20 AGOSTO 2024 MARTEDI’ SAN BERNARDO DI CHIARAVALLE – MATTEO 19,23-30 “…è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 19,23-30

+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi». Parola del Signore

Mediti…AMO

Bernardo, DOTTORE DELLA CHIESA (Digione, Francia, 1090 – Chiaravalle-Clairvaux 20 agosto 1153), dopo Roberto, Alberico e Stefano, fu padre dell’Ordine Cistercense.

L’obbedienza e il bene della Chiesa lo spinsero spesso a lasciare la quiete monastica per dedicarsi alle più gravi questioni politico-religiose del suo tempo.

Maestro di guida spirituale ed educatore di generazioni di santi, lascia nei suoi sermoni di commento alla Bibbia e alla liturgia un eccezionale documento di teologia monastica tendente, più che alla scienza, all’esperienza del mistero.

Ispirò un devoto affetto all’umanità di Cristo e alla Vergine Madre.

Viene chiamato, infatti, doctor mellifluus (“dottore dolce come il miele”), a cui si rivolgono re, nobili e vescovi per risolvere varie controversie e grazie al suo sostegno papa Innocenzo II viene riconosciuto come legittimo pontefice, contro la doppia elezione di Anacleto II.

Bernardo, mentre è in vita, compie vari miracoli, alcuni dei quali leggendari: un giorno si rompe la ruota del carro su cui sta viaggiando ed egli costringe un diavolo dispettoso ad aggiustarla.

Protegge apicoltori, agricoltori e vignaioli e, per la sua eloquenza, i predicatori. Viene invocato contro le malattie in genere e per allontanare il brutto tempo.

Conserviamo con cara memoria, di lui, 331 sermoni, più 534 lettere, più i trattati famosi: SU GRAZIA E LIBERO ARBITRIO, SUL BATTESIMO, SUI DOVERI DEI VESCOVI…

E gli scritti, affettuosi su Maria madre di Gesù, che egli chiama mediatrice di grazie (ma non riconosce la dottrina dell’Immacolata Concezione).

Momenti amari negli ultimi anni: difficoltà nell’Ordine, la diffusione di eresie e la sofferenza fisica. Muore per tumore allo stomaco.

È seppellito nella chiesa del monastero, ma con la Rivoluzione francese i resti andranno dispersi; tranne la testa, ora nella cattedrale di Troyes.

Alessandro III lo proclama santo nel 1174. Pio VIII, nel 1830, gli dà il titolo di Dottore della Chiesa.

Ma veniamo al testo odierno.

Pietro esprime il pensiero dei compagni parlando a loro nome, che quello che il ricco non ha avuto il coraggio di fare, LORO INVECE LO HANNO FATTO.

Dicendo così, dice la verità, anche se con orgoglio.

Infatti essi, a differenza del giovane ricco, hanno lasciato alle loro spalle non soltanto le loro proprietà, ma tutta la loro vita precedente, per seguire il Signore.

Purtroppo, pur avendo lasciato tutto alle proprie spalle, non hanno saputo rinunciare alle loro dispute su misere questioni di posizione o di onore (Mc 9,34 e 10,41) e la loro contrarietà a una prospettiva di sofferenza (Mc 8,31-34), più volte annunciata loro dal Signore.

Certamente l’affermazione di Pietro non implica necessariamente che abbia venduto tutto per darlo ai poveri (Mc 1,29 e Gv 21,3), ma, solamente, che ha abbandonato completamente il tipo di vita che conduceva prima per seguire Gesù.

Gesù accoglie l’affermazione di Pietro come sostanzialmente vera, sottolineando che questa rinuncia trova la sua ricompensa non soltanto nell’altra vita, ma già ora.

Bisogna ricordare che l’annuncio del Vangelo, non da diritto ad una ricompensa da riscuotere a suo tempo, MA È ESSA STESSA LA RICOMPENSA, PERCHÉ RIEMPIE, ad UN LIVELLO INCOMPARABILMENTE SUPERIORE, LA VITA, PROPRIO CON QUELLE COSE A CUI SI È RINUNCIATO.

Con un pizzico di ironia Marco aggiunge, alla lista delle “ricompense”, LE PERSECUZIONI (Mc 10,30), il cui problema non è “se ci saranno”, MA SOLO “COME SARANNO”.

Persecuzioni che potranno essere violente ed esplicite, oppure indirette ed implicite e di vario genere.

Il cuore di tutto sta nel distacco interiore da se stessi, che trasforma ciò che è orribile per il mondo, in MERAVIGLIOSO PER CHI VIVE GIÀ PROTESO OLTRE QUESTO MONDO.

Perché, nel mondo rinnovato i valori saranno riportati alla loro normalità, per cui apparirà chiaro che ciò che appariva brutto (ultimo) era in realtà bellissimo (primo).

Diventerà chiaro che ‘normale’ non è quello che fan tutti, MA QUELLO CHE È SECONDO LA NORMA, e che “lavorano” pochissimi secondo la norma, per costruire, già qui ed ora, il regno di Dio.

La domanda che ne discende è: ma che cosa è (o Chi è) la norma?

LA NORMA È IL VERBO DI DIO INCARNATO, NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO, SIGNORE DEL TEMPO E DELLA STORIA.

E LUI è una norma così luminosa, potente, viva e trasformante che, se liberamente lo accogliamo nella nostra vita, CI TRASFORMA IN LUI.

Così la nostra vita diventa veramente viva, luminosa e bella.

Perciò il cristiano deve vivere imitando la vita di Cristo, facendo propri i sentimenti di Cristo, in modo da poter esclamare con san Paolo: Non vivo ego, vivit vero in me Christus (Gal 2, 20), non sono io che vivo, è Cristo che vive in me.

Fratelli e Sorelle quello che non aveva ancora capito il giovane ricco è che, CHI HA GESU’ NEL CUORE POSSIEDE GIA’ SIN D’ORA IL REGNO DI DIO…

Certamente ognuno di noi, con le proprie povere forze, non ce la può fare, ma è Dio che lo mette in gradi, con la SUA GRAZIA, di realizzare l’impossibile.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!