21 marzo 2024 – giovedì 5′ SETTIMANA QUARESIMA B – GIOVANNI 8,51-59 “Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 8,51-59

+ In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”». Gli dissero allora i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?». Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: “È nostro Dio!”, e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola. Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia». Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant’anni e hai visto Abramo?». Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono». Allora raccolsero delle pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

 

Il capitolo 8 del quarto Evangelo, sembra una mostra di opere d’arte, dove è possibile ammirare e contemplare pitture famose, una accanto all’altra.

Il vangelo di oggi ci regala un dipinto, che è costituito da un dialogo tra Gesù e i giudei, in cui possiamo notare un forte contrasto tra il messaggio di Gesù e l’interpretazione “terrena” degli ebrei.

Ma il lettore, grazie alla sua meditazione attenta ed orante, riesce a penetrare NEL MISTERO DIVINO CHE AVVOLGE LA PERSONA DI GESÙ.

Il Signore, infatti, parla della sua relazione con il Padre e della conoscenza di Lui, e lo fa in termini così forti che applica a se stesso le parole “IO SONO”, che il libro dell’Esodo sono utilizzate per designare Dio stesso (Es 3,13-14 “13 Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?». 14 Dio disse a Mosè: «Io sono colui che sono!». Poi disse: «Dirai agli Israeliti: Io-Sono mi ha mandato a voi»”).

Giovanni rivela così ancora una volta che Gesù NON È UN SEMPLICE UOMO, MA IL VERO DIO D’ISRAELE INCARNATO.

Grazie a questo, Gesù può dire con certezza che chi osserva la sua parola non vedrà la morte, o che, prima che Abramo fosse nato, “egli è già“.

Ma per comprendere questo dobbiamo dare una premessa: non possiamo capire del tutto l’Antico Testamento se non lo leggiamo con il Nuovo Testamento, come un tutto.

E il Nuovo Testamento non sarà comprensibile in tutte le sue implicazioni se lo leggiamo separatamente.

ECCO PERCHÈ GESÙ CI RICORDA L’UNITÀ DEI DUE TESTAMENTI.

Ma gli interlocutori di Gesù non vogliono prendere atto di ciò, mentre Abramo ne possedeva la prospettiva globale, perché, GRAZIE ALLA SUA FEDE, guardava verso l’avvenire, verso il Messia.

E’ l’alleanza con Abramo e con la sua discendenza, la prima alleanza in vista di quella ultima e definitiva: «Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».

  • Giovanni 8,57-59: “Non hai cinquant’anni ed hai visto Abramo!”

I Giudei prendevano tutto alla lettera, non volendo entrare nel mistero della Rivelazione, e così non capivano nulla di ciò che Gesù stava dicendo.

E il Signore fa una nuova affermazione solenne “…In verità, in verità vi dico: prima che Abramo fosse, IO SONO“.

Il Padre celeste vuole essere l’unico Dio del suo popolo per sempre.

E crea un Patto di reciproca fedeltà:

  • Egli si impegna a mandare LA SUA GRAZIA E LA SUA FEDELTÀ,
  • e Israele non solo deve essere fedele, MA DEVE DIVENTARE IL “POPOLO DI DIO”, ovvero deve recuperare la primitiva appartenenza.

Erano questi i “segni” della prima pasqua: il ritorno e la gioiosa riconciliazione.

La nuova alleanza prende pienezza di vita sul Calvario con il sacrificio di Gesù e la sua resurrezione.

Il Signore viene come MESSIA e come SALVATORE.

E, attraverso il sacrificio della croce, DIO CONCLUDE UNA NUOVA E DEFINITIVA ALLEANZA CON IL SUO POPOLO, e ci garantisce una vita nuova:

  • “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”.

In molte occasioni questo stesso tema appare e riappare nel vangelo di Giovanni.

DI CONSEGUENZA, CHIUNQUE CREDE NELL’OPERA DI GESÙ E OSSERVA I COMANDAMENTI OTTIENE IL PERDONO DEI PECCATI E LA SALVEZZA, E PUÒ CAMMINARE IN SANTITÀ COME UN FIGLIO DI DIO.

Osservare, dal latino “observare“, che significa vivere CON L’ATTENZIONE DEL CUORE, custodendo qualcosa di prezioso.

Quindi osservare la Parola non è solamente assolvere a quello che esprime in senso formale, ma è aprirsi alla dimensione profonda della custodia del cuore, che ci consente di entrare in Comunione con Gesù, di fare esperienza di Lui.

Assaporando la Sua Presenza, fatta di Parola e Pane, già qui ed ora, custodendo questa Parola in Gesù, “viviamo in eterno“, facciamo, cioè, esperienza della Gerusalemme Celeste.

Alla samaritana al pozzo di Giacobbe Gesù dice “…se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice dammi da bere!”, tu stessa gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva“.

Oggi, le stesse parole vengono rivolte dal Signore a noi.

Ma con quale autorità Gesù può promette una vita senza fine?

Nessun uomo sensato farebbe una cosa simile.

L’obiezione dei Giudei scaturisce dall’esperienza, oltre che dal buon senso.

Tutti sappiamo che ad un certo momento la morte viene e copre ogni cosa, soffoca ogni progetto, spegne ogni speranza.

La vita scompare nella terra, perchè la morte non lascia niente dietro di sé, se non qualche brevissimo ricordo, che col passare egli anni lascia il passo all’oblio.

Insomma, la morte viene e domina.

Detto questo è chiaro che l’umana obiezione degli ebrai è dunque più che ragionevole.

Ma il Signore non è venuto per confermare quello che già sappiamo ma per aprire i nostri occhi su un orizzonte che non avremmo potuto neppure immaginare senza di lui.

Egli viene a dirci che quel desiderio ostinato di vita che palpita nella nostra fragile carne, non è un’illusione né un’ingenua pretesa ma una parola che Dio ha seminato nel cuore di ogni uomo.

I Giudei non discutono neppure la promessa di Gesù, tanto appare insensata ai loro occhi, la loro obiezione si concentra sulla persona di Gesù “Chi credi di essere?

È questa la domanda essenziale.

Nelle parole di Gesù intravediamo l’annuncio della Pasqua che, assicura l’apostolo Paolo, è “…scandalo per i Giudei e stoltezza per i pagani” (1Cor 1,23).

Il mondo accetta Gesù come un profeta e i valori che egli propone ma rifiuta decisamente la parola della resurrezione.

Noi invece vogliamo partire da questa parola, crediamo alla promessa di Gesù “…IO SONO venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10).

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!