20 MAGGIO 2024 LUNEDI’ BEATA VERGINE MARIA MADRE DELLA CHIESA – GIOVANNI 19,25-34 “Ecco tuo figlio! Ecco tua madre!”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 19,25-34

+ In quel tempo, stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria madre di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. Dopo questo, Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, affinché si compisse la Scrittura, disse: «Ho sete». Vi era lì un vaso pieno di aceto; posero perciò una spugna, imbevuta di aceto, in cima a una canna e gliela accostarono alla bocca. Dopo aver preso l’aceto, Gesù disse: «È compiuto!». E, chinato il capo, consegnò lo spirito. Era il giorno della Parasceve e i Giudei, perché i corpi non rimanessero sulla croce durante il sabato – era infatti un giorno solenne quel sabato –, chiesero a Pilato che fossero spezzate loro le gambe e fossero portati via. Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il 21 novembre 1964, a conclusione della terza Sessione del Concilio Vaticano II, dichiarò la beata Vergine Maria «Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo cristiano, tanto dei fedeli quanto dei Pastori, che la chiamano Madre amantissima».

La Sede Apostolica pertanto, in occasione dell’Anno Santo della Riconciliazione (1975), diede anche facoltà di aggiungere l’invocazione di questo titolo nelle Litanie Lauretane (1980).

Papa Francesco, considerando attentamente quanto la promozione di questa devozione possa favorire la crescita del senso materno della Chiesa, come anche della genuina pietà mariana, ha stabilito nel 2018 che la memoria della beata Vergine Maria, Madre della Chiesa, sia celebrata dal Calendario Romano, il Lunedì dopo Pentecoste.

Per la prima volta, nello svolgersi misterioso della vita della Chiesa Maria entra nella professione della fede e viene posta al centro del dogma della nostra salvezza. I due capoversi che il Vicario di Cristo, Maestro della Chiesa universale, ha dedicato alla Madre di Dio sono il compendio dei privilegi e dei meriti di Maria e quindi anche dei compiti di una robusta devozione mariana ch’è stata sempre, accanto alla devozione alla Croce ed all’Eucaristia, un pilastro fondamentale della pietà cattolica.

Nella solennità che Papa Paolo VI, successore di Pietro, ha voluto dare alla sua professio fidei del 30 giugno «.con tutta la forza che un tale mandato – di confermare nella fede i nostri fratelli – imprime nel nostro spirito» ha presentato il suo solenne pronunciamento come la ripresa sostanziale del Credo di Nicea (325), come già avevano certamente pensato un secolo dopo anche i Padri del Concilio di Efeso (430) quando definirono Maria vera Madre di Dio.

E possiamo allora dire che come Pio IX è passato alla storia come il pontefice dell’Immacolata e Pio XII come il pontefice dell’Assunzione, Paolo VI passerà come il pontefice di Maria Mater Ecclesiae alla quale nel 1966 dedicava l’Enciclica per l’invocazione di preghiere per la pace.

Il nucleo della mariologia di Paolo VI è quello che la Chiesa di tutti i tempi ha attinto direttamente dal Vangelo, ossia la professione della Maternità divina di Maria «…Egli (Gesù Cristo, Figlio di Dio) si è incarnato per opera dello Spirito nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo».

È attorno a questo nucleo che si muove l’intero organismo della nostra fede, poiché è grazie al consenso di Maria che «…Dio è entrato nel tempo» (Kierkegaard) e l’uomo, nella sua libertà, e con la Grazia di Cristo, può scegliere nel tempo, davanti a Dio, la propria salvezza o la propria dannazione eterna.

La pietà mariana discende direttamente dal dogma, come i frutti con i fiori e le foglie discendono dal tronco.

Ed anche ove la conoscenza del dogma resta appena embrionale, nella gente umile e poco adusa alla precisione dei termini, la fede che Maria è Madre di Dio dà la certezza che l’uomo può ormai avere accesso a Dio e confidare nella sua misericordia poiché Dio stesso ha avuto e voluto una donna per «madre».

La dichiarazione di Paolo VI si può dividere in due parti:

  • nella prima Maria è considerata soprattutto nel suo rapporto a Cristo «Noi crediamo che Maria è la Madre, rimasta sempre Vergine, del Verbo Incarnato, nostro Dio e Signore Gesù Cristo, e che, a motivo di questa singolare elezione, essa, in considerazione dei meriti di suo Figlio, è stata redenta in modo più eminente, preservata da ogni macchia del peccato originale e colmata del dono della grazia più che tutte le altre creature». È la Madre di Dio nei privilegi d’Immacolata e sempre Vergine, primizia purissima della redenzione di Cristo Salvatore.
  • Nella seconda parte espone l’attuazione dei compiti e dei privilegi di Maria verso Cristo e verso la Chiesa come suo Corpo mistico «Associata ai Misteri della Incarnazione e della Redenzione con un vincolo stretto e indissolubile, la Vergine Santissima, l’Immacolata, al termine della sua vita terrena è stata elevata in corpo e anima alla gloria celeste e configurata a suo Figlio risorto, anticipando la sorte futura di tutti i giusti; e Noi crediamo che la Madre Santissima di Dio, Nuova Eva, Madre della Chiesa, continua in Cielo il suo ufficio materno riguardo ai membri di Cristo, cooperando alla nascita e allo sviluppo della vita divina nelle anime dei redenti». È la Madre di Dio ch’è diventata madre degli uomini per formare nei credenti, coi misteriosi tocchi della divina misericordia, l’Immagine del suo Figlio. «Madre della Chiesa» Maria è stata fin dal fiat dell’Annunciazione e soprattutto dal fiat ai piedi della Croce, ma oggi abbiamo la gioia che questo titolo è entrato nella professione di fede dataci dal nostro Padre nella fede, il Papa. «Madre della Chiesa» Paolo VI aveva proclamato solennemente Maria nell’Allocuzione di chiusura della III Sessione del Concilio Vaticano II del 21 novembre 1964: «A gloria dunque della Vergine e a nostro conforto, Noi proclamiamo Maria Santissima Madre della Chiesa, cioè di tutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei Pastori, che la chiamano Madre amorosissima; e vogliamo che con tale titolo soavissimo d’ora innanzi la Vergine venga ancor più onorata ed invocata da tutto il popolo cristiano» (Mater Ecclesiae 1965, 1, p. 5).

Fratelli e Sorelle, il testo evangelico di oggi ci chiede di non chiudere gli orecchi davanti alle ultime sette parole che Gesù in croce ci ha lasciato, soprattutto l’ultima, “…dopo aver preso l’aceto, Gesù disse “…è compiuto! E, chinato il capo, rese lo spirito“.

Cosa significa “È compiuto“?

Se ammettiamo che avesse voluto dire semplicemente: è finita, la storia è ormai definitivamente chiusa, sarebbe semplicemente la dichiarazione dell’ultimo atto di una vita obiettivamente fallita.

L’espressione va intesa come compimento delle Scritture, tanto che Giovanni, qualche riga prima dice “…Gesù, sapendo che ormai tutto era compiuto, disse per compiere la Scrittura: Ho sete“.

“…È compiuto” equivale ad affermare che tutto, secondo il misterioso piano d’amore di Dio Padre, grazie alla libera e gioiosa offerta della propria vita del Cristo, ha permesso di giungere al “Consummatum est”, al vertice massimo.

L’amore è arrivato alla sua perfezione, grazie al Crocifisso, che ha toccato la cima più alta della santa montagna dell’amore: si è donato al Padre, senza riserve e senza rimpianti:

  • “…Padre, nelle tue mani abbandono la mia vita“;
  • perdonando i suoi nemici “…Padre, perdonali perché non sanno quello che fanno“.

Con ciò, Gesù in croce ha cambiato il più grande dolore, ingiustamente inflitto all’unico uomo veramente innocente di tutta la storia, nel più grande amore, trasformando una violenza totalmente ingiustificata in una dedizione totalmente incondizionata.

FËDOR MICHAJLOVIČ DOSTOEVSKIJ (1821-1881), il grande scrittore russo, commentando le grida di scherno di quanti sfidavano Gesù a scendere dalla croce, scriveva: “…ma tu non scendesti dalla croce perché, una volta di più, non volevi asservire l’uomo con il miracolo e avevi sete di fede libera, non fondata sul prodigio. Avevi sete di un amore libero, e non dei servili entusiasmi dello schiavo davanti alla potenza che l’ha per sempre riempito di terrore“.

Il grande Pastore Protestante, teologo, DIETRICH BONHOEFFER (1906-1945), prima della sua impiccagione, la mattina di domenica 8 aprile 1945, pronunciava queste ultime parole “È la fine. Per me è l’inizio della vita. Quando l’amore di Dio non si limita semplicemente ad essere là dove l’uomo è nel peccato e nella miseria, ma quando assume su di sé anche il destino che sovrasta ogni vita, la morte; cioè quando Gesù – che è l’amore di Dio – muore realmente, allora l’uomo può diventare certo che l’amore di Dio lo accompagna anche nella morte… Dio ama gli uomini fino al punto di assumere su di sé la morte con loro e per loro… E solo perché Gesù sulla croce, nell’umiliazione, dimostra l’amore suo e di Dio per il mondo, alla morte segue la risurrezione. La morte non può resistere all’amore. L’amore è più forte della morte“.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

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Sia Lodato Gesù, il Cristo!