20.09.2023 – MERCOLEDI’ SANTI ANDREA KIM TAEGON, PAOLO CHONG HASANG E COMPAGNI – LUCA  7,31-35 “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA  7,31-35

+ In quel tempo, il Signore disse: «A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!” È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!” Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». Parola del Signore

Mediti…AMO

L’azione dello Spirito, che soffia dove vuole, con l’apostolato di un generoso manipolo di laici è alla radice della santa Chiesa di Dio in terra coreana.

Il primo germe della fede cattolica, portato da un laico coreano nel 1784 al suo ritorno in Patria da Pechino, fu fecondato sulla metà del secolo XIX dal martirio che vide associati 103 membri della giovane comunità.

Fra essi si segnalano Andrea Kim Taegŏn, il primo presbitero coreano e l’apostolo laico Paolo Chŏng Hasang.

Ecco la loro storia.

Intorno al 1780, Lee Byeok pregò un suo amico Lee-sunghoon, che faceva parte della solita delegazione culturale in partenza per la Cina, di farsi battezzare e al ritorno portare con sé libri e scritti religiosi adatti ad approfondire la nuova fede.

Purtroppo anche in Corea si scatenò ben presto una persecuzione fin dal 1785, che si incrudeliva sempre più, finché nel 1801 anche l’unico prete venne ucciso, ma questo non bloccò affatto la crescita della comunità cristiana.

Il re nel 1802 emanò un editto di stato, in cui si ordinava addirittura lo sterminio dei cristiani, come unica soluzione per soffocare il germe di quella “follia”, ritenuta tale dal suo governo.

Di seguito diamo un breve tratto biografico dei due capoelenco liturgico del gruppo dei 103 santi martiri: Andrea Kim Taegon e Paolo Chong Hasang.

Andrea nato nel 1821 da una nobile famiglia cristiana, crebbe in un ambiente decisamente ispirato ai principi cristiani, il padre in particolare aveva trasformato la sua casa in una ‘chiesa domestica’, ove affluivano i cristiani ed i neofiti della nuova fede, per ricevere il battesimo, scoperto tenne con forza la sua fede, morendo a 44 anni martire.

Aveva 15 anni quando uno dei primi missionari francesi arrivati in Corea nel 1836, lo inviò a Macao per prepararlo al sacerdozio. Ritornò come diacono nel 1844 per preparare l’entrata del vescovo mons. Ferréol, organizzando una imbarcazione con marinai tutti cristiani, andando a prenderlo a Shanghai, qui fu ordinato sacerdote e insieme, di nascosto con un viaggio avventuroso, penetrarono in Corea, dove lavorarono insieme sempre in un clima di persecuzione.

Con la nobiltà del suo atteggiamento, con la capacità di comprendere la mentalità locale, riuscì ad ottenere ottimi risultati d’apostolato. Nel 1846 il vescovo Ferréol lo incaricò di far pervenire delle lettere in Europa, tramite il vescovo di Pechino, ma durante il suo incontro con le barche cinesi, fu casualmente scoperto ed arrestato.

Collaborò alacremente affinché il primo sacerdote Yan arrivasse in Corea e poi dopo di lui i missionari francesi: il vescovo Imbert ed i sacerdoti Maubant e Chastan.

Fu accolto con la madre e la sorella dal vescovo Imbert, il quale desiderava farlo diventare sacerdote, ma la persecuzione infuriava e un apostata li tradì, facendoli imprigionare.

Paolo Chong Hasang venne interrogato e torturato per fargli abbandonare la religione straniera a cui si era associato, ma visto la sua grande fermezza, venne condannato e decapitato il 22 settembre 1839, insieme al suo caro amico Agostino Nyon, anche lui firmatario di una petizione al papa per l’invio di un vescovo in Corea.

Anche la madre e la sorella vennero uccise dopo alcuni mesi. Il vescovo e i due sacerdoti delle Missioni Estere di Parigi, vennero decapitati anche loro nel 1839.

Nel suo viaggio pastorale in quella terra lontana il Papa Giovanni Paolo II, il 6 maggio 1984, iscrisse i martiri coreani nel calendario dei santi.

La loro memoria si celebra nella data odierna, perché un gruppo di essi subì il martirio in questo mese, alcuni il 20 e il 21 settembre.

Ma veniamo al testo evangelico odierno.

Il Vangelo ci fa riflettere sul fatto che siamo come i bambini del testo di oggi, viziati, mai contenti di ciò che accade.

La pigrizia di questi fanciulli È PARAGONATA ALLA SORDITÀ CHE IL POPOLO D’ISRAELE STA DIMOSTRANDO NEL RIFIUTARE GLI INSEGNAMENTI, PRIMA DI GIOVANNI IL BATTISTA, E DI GESÙ STESSO POI.

Gesù smaschera, una ennesima volta, quest’atteggiamento rivelando la profonda ipocrisia, che in esso è contenuta.

Dietro a questo atteggiamento passivo si nasconde, in realtà una durezza di cuore, durezza a qualsiasi esortazione.

La sordità d’Israele è, in realtà, la nostra incapacità di riconoscere la vera salvezza. Il rifiuto al gioco diventa, per noi il rifiuto di qualcosa di ben più grande.

Quante volte critichiamo tutto: se la Chiesa dice questo…, perché dice quello…, si dice tutto il contrario…, e la stessa cosa facciamo con Dio e con gli altri.

In fondo, in fondo, forse incoscientemente, vogliamo giustificare la nostra pigrizia e l’assenza del desiderio di un’autentica conversione.

che cosa c’è di più logico che non voler vedere le proprie piaghe specialmente se uno le cela per non vederle? Da questo si deduce che, ulteriormente anche se le scopre un altro, quegli ostinatamente dirà che non sono piaghe e lascerà che il suo cuore si abbandoni a parole false”.

Dobbiamo permettere che LA PAROLA DI DIO arrivi al nostro cuore e ci converta: dobbiamo permettere che ci cambi, che ci trasformi con il Suo potere.

Per questo, però, dobbiamo chiedere il dono dell’umiltà.

Perché solo l’umile può accettare Dio, per cui, dobbiamo lasciare che si avvicini a noi, che, come “pubblicani” e “peccatori”, abbiamo bisogno che ci guarisca.

Guai a chi crede di non aver bisogno del medico

Fratelli e Sorelle, siamo sempre pronti a lamentarci di tutto e di tutti, e soprattutto di Dio.

E ci siamo fatti pure la convinzione -VERGOGNOSA- che, se la nostra vita è piena di soddisfazione e di successi, ALLORA DIO È BUONO.

Ma se, malauguratamente, inciampiamo, allora Dio non esiste oppure è malvagio, e quindi la sua Signoria non ci interessa più.

E, di conseguenza, non siamo mai soddisfatti, mettiamo sempre alla sbarra Dio e le sue scelte, e passiamo il nostro tempo a lamentarci.

Dimenticando che il tempo che ci è messo a disposizione, fluisce tra le nostre mani e non torna più. 

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!