20 settembre 2024 Venerdì – Santi Andrea Kim Taegon, Paolo Chong Hasang e Compagni – LUCA 8,1-3 “…c’erano con lui i Dodici…”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG

Dal Vangelo secondo LUCA 8,1-3
+ In quel tempo, Gesù se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. C’erano con lui i Dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da infermità: Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; Giovanna, moglie di Cuza, amministratore di Erode; Susanna e molte altre, che li servivano con i loro beni. Parola del Signore

 

Mediti…AMO
L’azione dello Spirito, che soffia dove vuole e quando vuole, con l’apostolato di un generoso manipolo di laici, è alla radice della santa Chiesa di Dio, in terra coreana.
Il primo germe della fede cattolica, portato da un laico coreano nel 1784 al suo ritorno in Patria, da Pechino, fu fecondato sulla metà del secolo XIX dal martirio che, nel sangue, vide associati 103 membri della giovane comunità.
Fra essi si segnalano Andrea Kim Taegon, il primo presbitero coreano e l’apostolo laico Paolo Chong Hasang.
Le persecuzioni, che infuriarono in ondate successive dal 1839 al 1867, anziché soffocare la fede dei neofiti, suscitarono una primavera dello Spirito, a immagine della Chiesa nascente.
L’impronta apostolica di questa comunità dell’Estremo Oriente fu resa, con linguaggio semplice ed efficace, ispirato alla parabola del buon seminatore, dal presbitero Andrea, alla vigilia del martirio.
Nel suo viaggio pastorale in quella terra lontana, il Papa Giovanni Paolo II, il 6 maggio 1984, iscrisse i martiri coreani nel calendario dei santi.
La loro memoria si celebra nella data odierna, perché un gruppo di essi subì il martirio tra il 20 e il 21 settembre.
LA CHIESA COREANA HA LA CARATTERISTICA FORSE UNICA, DI ESSERE STATA FONDATA E SOSTENUTA DA LAICI.
E in Cina, i coreani, vennero in contatto con la fede cristiana, portando in patria il libro del grande padre Matteo Ricci “La vera dottrina di Dio”, e un laico, Lee Byeok grande pensatore, ispirandosi al libro del famoso missionario gesuita, fondò una prima comunità cristiana molto attiva.
Intorno al 1780, Lee Byeok pregò un suo amico Lee-sunghoon, che faceva parte della solita delegazione culturale in partenza per la Cina, di farsi battezzare, e al ritorno, di portare con sé libri e scritti religiosi adatti ad approfondire la nuova fede.
Nella primavera del 1784 l’amico ritornò con il nome di Pietro, dando alla comunità un forte impulso.
Non conoscendo bene la natura della Chiesa, il gruppo si organizzò con una gerarchia propria, celebrando il battesimo e non solo, ma anche la cresima e l’eucaristia.
Informati dal vescovo di Pechino che per avere una gerarchia occorreva una successione apostolica, lo pregarono di inviare al più presto dei sacerdoti. Fu inviato un prete, Chu-mun-mo, e la comunità coreana crebbe in poco tempo, con varie migliaia di fedeli.
Purtroppo anche in Corea si scatenò ben presto una persecuzione sempre più crudele, finché nel 1801 uccisero l’unico prete, ma questo non bloccò affatto la crescita della comunità cristiana.
Il re, nel 1802, emanò un editto di stato, in cui si ordinava addirittura lo sterminio dei cristiani, come unica soluzione per soffocare il germe di quella “follia”.
Rimasti soli e senza guida spirituale, i cristiani coreani chiedevano continuamente al vescovo di Pechino e anche al papa di avere dei sacerdoti.
E il tentativo di Andrea Kim Taegon, riuscì a fare entrare un vescovo e un sacerdote, e da quel momento, la presenza di una gerarchia cattolica in Corea non mancherà più, fino al 1882, quando il governo decretò la libertà religiosa.
Nelle persecuzioni coreane perirono più di 10.000 martiri, di questi 103 furono beatificati in due gruppi distinti nel 1925 e nel 1968 e poi canonizzati tutti insieme il 6 maggio 1984, a Seul, in Corea, da papa Giovanni Paolo II; di questi solo 10 sono stranieri, 3 vescovi e 7 sacerdoti, gli altri tutti coreani, catechisti e fedeli.
I due capoelenco liturgico, del gruppo dei 103 santi martiri, sono: Andrea Kim Taegon e Paolo Chong Hasang.
Ma veniamo al testo evangelico, che dà continuità all’episodio di ieri, che parlava dell’atteggiamento sorprendente di Gesù, in difesa d una donna, peccatrice, dalle critiche di un fariseo.
Oggi, all’inizio del capitolo VIII, Luca descrive Gesù che va per i villaggi e le città della Galilea, accompagnato non solo dai discepoli, ma anche dalle donne.
L’espressione “seguire Gesù” (Mc 1,18 e 15,41) indica la condizione del discepolo che segue il Maestro, ventiquattro ore al giorno, cercando di imitare il suo esempio e di partecipare al suo destino.
Luca mette i discepoli e le discepole sullo stesso piede, poiché tutti loro seguono Gesù, e consegna anche alla storia, i nomi di alcuni di queste discepole:
Maria Maddalena, nata nella città di Magdala. Lei è stata guarita da sette demoni.
Giovanna, moglie di Cusa, procuratore di Erode Antipa, che era governatore della Galilea.
Susanna e diverse altre.
Di loro si afferma che “servono Gesù con i loro beni” e il Signore permette che un gruppo di donne lo “segua” (Lc 8,2-3; 23,49; Mc 15,41).
Il vangelo di Marco, parlando delle donne al momento della morte di Gesù, informa “…c’erano anche alcune donne, che stavano ad osservare da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Giuseppe, e Salomé, che lo seguivano e servivano quando era ancora in Galilea, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme (Mc 15,40-41)”.
Marco definisce il loro atteggiamento con tre parole:
seguire,
servire,
salire fino a Gerusalemme.
I primi cristiani però, non arrivarono ad elaborare un elenco di queste discepole che seguivano Gesù, come fecero con i dodici discepoli.
Ma nelle pagine del vangelo di Luca appaiono i nomi di sette discepole: Maria Maddalena, Giovanna, moglie di Cusa, Susanna (Lc 8,3), Marta e Maria (Lc 10,38), Maria, madre di Giacomo (Lc 24,10) ed Anna, la profetessa (Lc 2,36), di ottanta e quattro anni di età.
Il numero ottantaquattro è dodici volte sette: l’età perfetta!
La tradizione ecclesiastica posteriore non dà valore a questo dato del discepolato delle donne, con lo stesso peso, con cui dà valore alla sequela di Gesù da parte degli uomini.
E io credo che sia un vero peccato.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!