«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 1,39-45
+ In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Parola del Signore
Mediti…AMO
L’incontro della Madre di Dio con Elisabetta si inserisce nel testo di Luca e appare come la conclusione delle due annunciazione (a Zaccaria e a Maria) che abbiamo meditato nei giorni passati.
L’episodio ci presenta IL PRIMO INCONTRO TRA IL MESSIA E IL PROFETA CHE LO ANNUNCERÀ.
Il Terzo Evangelista costruisce il suo racconto per anticipare i temi importanti che svilupperà dal capitolo terzo sui rapporti tra Gesù e Giovanni e la loro attività.
NELLA PERICOPE IN ESAME, VEDIAMO CHE, MEDIANTE MARIA, CHE SI È FATTA OBBEDIENTE ALLA PAROLA, DIO VISITA IL SUO POPOLO E IL SUO POPOLO LO RICONOSCE.
Questo è il termine del grande piano di Dio, la fine della sua fatica tra gli uomini: farsi riconoscere nella sua visita.
San Paolo porrà tale riconoscimento come il compimento stesso della storia della salvezza. Infatti il senso della storia personale ed universale è colto solo da chi sa riconoscere la visita del Signore.
Qui si intrecciano Antico e Nuovo Testamento:
- una donna, Elisabetta, che porta in sé l’attesa dell’umanità, il desiderio, la fame (Giovanni Battista),
- l’altra, Maria, che porta in sé l’atteso, il cibo.
L’angelo se n’è andato, si è allontanato. Fine delle apparizioni, fine del sostegno angelico, fine dello straordinario.
Maria si sfiora il ventre con delicatezza. Troppe le cose che tumultuosamente le attraversano la mente. E Giuseppe viene, in gran segreto e le parla di sogni, di decisioni, di salvezza. E ciò non può essere casuale.
Allora, avendo nel cuore le parole dell’Angelo, decidono di fare l’unica cosa sensata: vogliono capire se e quanto è vero ciò che sta accadendo e vanno da Elisabetta.
Il mettersi in viaggio è un dato importante nel Vangelo di Luca: Maria si mette in viaggio esattamente come:
- fece Abramo,
- come più tardi farà Gesù
- e, dopo di Lui, la Chiesa missionaria.
Maria vuole scoprire quel che Dio ha compiuto e che l’angelo le ha preannunciato. Ma non vuole andare a verificare il segno di Dio, ma si muove con gioia e premura proprio perché crede a ciò che le è stato detto.
E, appena giunge nella casa di Zaccaria, Maria constata la maternità di Elisabetta e la verità di quanto l’angelo le ha detto, e le porge il suo saluto.
- “41. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino SUSSULTÒ nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo”.
C’è qui un particolare apparentemente insignificante, o spesso non valutato bene: Giovanni sussulta nel grembo.
E questa reazione del bambino, PRECEDE QUELLA DELLA MADRE, Elisabetta: Giovanni “sussultò nel suo grembo”.
L’evangelista utilizza per indicare la reazione del piccolo Giovanni il verbo greco della versione dei LXX di Gn 25,22-25 relativo ai figli di Rebecca, Esaù e Giacobbe, che si URTAVANO (così è detto in ebraico) nel suo seno.
Un segno di gioia, che con lo Spirito Santo, di cui viene riempita Elisabetta, indica l’arrivo dei tempi messianici.
“42. ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!”
L’esclamazione di Elisabetta si rifà a quelle di altri e altre donne bibliche che celebrano le opere di Dio a salvezza del suo popolo:
- Gn.14,18-20 “18Intanto Melchisedek, re di Salem, offrì pane e vino: era sacerdote del Dio altissimo 19 e benedisse Abram con queste parole: «Sia benedetto Abram dal Dio altissimo, creatore del cielo e della terra, 20 e benedetto sia il Dio altissimo, che ti ha messo in mano i tuoi nemici». Abram gli diede la decima di tutto.”.
- Gdc.5,24 – Debora “24Sia benedetta fra le donne Giaele, la moglie di Eber il Kenita, benedetta fra le donne della tenda!”.
- Gdt.13,18-19 – Giuditta “18Ozia a sua volta le disse: «Benedetta sei tu, figlia, davanti al Dio altissimo più di tutte le donne che vivono sulla terra e benedetto il Signore Dio che ha creato il cielo e la terra e ti ha guidato a troncare la testa del capo dei nostri nemici. 19 Davvero il coraggio che hai avuto non cadrà dal cuore degli uomini, che ricorderanno sempre la potenza di Dio.”.
Ma c’è un altro particolare bellissimo, da evidenziare.
In questa visita ciò che mi ha colpito, in Maria, è l’attenzione, colma di tenerezza, verso la sua parente anziana. Il suo è un amore concreto, che non si limita a parole di comprensione, ma si fa carico in prima persona della fatica dell’assistenza: pur essendo preoccupata della sua situazione (porta nel grembo il Figlio di Dio) non guarda alle distanze, ai disagi o ai rischi possibili, non calcola il tempo e non misura la fatica del viaggio per raggiungere sua cugina Elisabetta.
Dio l’ha visitata in modo inatteso, l’ha riempita di gioia, le ha donato un nuovo modo di esistere, di amare, di valutare la realtà e la ha sintonizzata con il suo cuore.
ED ORA MARIA SI FA VISITA DI DIO PER GLI ALTRI.
PERCHE’ HA COMPRESO PERFETTAMENTE CHE IL DONO RICEVUTO DA DIO, PIÙ CHE UN PRIVILEGIO È UN COMPITO, CHE LA IMPEGNA AL SERVIZIO VERSO GLI ALTRI, CON LA GRATUITÀ CHE È PROPRIA DELL’AMORE.
Ma vediamo cosa dicevano i Padri della Chiesa e il magistero pontificio recente.
ORIGENE scrive:
«Era necessario che Maria, che era quanto mai degna di essere madre del Figlio di Dio, salisse alla montagna dopo il colloquio con l’angelo, e dimorasse sulle vette. Doveva, non essendo affatto pigra nel suo zelo, affrettarsi sollecitamente, e, ricolma di Spirito Santo, essere condotta sulle vette, essere protetta dalla potenza di Dio la cui ombra l’aveva già ricoperta» (In Luc., 7).
AMBROGIO, VESCOVO DI MILANO, parla del “segno” di cui parla l’Angelo Gabriele, e che Maria deve verificare. E scrive:
«…È di regola che tutti coloro che vogliono essere creduti, forniscano le prove. Così l’angelo che annunziava i misteri, per indurre a credere Maria con un esempio, aveva annunziato a lei, che era vergine, la maternità di una donna anziana e sterile, mostrando così che Dio può tutto ciò che vuole. Appena Maria ebbe appreso questa notizia, non certo per mancanza di fede nella profezia, né per incertezza sulla veridicità dell’annunzio, e neppure perché avesse dei dubbi su quel precedente che l’angelo le aveva riferito, ma lieta e sollecita per il compimento di un dovere, partì, frettolosa, alla volta della montagna. Ormai ricolma di Dio, dove poteva andare in fretta se non in alto?» (In Luc., 2).
Nella LETTERA ENCICLICA SULLA BEATA VERGINE MARIA, “REDEMPTORIS MATER”, DEL COMPIANTO PAPA GIOVANNI PAOLO II, possiamo ritrovare le spiegazioni date dai padri: «Il motivo della visita va cercato anche nel fatto che durante l’annunciazione Gabriele aveva nominato in modo significativo Elisabetta, che in età avanzata aveva concepito dal marito Zaccaria un figlio, per la potenza di Dio […]. Maria dunque, sollecitata dalla carità, si reca nella casa della sua parente» (12).
Altri commentatori moderni, danno spiegazioni classiche, che vedono nella Visitazione, elementi letterari dal racconto di 2Sam 6,1s.: Maria sarebbe allora “L’ARCA DELL’ALLEANZA CHE PORTA IL MESSIA”.
E Luca avrebbe “dipinto” la scena pensando a Davide che dice «Come potrà venire da me l’arca del Signore?» (2Sam 6,9).
Altri esegeti non sono d’accordo, obiettando, ad esempio:
- dove è scritto che Maria vuole prestare aiuto alla cugina?
- E perché l’evangelista dovrebbe mettere in bocca ad Elisabetta le parole che Davide pronuncia quando “ebbe paura del Signore”, cioè subito dopo la morte di Uzzà che ha toccato inavvertitamente l’arca sperimentando a sue spese il suo spaventoso potere? (v.si 2Sam 6,9 “…Davide in quel giorno ebbe paura del Signore e disse: «Come potrà venire da me l’arca del Signore?»”)
Ma al di là di questi problemi interpretativi, oltre i dettagli, emerge da tutta la scena dell’incontro, UN GRANDE SENSO DI GIOIA E DI PROFONDITÀ SPIRITUALE, CHE CI DEVE ACCOMPAGNARE IN QUESTO TEMPO DI AVVENTO.
LA SCENA DOVREBBE ESSERE IL MODELLO DI OGNI INCONTRO UMANO VERO E PROFONDO, NEL QUALE SI È CHIAMATI A SCOPRIRE NELL’ALTRO IL MISTERO DI CRISTO.
PERCHÈ, SE OGNUNO DI NOI È A “IMAGO DEI”, ALLORA È ALTRETTANTO INDISCUTIBILE CHE OGNUNO DI NOI PORTA CRISTO IN SÉ.
E, QUANDO FINALMENTE LO COMPRENDIAMO, IL BAMBINO CHE È IN NOI SUSSULTA: PERCHÈ FINALMENTE SCOPRIAMO IL MISTERO ALTRUI E QUELLO NOSTRO.
MA PER FARE QUESTO INCONTRO, DOBBIAMO – COME MARIA – ALZARCI E METTERCI IN CAMMINO ATTRAVERSO LA MONTAGNA DELLA NOSTRA MISERIA UMANA -COMPOSTA DA OSTACOLI E PREGIUDIZI- PER VEDERE L’ALTRO COM’È, NEL SUO SPLENDORE DI FIGLIO DI DIO E FRATELLO NOSTRO.
Papa Paolo VI, ha detto:
- “Cristo a noi è venuto da Maria, lo abbiamo ricevuto da lei; lo incontriamo come il fiore dell’umanità aperto sullo stelo immacolato e verginale che è Maria. Se vogliamo essere cristiani, dobbiamo essere mariani, cioè dobbiamo riconoscere il rapporto essenziale, vitale, provvidenziale che unisce la Madonna a Gesù, e che apre a noi la via che a lui conduce.”
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!