHIAMA ALLA CONVERSIONE E ALLA MISERICORDIA.
E, Il popolo, che capiva bene SOLO IL LINGUAGGIO DELLA SPADA, certamente non è stato capace di comprendere Gesù, il Falegname di Nazareth, perché non è stato in gradi di vedere oltre il proprio naso.
Ragion per cui sarà proprio quella folla, che prima lo aveva osannato all’ingresso a Gerusalemme, che tra poco griderà “…Sia crocifisso!”.
Uccidendo quel Dio, che nel suo immenso Amore, ha creato le sue creature, le ha salvate con un estremo atto d’amore, proprio mentre l’umanità, paralizzata in un cieco materialismo, lo stava abbandonando.
Gesù Cristo-Dio, ha vinto il mondo anche senza di noi «…ma io non sono solo, perché il Padre è con me».
E continua ad essere con noi, anche ora.
Nonostante continuiamo a preferirgli quell’antico vitello d’oro che rappresenta le ricchezze del mondo, il potere, l’orgoglio…
Ma Lui, imperterrito, continua ad essere accanto a noi, ci ama ed attende che l’uomo smetta di guardare in basso, nel tentativo di trovare improbabili pagliuzze d’oro, sussurrandoci che dobbiamo volgere gli occhi allo splendore del cielo, là, dove l’anima può volare libera.
Ma ci rimane difficile abbandonarci nel suo Cuore.
Ci rimane difficile, soprattutto, quando le cose vanno male o non vanno come avremmo desiderato.
Quando ci sembra tutto chiaro, come accade agli Apostoli prima dell’arresto, in realtà ancora non abbiamo sperimentato il limite del nostro limite, la misura della nostra fragilità umana.
Quante volte pensiamo di avere alle spalle un solido percorso di fede ed invece ci troviamo a rimettere tutto in discussione?
Proprio la luce dell’ascensione ci rassicura: GESÙ È SALITO AL CIELO PER ESSERE PRESENTE QUI E OVUNQUE.
E CHIEDE DI DIMORARE IN QUELLA PACE CHE CI È DONATA DALLA SUA PRESENZA.
E se ci pensiamo bene: siamo amati, siamo nelle mani e nell’abbraccio fiducioso di Dio, cosa dobbiamo temere?
Quand’anche il mare fosse in tempesta, se ci immergessimo nella profondità degli abissi troveremmo la calma assoluta.
Così avviene nella nostra vita: se troviamo il tempo ed il coraggio di dimorare nelle profondità dello Spirito, possiamo trovare quella pace che Dio solo può dare, che non risolve i problemi, ma ci aiuta a vederli in una luce nuova:
- LA LUCE DELLA FEDE.
E mi piace concludere regalandovi il pensiero dell’amato compianto pontefice Benedetto XVI, espresso durante la Via Crucis al Colosseo, nel lontano 6 aprile 2012:
- “La Croce di Gesù è il segno supremo dell’amore di Dio per ogni uomo, è la risposta sovrabbondante al bisogno che ha ogni persona di essere amata.
Quando siamo nella prova, quando le nostre famiglie si trovano ad affrontare il dolore, la tribolazione, guardiamo alla Croce di Cristo: lì troviamo il coraggio per continuare a camminare; lì possiamo ripetere, con ferma speranza, le parole di san Paolo: «Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Forse la tribolazione, l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? … Ma in tutte queste cose noi siamo più che vincitori grazie a colui che ci ha amati» (Rm 8,35.37).
Nelle afflizioni e nelle difficoltà non siamo soli…
Gesù è presente con il suo amore, la sostiene con la sua grazia e le dona l’energia per andare avanti.
Ed è a questo amore di Cristo che dobbiamo rivolgerci quando gli sbandamenti umani e le difficoltà rischiano di ferire l’unità della nostra vita e della famiglia.
Il mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo incoraggia a camminare con speranza: la stagione del dolore e della prova, se vissuta con Cristo, con fede in Lui, racchiude già la luce della risurrezione, la vita nuova del mondo risorto, la pasqua di ogni uomo che crede alla sua Parola”.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!