21.07.2023 – VENERDI’ XV SETTIMANA P.A. A – MATTEO 12,1-8 “Il Figlio dell’uomo è signore del sabato”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 12,1-8
+ In quel tempo, Gesù passò, in giorno di sabato, fra campi di grano e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere delle spighe e a mangiarle. Vedendo ciò, i farisei gli dissero: «Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare di sabato». Ma egli rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Egli entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell’offerta, che né a lui né ai suoi compagni era lecito mangiare, ma ai soli sacerdoti. O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio vìolano il sabato e tuttavia sono senza colpa? Ora io vi dico che qui vi è uno più grande del tempio. Se aveste compreso che cosa significhi: “Misericordia io voglio e non sacrifici”, non avreste condannato persone senza colpa. Perché il Figlio dell’uomo è signore del sabato». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel vangelo di oggi vediamo da vicino molti conflitti tra Gesù e le autorità religiose del suo tempo.
Sono conflitti sulle pratiche religiose di quel tempo: digiuno, purezza, osservanza del sabato, etc.
In termini odierni, sarebbero conflitti riguardanti il matrimonio tra persone divorziate, l’amicizia con prostitute, la non binarietà sessuale, l’accoglienza degli omosessuali, la comunione senza sposarsi in chiesa, il non andare a messa la domenica, non digiunare il venerdì della settimana santa, il matrimonio tra persone dello stesso sesso, ecc.
Sono molti i conflitti: in casa, a scuola, nel lavoro, in comunità, in chiesa, nella vita personale, nella società.
Conflitti di crescita, di età, di mentalità, di punti di vista, MA SOPRATTUTTO DA ADDEBITARE ALLA NOSTRA ASSOLUTA INCAPACITÀ DI METTERE IN PIEDI UNA VITA DI RELAZIONE.
D’altro canto noi sappiamo bene che non si può vivere senza conflitto. Sappiamo bene di non esserne capaci. Perché il conflitto fa parte della vita e spunta in noi fin dalla nascita.
Nasciamo con dolori di parto.
I conflitti non sono incidenti lungo il percorso, ma fanno parte del cammino, del nostro processo di conversione.
Ciò che colpisce è il modo in cui Gesù affronta i conflitti, non cercando di aver ragione, ma cercando di renderli partecipi dell’esperienza che Lui, Gesù, aveva di Dio Padre.
L’immagine di Dio che gli altri avevano era quella di un giudice severo che minacciava e condannava solamente.
INVECE GESÙ CERCA DI FAR PREVALERE LA MISERICORDIA SULL’OSSERVANZA CIECA DELLE NORME E DELLA LEGGE che nulla avevano a che vedere con l’obiettivo della Legge… che è la pratica dell’amore.
Ma per arrivare a comprendere questo atteggiamento del Signore,Fratelli e Sorelle, siamo chiamati a leggere attentamente il Vangelo, ad accoglierlo così com’è, A FARSI DESTABILIZZARE DALLA SUA FORZA PROFETICA.
GESÙ DAVANTI ALL’OTTUSITÀ DEI FARISEI CHE LO SEGUONO PER SEGNALARE OGNI SUA INCOERENZA RIGUARDO AI PRECETTI DELLA LEGGE DICE CON FORZA CHE NON È LA LEGGE IL CUORE DELL’INCONTRO CON DIO.
Certamente l’osservanza del sabato era una norma piena di buon senso e di profondo senso teologico.
Invitare i credenti nel Dio che aveva liberato Israele dalla schiavitù d’Egitto, a dedicare un’intera giornata di riposo e di festa, significava ribadire la dignità e la libertà dei figli.
Lo schiavo non si riposa mai, MA IL FIGLIO SÌ.
Ecco perché questa norma definiva, più di molte altre, l’appartenenza al popolo e all’esperienza degli ebrei.
Ma questa splendida prospettiva, come spesso accade, era lentamente scivolata nell’esteriorità della sua vuota ed inutile osservanza.
Immaginate che al tempo di Gesù c’erano norme precise che determinavano persino quanti passi si potevano compiere in giorno di sabato, e quali attività erano concesse.
E Gesù cita un episodio riguardante il re Davide E RICHIAMA I SUOI UDITORI, E OGNUNO DI NOI, AD ANDARE ALL’ESSENZIALE.
MAI DOBBIAMO DIMENTICARE CHE, SE UNA NORMA FATTA PER DARE GLORIA A DIO FINISCE COL MORTIFICARE IL BENE, QUALCOSA NON FUNZIONA.
E noi sappiamo bene che Gesù, troppo spesso, si dovrà confrontare duramente contro l’accusa da parte dei farisei di operare delle guarigioni in giorno di sabato.
Anche per noi vale lo stesso ammonimento: al centro di ogni norma ci deve essere LA MISERICORDIA, che è il cuore pulsante del messaggio cristiano .
Ma io comprendo bene, Fratelli e Sorelle, che voi potreste dirmi che c’è, ed è apparentemente evidente, un certo contrasto tra le minuziose prescrizioni dell’Esodo riguardanti l’agnello pasquale e le parole di Gesù nel Vangelo di oggi “…Misericordia voglio e non sacrifici”.
Inoltre, per chiarire bene ciò e ben comprendere, dobbiamo annotare cheGesù, ben conoscendo lo spirito dell’Antico Testamento, mette in piedi un discorso che si gioca tutto su simboli.
Ad esempio, il sangue di un agnello non è capace di salvare, così tutte le prescrizioni del sacrificio non sono cose essenziali, MA PRECISANO IL SIGNIFICATO DEL SIMBOLO.
L’agnello è precisato due volte deve essere mangiato “non crudo, né bollito nell’acqua, ma solo arrostito al fuoco“.
Qui possiamo trovare qualcosa che mette in rapporto “sacrificio” e “misericordia“.
LA MORTE DI GESÙ È TOTALE DONO DI SÉ, SUPREMO SACRIFICIO, ATTO DI MISERICORDIA.
ORA, GESÙ NELLA SUA PASSIONE È TRASFORMATO DALLO SPIRITO SANTO CHE È IL VERO FUOCO, FUOCO DI CARITÀ E DI MISERICORDIA.
E L’IMMAGINE DELLA CARNE “ARROSTITA AL FUOCO” CI RENDE IMMEDIATAMENTE EVIDENTE QUESTO VERO SACRIFICIO.
La vita cristiana non è fatta di sacrifici rituali, ma è unione con Cristo.
Ci conceda Dio la GRAZIA di comprendere che quando partecipiamo al Sacrificio Eucaristico, cioè alla Santa Messa, NON SIAMO PRESENTI A UNA FUNZIONE, MA CI UNIAMO A GESÙ, OFFRENDO LA NOSTRA VITA NELLA SUA, PER ESSERE CONSUMATI NEL FUOCO DELL’AMORE.
Gesù riporta questa frase della Scrittura, al termine di una lunga controversia con i farisei, scandalizzati perché avevano visto i suoi discepoli, che in giorno di sabato coglievano spighe per sfamarsi”…Misericordia voglio e non sacrificio“.
I farisei erano certi di essere nel giusto e di fare la volontà di Dio accanendosi su innumerevoli prescrizioni, dettagli, minuzie.
MA QUESTA NON È SAGGEZZA EVANGELICA.
Dio si è manifestato come liberatore e vuole che il nostro slancio verso di Lui sIA OBBEDIENZA DI FIGLI LIBERI, OBBEDIENTI PERCHÉ LIBERI, CAPACI DI CONSIDERARE LE SITUAZIONI, DI VALUTARLE E DI DECIDERE PER IL BENE.
Dio vuole che viviamo nella carità, subordinando ad essa ogni precetto, perché “...il sabato è fatto per l’uomo, non l’uomo per il sabato“.
Solo così la nostra vita renderà testimonianza al nostro Dio, L’UNICO CHE CREA UOMINI LIBERI.
Fratelli e Sorelle…. riassumendo dobbiamo quindi capire che la religione non è, come purtroppo ancora ci ostiniamo a credere.
Ovvero una serie interminabile di obblighi da rispettare.
MA È L’INCONTRO GIOIOSO CON DIO CHE CI SPINGE A CAMBIARE VITA, PER FARCI PASSARE DALLA TENEBRA ALLA LUCE.
La misericordia non è una vaga emozione o un inutile atteggiamento buonista che ha colui che fa finta di non vedere gli sbagli.
Ma è l’ATTEGGIAMENTO DI CHI, COME DIO, GUARDA ALLA MISERIA COL CUORE, E NON SI SCANDALIZZA DAVANTI AL PECCATO, MA SI INGEGNA PER AIUTARE IL PECCATORE A RICONOSCERE LA PROPRIA OMBRA E A SUPERARLA.
Gesù termina il brano odierno con questa frase “…il Figlio dell’Uomo è padrone perfino del sabato”.
Gesù stesso è il criterio dell’interpretazione della Legge di Dio. Egli conosceva ogni respiro della Bibbia, e la invocava per indicare che gli argomenti dei suoi oppositori non avevano fondamento.
In quel tempo, non c’erano Bibbie stampate come le abbiamo oggi.
In ogni comunità c’era solo la Toràh, scritta a mano, che rimaneva nella sinagoga.
Ma l’esperienza che il Signore aveva di Dio Padre, faceva sì che Gesù riuscisse a scoprire meglio l’intenzione di Dio nel decretare le leggi dell’Antico Testamento.
E, senza tentennamenti voleva e vuol farci capire che se Dio è Padre, allora accoglie tutti come figli.
Ma, al contempo, se Dio è Padre, allora noi dobbiamo essere fratelli e sorelle.
Gesù pregò per questo, dal principio fino alla fine: la Legge deve stare al servizio della vita e della fraternità, dicendo ai duri di cervice, chiaramente, che “...l’essere umano non è fatto per il sabato, ma il sabato per l’essere umano” (Mc 2,27).
Ma per la sua fedeltà a questo messaggio il Signore fu condannato a morte.
Aveva messo in discussione il sistema religioso dell’epoca, e il sistema si difese…
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!