“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 1,14-20
+ Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. Gesù disse loro: «Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini». E subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, mentre anch’essi nella barca riparavano le reti. E subito li chiamò. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedèo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui. Parola del Signore
Mediti…AMO
Con la Lettera apostolica in forma di Motu proprio “Aperuit illis”, Papa Francesco ha stabilito che “la III Domenica del Tempo ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio”.
Nel Vangelo di Marco è la prima predica di Gesù, con la quale il Maestro inizia la sua missione pubblica, proclamando il Vangelo di Dio, ovvero “la buona notizia” della venuta del regno di Dio.
E Gesù è questo regno arrivato: la gioia è qui a portata di mano, e chi decide di seguire Gesù è sicuro di arrivarci anche lui.
Gesù offre, nella FEDE in Lui, la meravigliosa possibilità di essere “INNESTATI IN DIO”, affinché Dio regni nella nostra anima.
Si tratta di essere resi partecipi del Suo Spirito, cosicché agisca in noi, liberandoci progressivamente dal nostro egoismo e trasformando in Lui il cuore del credente..
E questa prima predica è brevissima, ma offre una sintesi felicissima dei temi fondamentali di tutta la sua predicazione: il compimento del tempo, il regno di Dio, la conversione, la fede al vangelo.
Poi vi è la chiamata dei primi discepoli: è il paradigma di ogni sequela.
Ci sono due indicativi teologici che sono la ragione dei due successivi imperativi antropologici:
- è suonata l’ora messianica, l’attesa è finita poiché il regno di Dio si è fatto vicino, è ormai presente nella storia, perciò non è più possibile rimandare la decisione,
- occorre convertirsi, cambiare cioè la testa e la direzione del cammino passando a credere al vangelo.
Conversione e fede non sono due azioni CONSEGUENTI, MA DUE MOMENTI DEL MEDESIMO MOVIMENTO:
- quello negativo del distacco dalla vita precedente all’incontro decisivo per la nostra vita cristiana,
- quello positivo di fondare la vita sul vangelo, cioè credere, mettendosi a seguire Gesù, appunto come Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni.
La liturgia, infatti, ci fa ascoltare oggi la prima parola pronunciata da Gesù nel vangelo di Marco: IL TEMPO È COMPIUTO E IL REGNO DI DIO È VICINO; CONVERTITEVI E CREDETE NEL VANGELO (Mc 1,15).
Per i giudei il tempo non era ancora compiuto, mancava molto per la venuta del Regno.
Per i farisei, il Regno poteva giungere solo quando L’OSSERVANZA DELLA LEGGE FOSSE DIVENUTA PERFETTA, e questo dipendeva esclusivamente dal loro sforzo.
Gesù aveva un altro modo di leggere i fatti e pertanto dichiarava che il tempo è compiuto, è già qui.
Indipendentemente dallo sforzo compiuto.
Quando Gesù dice “…Il Regno è vicino”, non vuol dire che il regno sta giungendo solo in quel momento, ma che già era lì.
Ciò che tutti aspettavano, era già presente nella loro vita, e loro non lo sapevano, non lo percepivano (Lc 17,21 «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!»).
E, se il tempo è compiuto, dobbiamo allora cominciare con il chiederci cosa voglia dire ‘convertirsi’ e ‘credere’.
In ebraico il concetto di “CONVERSIONE” è espresso con il termine “teshuvà”, e indica il “ritorno” o il pentimento degli errori.
Potremmo dire che è un continuo ritorno alla propria verità, a smettere di vivere sull’onta delle reazioni immediate, impulsive, degli schemi acquisiti.
La conversione, nel linguaggio di Gesù, ha lo stesso significato di quella del Padre.
È il rovesciamento di posizione, l’inversione di marcia nel nostro cammino.
Quindi siamo invitati, a convergere lo sguardo su Dio, da Gesù che si è incarnato per comunicare, a noi povere creature del Padre, il volto accogliente e di apertura l’altro, di Dio.
Il Signore viene a salvarci da ciò affinché emerga la nostra vera individualità, creata a sua immagine e somiglianza.
Egli ci offre L’ALLEANZA con Se’, la sua GRAZIA, la sua PAROLA e ci invita a prendere contatto con noi stessi, riconoscendo ciò che non va e facendoci forza per scegliere, nelle piccole come nelle grandi cose, ciò che è Amore.
Ed infatti, SUBITO DOPO AVER INVITATO ALLA CONVERSIONE E ALLA FEDE, Gesù cammina lungo il mare di Galilea, dirigendosi verso Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni per intimare loro “…venite dietro a me” (Mc 1,17).
Ed essi, abbandonando immediatamente quello che stavano facendo, lo seguono.
Attraverso queste azioni ci è dunque mostrato visualmente che ‘CONVERTIRSI’ e ‘CREDERE IN DIO’ vuol dire ‘ANDARE DIETRO A GESÙ’, in un cammino che non finisce sulla croce.
Perchè la croce non è il punto di arrivo, ma il punto di partenza.
Non è un muro, un vicolo cieco, MA È UNA SCALA CHE CONGIUNGE LA TERRA AL CIELO.
Attraverso la croce, il lungo itinerario attraverso il quale Gesù, ha condotto i suoi discepoli al suo seguito, durante la sua vita terrena, giunge alla vera destinazione, che è il Padre.
QUESTA È LA CONVERSIONE, QUESTA È LA FEDE: ADERIRE A GESÙ, LASCIARCI CONDURRE DA LUI NEL CAMMINO DI RITORNO ALLA CASA DEL PADRE.
E Paolo di Tarso, scrivendo ai cristiani che vivono a Corinto, esprime la stessa urgenza:
- “Il tempo si è fatto breve; d’ora innanzi, quelli che hanno moglie, vivano come se non l’avessero; quelli che piangono, come se non piangessero; quelli che gioiscono, come se non gioissero; quelli che comprano, come se non possedessero; quelli che usano i beni del mondo, come se non li usassero pienamente” (1Cor 7,29-31).
E continuando con Paolo, possiamo avere una stupenda catechesi.
Dice infatti Paolo: da quando dunque Gesù è venuto, il tempo si è fatto breve, l’aspetto di questo mondo sta passando.
Se è necessario convertirci, cioè cambiare il nostro atteggiamento nei confronti di quello che usiamo, non è perché le cose di questo mondo non siano dei beni, non siano buone.
Anzi, al contrario, il cristiano deve apprezzare tutto, in un creato nel quale Dio stesso si compiace, quando afferma che è buono (Gen 1,4.10.12.18.21.25.31).
Ma questo stesso creato, da Paolo, è paragonato ad una partoriente, che ormai geme nelle doglie del parto (Rm 8,22), perchè è sulla via di una trasfigurazione in cieli nuovi e terra nuova (secondo l’antica Profezia di Isaia, in Is 65,17).
Nei confronti dunque di un mondo che sta cambiando, che è in transito verso una pienezza futura, SIAMO INVITATI A RESTARE ANCHE NOI IN MOVIMENTO, COME FA GESÙ, CHE È SEMPRE IN CAMMINO, PREGANDO, BENEDICENDO E RENDENDO SEMPRE GRAZIE A DIO.
Per poter percepire la presenza del Regno nella vita, ognuno di noi dovrà cominciare a pensare ed a vivere in modo diverso.
Dovrà cambiare vita e trovare un’altra forma di convivenza, lasciando da parte quel legalismo dell’insegnamento del fariseo (che anche noi tanto amiamo) e permettere che la nuova esperienza di Dio invada la nostra vita e ci dia uno sguardo nuovo per leggere e capire i fatti.
Gesù non ci trasmette una nuova dottrina, anche se poi purtroppo noi siamo stati bravi a trasformare il messaggio rivoluzionario del suo Vangelo in una dottrina.
Gesù non fonda un’istituzione religiosa anche se poi è stata istituita un’istituzione religiosa.
Invece ci comunica nuovo modo di sentire, di essere nel profondo con se stessi, con gli altri e con Dio, attraverso un invito che riguarda tutti.
E, coloro che lo seguono, costituiscono comunità ecclesiali che formano la chiesa universale con diversi compiti, doni, carismi, e funzioni.
Comunità che continuamente dovrebbero ispirarsi al Vangelo per essere dallo stesso verificate, per vedere se sono sempre aperte al mondo e alla storia.
Ritornano come conforto le parole della Costituzione del Concilio Vaticano II “Gaudium et Spes”:
- “Le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d’oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono sono pure le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo e nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel loro cuore”.
Ecco allora la chiave di lettura: Il vangelo è la notizia che Dio abita il mio stesso tempo!
Ed ecco allora la necessità di convertirsi, cioè letteralmente “pensare oltre”: oltre questo mio presente, segnato dalle mie esperienze non sempre e non tutte positive, viene Gesù e mi invita a un pensiero nuovo, diverso, che va al di là.
Un pensiero nuovo che non cancella il mio presente, ma mi invita a vederlo in modo diverso, oltre ciò che penso io, oltre ciò che appare a me.
Convertirsi, allora, è imparare a guardare il mondo e ognuno che incontriamo, come lo guarda Dio.
Gesù ci apre allora la strada da percorrere, affinche la nostra vita sia una vita vissuta e donata nell’amore, nella fraternità vera, nell’abbraccio di Dio, che è Padre di ogni consolazione e di ogni speranza.
E chi lo segue si apre a questa novità, che cambia le relazioni, che ci rende autenticamente figli e fratelli in Cristo, chiamati a portare a Lui, che è la vita, anche quelli che ancora non lo hanno conosciuto.
Perché oggi è il giorno della salvezza, ogni nostro oggi aperto alla novità del Regno che viene.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!