«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 5,17-30
+ In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da sé stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in sé stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Parola del Signore
Mediti…AMO
La sintesi del brano evangelico che la Liturgia ci regala, che è, tra l’altro, uno di quei brani di Giovanni che noi facciamo fatica a seguire e a comprendere, È DATA DAL GIUDIZIO.
E il giudizio è cosa pratica e non teorica, perché sfocia nella condanna o nella salvezza.
Ed è riferito all’oggi, e non erroneamente come crediamo, alla fine dei tempi.
Ed è formulato dall’ascolto, o meno, che abbiamo della Parola di Dio, nostro Padre.
Un Padre che, se lo ascoltiamo nella sua sapienza, ci porta a salvezza, ma se lo rifiutiamo nella sua saggezza ci porta alla morte.
E questa, Fratelli e Sorelle, è una cosa che “costruiamo” per noi, giorno dopo giorno.
Ma le letture di oggi ci dicono anche:
- chi è Gesù di Nazareth,
- e perché è stato ucciso.
E, inoltre, ASCOLTARE IL FIGLIO, CHE È PAROLA DEL PADRE fa sì che diventiamo ciò che siamo chiamati ad essere.
Ovvero figli, uomini di speranza, che sanno che le cose non è importante che vadano bene ma che noi le viviamo bene.
Non ascoltarlo è morire, perché non diventiamo ciò che siamo chiamati ad essere.
E noi non siamo nati per fare andare bene le cose ma per vivere NEL NOME DI CRISTO, IN DIO, PER LA POTENZA DELLO SPIRITO SANTO.
Faccio solo un esempio: la mania che abbiamo di salute per allungare la nostra vita e potere morire sani, è una aberrazione del bene che vogliamo alla vita.
Questa mania costituisce una fuga che ci porta lontani dall’unica cosa necessaria: NON ALLUNGARE LA VITA, MA RIEMPIRE LA VITA, VIVERE LA VITA CONFORMANDOCI OGNI ISTANTE SEMPRE DI PIU’ A CRISTO, ABBANDONANDO LA VIA DEL PECCATO.
E POSSIAMO CONFORMARE LA NOSTRA VITA IN CRISTO, SOLO SE ASCOLTIAMO OGNI ISTANTE LA SUA PAROLA.
Lo dobbiamo allora riconoscere COME PAROLA ETERNA, VIVENTE, DI DIO, COME FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE E COME PAROLA CHE SALVA ANCHE “NEL SABATO DI DIO”, PERCHE’ EGLI È DIO!
E queste sono le ragioni per le quali il Maestro di Nazareth è stato ucciso.
PERCHÉ, VIOLANDO LA NORMA DEL SABATO E CHIAMANDO DIO PROPRIO PADRE, SI ERA FATTO AUTOMATICAMENTE UGUALE A DIO.
Cosa inimmaginabile in un’epoca in cui era vietato e punibile con la morte anche la sola pronuncia del nome di Dio.
E Gesù, come riportano gli evangelisti, più volte si rivolge a Dio con famigliarità, giungendo addirittura ad attribuirsi l’impronunciabile nome di Dio.
Ma Gesù, VERO FIGLIO UNIGENITO DEL PADRE, sa e vede come agisce Dio PADRE, e per questo agisce come Dio PADRE, e lo fa sempre bene, anche il giorno di sabato.
Infatti, Gesù ha in sé la forza della vita e della risurrezione ed essendo il figlio prediletto di Dio, e Dio chiede che gli siano resi gli onori dovuti a Dio.
GESÙ È ALLO STESSO TEMPO PIENAMENTE UOMO, E PROPRIO PERCHÉ È UN UOMO DIO HA FATTO DI LUI IL GIUDICE DI TUTTI GLI UOMINI:
- “Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre” (5,22-23).
Di conseguenza, ai Giudei che lo accusano di “farsi uguale a Dio”, Gesù risponde presentandosi COME IL FIGLIO CHE VIVE IN INTIMA COMUNIONE CON IL PADRE, in quanto:
- da una parte egli fa tutto e solo ciò che il Padre gli dice,
- e dall’altra “il Padre ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa.
Ne discende che, SE GESÙ È IL FIGLIO CHE TUTTO HA RICEVUTO DAL PADRE, VUOL DIRE CHE NON POSSIAMO ARRIVARE A DIO SE NON ATTRAVERSO DI LUI.
E la strada maestra che conduce a Dio passa attraverso la Parola che Gesù ha proclamato e che la Chiesa annuncia:
- “chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna”,
- “io sono la via, la verità e la vita”.
E nei testi che abbiamo letto negli ultimi giorni abbiamo visto che, per difendere il suo operato Gesù porta tre testimonianze:
- quella di Giovanni Battista che lo ha accolto e riconosciuto come il Messia inviato da Dio,
- quella delle opere che egli compie, i segni che opera,
- e la Scrittura che parla di lui.
Così avviene anche per noi oggi: per accogliere il messaggio di Gesù possiamo fidarci della testimonianza di chi, come il Battista, ci indica il Signore presente nel mondo.
L’ora del giudizio di Dio su di noi, del giudizio attraverso Gesù Cristo, non è solo annunciata per la fine del mondo.
È oggi, adesso, che noi siamo sottomessi al tribunale di Gesù Cristo, poiché il tempo messianico è incominciato a partire dalla sua morte e dalla sua risurrezione.
Oggi noi ci troviamo contemporaneamente davanti al giudizio e alla misericordia di Dio, che ci sono dati in Gesù Cristo.
Il giudizio concerne il male che abbiamo fatto e lo scopre ai nostri occhi.
Ma Gesù Cristo ci porta la remissione dei peccati, la guarigione del male e il ritorno alla vita, alla vita che abbiamo ucciso o affievolito in noi.
Per questo è sufficiente accogliere il dono divino del perdono e la suprema regola che Cristo ci ha insegnano: LA CONTEMPLAZIONE DI DIO PADRE, che opera e agisce sempre per il bene dell’uomo.
Anche oggi, come sempre lungo il corso della storia ci troviamo di fronte al giudizio e alla misericordia di Dio, ANCHE SE ORMAI ABBIAMO PURTROPPO FATTO A MENO, IN NOI, DELLA VITA DIVINA.
Ma il Signore, che è buono, ci dà la possibilità della conversione e del recupero della vita, se noi accogliamo il suo perdono e ci impegniamo in una nuova esistenza libera dal male.
Il Padre ha dimostrato tutto il suo amore per il Figlio obbediente non abbandonandolo alla morte, ma dandogli nuova vita con la risurrezione.
Così farà anche con noi, se anche riacquistiamo FEDE IN CRISTO E IN LUI e ci risolleviamo dalla palude del peccato nella quale ci siamo impantanati.
Solo così abbiamo la possibilità di iniziare una nuova esistenza.
Dinanzi a questa umanità malata e prigioniera del suo orgoglio, ai cristiani è chiesto semplicemente di essere figli che in ogni cosa cercano di corrispondere ai desideri di Dio.
Figli che non pretendono di giudicare tutto con il metro della ragione, MA CHE ACCOLGONO CON UMILTÀ LA PAROLA CHE SALVA, OVVERO IL CRISTO DI DIO.
Figli che accolgono L’AMORE DEL PADRE offerto gratuitamente nella Croce del Figlio.
E, quando la Chiesa annuncia che Cristo è risorto, in Lui noi siamo già perdonati.
E, questo annunzio la Chiesa lo fa perché in Signore Risorto è già sceso nel nostro sepolcro e ora è accanto ad ognuno di noi per farci udire la sua voce.
Per questo OGNI OGGI, NEL QUALE È PREDICATA LA BUONA NOTIZIA, È IL GIORNO DEL GIUDIZIO CHE ANTICIPA QUELLO DELL’ULTIMO GIORNO.
Anche noi oggi possiamo udire la sua voce e uscire dai nostri sepolcri per una risurrezione di vita o di condanna.
La Chiesa deve parlare le parole di Gesù perché esiste solo per risuscitare i morti nelle famiglie, nelle scuole e nei posti di lavoro dove è inviata a far udire la voce del Figlio di Dio perché quelli che l’ascolteranno e crederanno al Padre che l’ha mandato, passino dalla morte alla vita.
Con la Chiesa, siamo chiamati in questa Quaresima a non disperare di fronte alle situazioni più difficili, per giudicare noi stessi e gli altri con il giudizio di Dio.
Non dobbiamo inventare nulla, perché la misericordia non è genialità, ma viscere umili che accolgono l’altro così com’è.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!