21.04.2023 VENERDI’ 2 SETTIMANA DI PASQUA – GIOVANNI 6,1-15 “Gesù distribuì i pani a quelli che erano seduti…”
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 6,1-15
+ In quel tempo, Gesù passò all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberìade, e lo seguiva una grande folla, perché vedeva i segni che compiva sugli infermi. Gesù salì sul monte e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Allora Gesù, alzàti gli occhi, vide che una grande folla veniva da lui e disse a Filippo: «Dove potremo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?». Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva quello che stava per compiere. Gli rispose Filippo: «Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo». Gli disse allora uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?». Rispose Gesù: «Fateli sedere». C’era molta erba in quel luogo. Si misero dunque a sedere ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano. E quando furono saziati, disse ai suoi discepoli: «Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto». Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi dei cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Allora la gente, visto il segno che egli aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Parola del Signore
Mediti…AMO
Oggi inizia la lettura del VI Capitolo di Giovanni che mette dinanzi a noi due segni o miracoli:
- la moltiplicazione dei pani (Gv 6,1-15)
- ed il camminare sulle acque (Gv 6,16-21).
- Poi viene menzionato il lungo dialogo sul Pane di Vita (Gv 6,22-71).
E Giovanni mette il fatto vicino alla festa di Pasqua dei Giudei (Gv 6,4).
L’approccio sta ovviamente nel confronto tra l’antica Pasqua dell’Esodo e la nuova Pasqua che avviene in Gesù.
E, IL DIALOGO SUL PANE DI VITA, CHIARIRÀ LA NUOVA PASQUA CHE AVVIENE IN GESÙ.
E veniamo messi di fronte a una serie stupenda di magnifici parallelismi, che ci mostrano il compimento delle Scritture:
- Nell’antica pasqua, la moltitudine attraversa il Mar Rosso, mentre nella nuova pasqua, Gesù attraversa il Mare di Galilea.
- E vediamo che una grande moltitudine seguì Mosè, come, parallelamente, una grande moltitudine segue Gesù in questo nuovo esodo.
- Nel primo esodo, Mosè sale sulla Montagna, nel nuovo esodo, Gesù, nuovo Mosè, sale lui sulla montagna.
- La moltitudine seguiva Mosè che realizza grandi segni e la moltitudine segue Gesù perché aveva visto i segnali che realizzava per i malati.
E, in una ulteriore lettura, il nutrimento di questo episodio è prefigurazione del sacro nutrimento di cui Cristo stesso parlerà nel discorso di Cafarnao, che segue questo brano, in cui si definisce “pane della vita”.
È il vero miracolo, che raggiunge -non solo i 5000 uomini di quel giorno a Tiberiade- ma ogni uomo nella storia: il corpo di un uomo, dell’uomo-Dio Gesù di Nazareth, si fa cibo spirituale per tutti, dà la vita eterna a tutti, sazia tutti, si continua a moltiplicare da duemila anni per ogni persona che voglia accostarvisi.
Gesù, dunque, assieme ai suoi discepoli, si sposta sull’altra riva del lago di Tiberiade, e, la folla, lo segue.
È quella folla che abbiamo imparato a conoscere, fatta di povera gente, che ha bisogno di speranza, di sostegno, di guida.
È una moltitudine che ha bisogno di esser risanata, nel corpo e nello spirito, alla quale non erano sfuggiti “…quei segni che il Maestro faceva sugli infermi“.
Ma soprattutto nello spirito, avevano bisogno di Lui, di questo Profeta capace di parlare con parole nuove, autorevoli, che davano nuovo slancio alla vita e aprivano immensi orizzonti, oltre quelli immediati.
È una moltitudine incurante della fatica, questa che accorre da Gesù, una moltitudine, che sembra abbia perduto il senso del tempo che passa, e anche del bisogno di rifocillarsi.
E Gesù sale su un monte, luogo per antonomasia delle manifestazioni divine.
Una folla lo accompagna attratta dai suoi grandi segni.
La “moltiplicazione dei pani” è sicuramente il miracolo più importante per le prime comunità cristiane. Infatti è l’unico miracolo che troviamo raccontato in tutti e quattro i vangeli. Ne abbiamo addirittura sei versioni, perché Matteo e Marco ce lo raccontano per due volte.
I racconti dei miracoli sono tra le pagine più difficili da interpretare. Come sono avvenuti? Che cosa ha fatto veramente Gesù?
Sicuramente, come sono avvenuti i miracoli di Gesù non lo sapremo mai.
Una cosa è certa, che Gesù si preoccupa di far capire alla gente che il Dio della Bibbia non è il Dio dei miracoli, ma è il Dio che ci vuole persone libere e responsabili.
Quando dobbiamo affrontare un piccolo o un grande problema della vita la prima tentazione è quella di sentirci impotenti e di rivolgerci a Dio perché faccia lui il miracolo.
Spesso molto comodamente deleghiamo a Lui quello che dovremmo fare noi. Gesù invece ci invita a cambiare la nostra idea di Dio, invitandoci a compiere noi stessi i veri miracoli della vita.
Il vero problema, che sempre ha afflitto il mondo, non è la mancanza di pane, MA LA MANCANZA DI CONDIVISIONE.
Non è la povertà dilagante, ma ciò che la ha provocata: la accentrata arrogante egoistica ricchezza.
Ma torniamo al testo.
Gesù si pone a sedere con i discepoli attorno, come per creare un contesto di catechesi.
Il miracolo, dunque, sarà l’occasione di un importante insegnamento: IL PASSARE DALLA MENTALITÀ DEL COMPRARE ALL’ESPERIENZA DEL CONDIVIDERE.
«C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci…».
Per i discepoli è “troppo poco per sfamare più di cinquemila persone”.
Per Gesù invece quel ragazzo è il modello da imitare.
Quel semplice e ingenuo gesto di un ragazzo ci insegna una nuova logica: mettere a disposizione quel poco che si ha.
Per Gesù dobbiamo passare dalla mentalità del “comprare”, all’esperienza del “condividere” nell’amore ciò che si ha, perché tutti siamo fratelli e perché, nel disegno di Dio le risorse che Lui ha messo a nostra disposizione, VANNO CONDIVISE EQUAMENTE.
Così facciamo il bene, come ha fatto questo ragazzo, che non si vanta, neppure dice una parola nel brano, neppure parla, perché, come dice un vescovo di Ginevra e Dottore della Chiesa, San Francesco di Sales (Francia, 1567-1622) “…Il rumore non fa bene e il bene non fa rumore”.
Fratelli e Sorelle, A MIO AVVISO, QUESTO MIRACOLO DOVREBBE CAMBIARE NOME:
- DA “MOLTIPLICAZIONE DEI PANI E DEI PESCI”,
- A “CONDIVISIONE DEI PANI E DEI PESCI”.
Fratelli e Sorelle, finché rimaniamo nella logica dei ragionamenti, dei progetti, della prudenza, dei calcoli, la realtà non cambierà mai.
Gesù dice ad ogni uomo “…inizia tu a fare qualcosa, non aspettare che tocchi sempre agli altri a fare il primo passo”.
Ecco allora, Fratelli e Sorelle che non possiamo ascoltare il Vangelo che racconta il miracolo della moltiplicazione dei pani, e non possiamo riunirci per spezzare il pane, se ci dimentichiamo della fame che opprime molte persone della terra.
Avere fame è una sorta di impotenza, mentre essere saziato è una sorta di potenza.
È la fame che distingue coloro che non hanno niente da coloro che posseggono.
Questa disuguaglianza è ingiusta.
Né i poveri, né i ricchi che fanno parte della Chiesa devono tollerare questa ingiustizia.
Non esiste una risposta materiale alla fame, perché si tratta di un problema umano più generale.
La povertà e l’oppressione colpiscono coloro che hanno fame nella loro dignità umana.
Gesù rifiuta la fame dell’alienazione fisica, politica, della perdita della dignità umana.
Ed è per questo che egli non rimanda gli uomini nel loro mondo di miseria, ma invita i discepoli a mettere a loro disposizione ciò che possiedono.
Ecco il segreto: È L’OBBEDIENZA DEI DISCEPOLI CHE APRE LA VIA ALL’AZIONE DI DIO.
Gesù non vuole agire senza i Dodici, anche se è Gesù stesso che effettua la condivisione.
Perché solo DIO può distribuire i suoi doni.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!