21.02.2024 – MERCOLEDI’ 1′ SETTIMANA QUARESIMA B – LUCA 11,29-32 “….questa è una generazione malvagia”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 11,29-32
+ In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore
Mediti…AMO
“Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno”.
Quello che il Signore rimprovera ai presenti non è la richiesta di un segno.
L’Antico Testamento è pieno di segni che dimostrano quanto Dio abbia cura del suo popolo:
- il passaggio del Mar Rosso,
- le tavole della legge,
- l’arca dell’alleanza, ecc.
Gesù chiama gli ascoltatori “generazione malvagia” perché hanno il cuore indurito, perché non sono disposti a prestare davvero ascolto, in quanto la superbia li acceca. Essi non sono capaci di riconoscere Gesù per i segni che compie.
Basti pensare a quell’ultimo da Lui compiuto: la guarigione di un indemoniato (Lc.11,14-23).
MA GESÙ RIFIUTA DI DARE QUESTI SEGNI, PERCHÉ, IN DEFINITIVA, SE CHIEDONO UN SEGNO È PERCHÉ NON CREDONO.
Per questo dice che l’unico segno che sarà dato loro è il segno di Giona, figlio di Amittai (Gio 1,1), Profeta inviato a predicare la conversione degli abitanti di Ninive, la città più importante dell’impero assiro.
Questo personaggio, pavido profeta dell’Antico Testamento, ha catturato l’immaginazione della pietà popolare lungo il corso dei secoli, per il fantastico racconto del profeta ingoiato da un grande pesce e poi ributtato sulla spiaggia, per compiere la sua missione secondo la colorita parabola che lo descrive.
- “Così come Giona passò tre giorni e tre notti nel ventre del pesce, così anche il Figlio dell’Uomo passerà tre giorni e tre notti nel seno della terra” (Mt 12,40).
Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino dicendo loro “…ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta” (Gn.3,4).
E gli abitanti di Ninive diedero ascolto al profeta Giona, tanto che “…bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli” (Gn.3,5).
Avevano un cuore sensibile disposto ad aprirsi a Dio, anche se erano lontani da Lui.
Gesù chiede ai suoi contenporanei, e a noi, di essere ascoltato per l’autorità con la quale parla e per i segni che ha fatto quando ha attraversato le diverse città, e per quelli che ogni giorno fa per ciascuno di noi.
Ci chiede di avere un cuore aperto a tutto ciò che viene a noi da Dio, di saperlo ascoltare quando ci parla attraverso LA SUA PAROLA, o attraverso un’altra persona o attraverso una situazione che stiamo attraversando.
In definitiva, ci chiede di saperlo riconoscere quando si rivolge a noi per guidarci nel cammino della vita verso la santità.
Il Signore vuole farci penetrare in quella “sapienza di Dio” che è “follia” finché noi la vediamo dall’esterno, cioè nel mistero della sua croce.
Di fronte ai giudei che da lui reclamano un segno, Gesù proclama che non saranno i segni esteriori la cosa più importante, ma il grande segno, il solo segno che deve essere il sostegno estremo di tutti coloro che credono in lui, il segno più grande Gesù ce l’ha dato sulla croce, ed È LA SUA MORTE E LA SUA RISURREZIONE.
Il Signore Gesù non è più una prefigurazione di ciò che accadrà, MA È IL COMPIMENTO DI CIÒ CHE DIO HA PROMESSO.
Cercare qualcosa di diverso da Lui, significa perdere tempo, e traviare il Suo messaggio.
È come se Gesù volesse dire: la gente ha cambiato vita ascoltando la predicazione svogliata di un profeta come Giona, MA OGGI VOI ASCOLTATE ME, CHE SONO IL FIGLIO DI DIO, NE RIMANETE INDIFFERENTI.
O ancora: LA REGINA DEL SUD ha divorato chilometri di strada per sentire parlare Salomone con parole di buon senso, E OGGI VOI ASCOLTATE ME CHE SONO LA SAPIENZA DI DIO E FATE FINTA DI NON SENTIRE.
SARANNO LORO STESSI A CONDANNARCI.
Certamente noi possiamo conoscere dei momenti di grande debolezza, passare attraverso delle morti, delle agonie a volte molto dolorose.
Ma questi momenti sono sempre seguiti DA MOMENTI DI GRAZIA, DI RISURREZIONE DEL NOSTRO CUORE.
Gesù Cristo ci invita ad “alzarci”, come fecero la REGINA DEL SUD e gli abitanti di Ninive.
Essi “si alzeranno”: LA FEDE È CAMMINO, È VOLONTÀ DI MUOVERSI, È PRO-AGIRE E NON SEMPRE RE-AGIRE AGLI URTI E ALLE PROVOCAZIONI DELLA VITA.
Non c’è segno che possa farci stare seduti nelle poltrone delle nostre effimere sicurezze.
C’è, al contrario, il “segno di Giona”, OVVERO IL SEGNO CHE DISTRUGGE OGNI ALTRO SEGNO, QUELLO DEL PESCE –IL MISTERO DEL MALE E DELLA MORTE– CHE INGHIOTTE IL PROFETA.
E’ il segno contraddittorio che viviamo ogni giorno, che fa capolino dietro ad ogni nostra fatica e ad ogni nostra sofferenza immotivata, dietro ad ogni relazione spezzata e ad ogni ferocia umana.
Fratelli e Sorelle, questo segno ci consegna l’umanità del Figlio di Dio: IL DONO DI UNA VITA CHE NON MUORE, MA CHE È CAPACE DI RISORGERE PIÙ BELLA, DOPO OGNI OSCURITÀ.
E questa resurrezione non risplende in cose straordinarie, ma nei volti di chi incontriamo sul nostro cammino, nel sole del mattino, o nella pioggia battente; nelle notti calde d’estate ma anche nei freddi inverni; nei sorrisi dei bambini che incontrociamo sui marciapiedi o nella pagina di un libro che si legge.
Dio dissemina di segni umili tutta la nostra vita, segni che sono come piccole fessure dove filtra la luce del Risorto.
Non riuscire ad individuare ed a vedere quelle fessure, significa perdersi anche la Luce nella sua totalità.
Un cristiano dà un grande peso a queste fessure, perchè SA VEDERE IL TUTTO NEL FRAMMENTO.
Ecco allora che il Signore ci chiama a vedere se facciamo parte di questa generazione che può essere sollecitata, che può essere provocata dalle parole di Gesù, che la definisce come malvagia, o se ci troviamo ad essere una generazione che ha fatto un passo nella direzione che il Signore indica…
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!