20.03.2023 LUNEDI’ SAN GIUSEPPE– MATTEO 1,16.18-21.24 “Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MATTEO 1,16.18-21.24
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù, chiamato Cristo. Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati». Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore. Parola del Signore
Mediti…AMO
San Giuseppe è lo Sposo di colei che sarebbe stata Madre del Verbo fatto carne, Giuseppe è stato prescelto come “guardiano della parola”.
Oggi infatti ricorre la solennità di San Giuseppe, sposo della Beata Vergine Maria e Patrono della Chiesa universale.
È una parentesi festiva dentro l’austerità della Quaresima.
L’allegria di questa festa, però, non risulta essere un ostacolo per continuare il nostro cammino di conversione che è proprio del tempo quaresimale.
È bravo chi, alzando il suo sguardo, si sforza perché la propria vita si adatti al progetto di Dio. Ed è bravo chi, guardando gli altri, cerca di interpretare sempre nel migliore dei modi tutte le azioni che realizzano e salva la buona fama.
Nei due aspetti di questa bontà, ci viene presentato san Giuseppe nel Vangelo di oggi.
Dopo la Beata Vergine, Giuseppe è il più grande santo. San Gregorio Nazianzeno ha scritto che «Il Signore ha riunito in Giuseppe, come in un sole, tutto quello che i santi hanno in termine di luce e di splendore».
La figura di questo grande Santo, pur rimanendo piuttosto nascosta -nei Vangeli, infatti, non viene riportata alcuna parola di Giuseppe, ma solamente le sue azioni dalle quali traspaiono le sue qualità- riveste nella storia della salvezza un’importanza fondamentale.
Eppure senza di lui, senza la sua presenza accanto alla famiglia di Nazareth, noi oggi non saremmo qui a sperimentare la salvezza.
Giuseppe nella sua vita non ha mai parlato, eppure il suo silenzio è stato così intenso, da avere cambiato il corso della storia.
Tutti noi siamo affascinati dalla figura di Maria, la sua amata sposa, ma anche Giuseppe è stato determinante nella storia della salvezza.
Aveva un sogno e dei progetti, il giovane falegname di Nazareth, e un giorno si è dovuto confrontare con l’inaudito.
E Giuseppe, «uomo giusto», in senso biblico «timorato di Dio», «obbediente ai progetti dell’Onnipotente», è lo sposo di Maria e il padre di Gesù secondo la Legge: dandogli il nome -funzione tipica del padre ufficiale (Mt 1,21-25)- ed appartenendo egli alla tribù di Giuda, permette al Figlio di Dio di legarsi alla dinastia davidica, quale «figlio di Davide, figlio di Abramo» (Mt 1,1 e Lc 1,27).
Si, Giuseppe è “giusto”, cioè irreprensibile, autentico, onesto, di alto profilo; non giudica secondo le apparenze, pur ferito a morte, sa superare il suo orgoglio e usa misericordia verso la donna che ama.
“Giusto” come i giusti dell’antico testamento, come i pii davanti a Dio, come i retti di cuore che tanto la Scrittura loda.
Come l’antico Giuseppe, anch’egli è posto da Dio quale custode della sua casa (Gen 41,41-43; At 7,10).
Pronto a obbedire, al pari della sposa Maria, alla parola di Dio, rivelatagli in sogno da un angelo del Signore «gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: “Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo“», prende Maria come sua sposa.
Poi fugge in Egitto con la santa Famiglia per sfuggire alla persecuzione di Erode (Mt 2,13-15).
Ritorna, come indicato dall’angelo, per stabilirsi a Nazareth, dando così compimento alle profezie contenute nelle Scritture (Mt 2,22-23).
La sua grandezza, al pari di quella di Maria, risalta ancor più perché la sua missione si è svolta nell’umiltà e nel nascondimento della casa di Nazareth.
Del resto, Dio stesso, nella Persona del suo Figlio incarnato, ha scelto questa via e questo stile -l’umiltà e il nascondimento- nella sua esistenza terrena.
Ebbene, san Giuseppe, Sposo della Beata Vergine Maria e Custode del Redentore, è stato un servo fedele e saggio, ha accolto con obbediente docilità la volontà del Signore, che gli ha affidato la «sua» famiglia sulla terra, perché la curasse con quotidiana dedizione.
In questa missione san Giuseppe perseverò con fedeltà e amore.
Per questo la Chiesa ce lo addita come singolare modello di servizio a Cristo e al suo misterioso disegno di salvezza e lo invoca come speciale patrono e protettore dell’intera famiglia dei credenti.
In modo speciale, Giuseppe ci viene oggi indicato, nel giorno della sua festa, come il Santo sotto il cui efficace patrocinio la divina Provvidenza ha voluto porre le persone e il ministero di quanti sono chiamati ad essere, all’interno del popolo cristiano, «padri» e «custodi».
Come ho accennato, di lui non ci è giunta nessuna sua parola: ha servito in silenzio, obbedendo al Verbo, a lui rivelato dagli angeli in sogno, e, in seguito, nella realtà, dalle parole e dalla vita stessa di Gesù.
Anche il suo consenso, come quello di Maria, esigeva una totale sottomissione dello spirito e della volontà. Giuseppe ha creduto a quello che Dio ha detto; ha fatto quello che Dio ha detto.
La sua vocazione è stata di dare a Gesù tutto ciò che può dare un padre umano: l’amore, la protezione, il nome, una casa. La sua obbedienza a Dio comprendeva l’obbedienza all’autorità legale.
E fu proprio essa a far sì che andasse con la giovane sposa a Betlemme e a determinare, quindi, il luogo dell’Incarnazione.
Dio fatto uomo fu iscritto sul registro del censimento, voluto da Cesare Augusto, come figlio di Giuseppe.
Più tardi, la gioia di ritrovare Gesù nel Tempio in Giuseppe fu diminuita dal suo rendersi conto che il Bambino doveva compiere una missione per il suo vero Padre: egli era soltanto il padre adottivo.
Ma, accettando la volontà del Padre, Giuseppe diventò più simile al Padre, e Dio, il Figlio, gli fu sottomesso. Il Verbo, con lui al momento della sua morte, donò la vita per Giuseppe e per tutta l’umanità.
LA VITA DI GIUSEPPE FU OFFERTA AL VERBO, MENTRE LA SOLA PAROLA CHE EGLI AFFIDA A NOI È LA SUA VITA.
Fratelli e Sorelle, ecco allora che la Quaresima diventa una buona occasione per scoprire quello che si aspetta Dio da noi e per rafforzare il nostro desiderio di tradurlo in pratica.
Chiediamo al buon Dio, «per l’intercessione dello Sposo di Maria», come diremo nella colletta della Messa, che avanziamo nel nostro cammino di conversione, imitando San Giuseppe nell’accettare la volontà di Dio e nell’esercizio della carità verso il prossimo.
Allo stesso tempo, teniamo presente ciò che San Bernardino di Siena ci ricorda «…tutta la Chiesa santa è debitrice verso la Vergine Madre, poiché per mezzo di Lei ha ricevuto Cristo, così pure, dopo di Lei, San Giuseppe è il più degno della nostra riconoscenza e riverenza».
Essi sono le due braccia di Dio aperte ad accogliere ogni uomo in un abbraccio di misericordia.
Tutto è già pronto dall’eternità:
- Maria è piena di Grazia, Immacolata Concezione per dare alla luce il Messia Immacolato;
- Giuseppe è figlio della Giustizia misericordiosa di Dio per accogliere e il “Giusto che si addosserà il peccato di molti”.
Le loro nozze, già compiute nella volontà di Dio, si celebrano ora nel tempo e nella carne, perché la volontà di salvezza giunga nel tempo e ad ogni carne.
Nella pienezza dei tempi Dio ha aperto il Cielo e ha inviato l’officiante, l’angelo dell’annuncio.
Perché queste nozze sono l’annuncio della Buona Notizia e l’umanità è in attesa del loro “consenso“.
“Dalla tua bocca dipende la consolazione dei miseri, la redenzione dei prigionieri, la liberazione dei condannati, la salvezza di tutti i figli di Adamo, di tutto il genere umano. Non sia che mentre tu sei titubante, egli passi oltre e tu debba, dolente, ricominciare a cercare colui che ami. Levati su, corri, apri! Levati con la fede, corri con la devozione, apri con il tuo assenso” (dirà ancora San Bernardo, nelle sue “Omelie sulla Madonna”).
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!