“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 6,7-15
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male. Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe». Parola del Signore
Mediti…AMO
Tre sono le direttrici da approfondire in questa quaresima, come da sempre proposto dall’esperienza della Chiesa:
- il digiuno,
- l’elemosina
- e la preghiera.
Il “Padre nostro” è una preghiera filiale, ma è anche la preghiera fraterna per eccellenza.
In essa il Signore sottolinea la fratellanza tra tutti gli uomini che egli è venuto a consacrare per mezzo del suo sangue sulla croce
In essa Gesù insiste tanto sul perdono e ci dice che possiamo essere grandi peccatori, possiamo essere criminali, e dire il “Padre nostro”.
Ma a condizione di voler perdonare tutti, a condizione di non voler serbare nessun risentimento nel fondo del nostro cuore.
Eh sì! Perchè il “Padre nostro” è una preghiera che, o si traduce in scelte concrete, come quella ardua del perdono del fratello, o diventa sterile ed inutile.
SOLO COSÌ SAREMO VERAMENTE FIGLI DEL PADRE.
Purtroppo, non solo non sappiamo pregarlo, ma, peggio ancora, lo abbiamo imparato a memoria.
LO DICIAMO MECCANICAMENTE, TANTO CHE CI SCIVOLA ADDOSSO.
E con superficialità, ci passiamo sopra, non riflettiamo più sul significato e lo riteniamo una formula ormai acquisita.
Solo chi ha l’ardire di andare a fondo, nel dialogo col Signore, SI RENDE CONTO CHE IL PROTAGONISTA DEVE ESSERE IL CUORE, PIÙ CHE LE PAROLE.
PREGHIAMO DIO PERCHÈ CI RENDA CAPACI DI ESSERE OGNI VOLTA SBIGOTTITI DINANZI AL MISTERO, ED ESSERLO A TAL PUNTO DA DIVENTARE MUTI…
Chissà se un giorno torneremo a recitare il Pater come se fosse la prima volta.
Ogni parola segna un limite, definisce un concetto, cerca di afferrare una realtà circoscrivendola, ci deve far tremare per la sua bellezza e per la verità che in ognuna di esse abita.
Se leggiamo bene il Nuovo Testamento notiamo che ci sono due redazioni del Padre Nostro:
- Luca (Lc 11,1-4), dove il Padre Nostro è più corto. Infatti Luca scrive per le comunità che venivano dal paganesimo.
- e Matteo (Mt 6,7-13), il Padre Nostro si trova nel Discorso della Montagna, nella parte in cui Gesù orienta i discepoli nella pratica delle tre opere di pietà: elemosina (Mt 6,1-4), preghiera (Mt 6,5-15) e digiuno (Mt 6,16-18). Il Padre Nostro fa parte di una catechesi per i giudei convertiti. Loro erano abituati a pregare, ma avevano vizi che Matteo cerca di correggere.
Matteo, nei versetti 7-8, elenca i vizi da correggere. Occorre tener presente che Gesù critica le persone per le quali la preghiera era una ripetizione di formule magiche, di parole forti, dirette a Dio per obbligarlo a rispondere alle nostre necessità.
L’accoglienza della preghiera da parte di Dio non dipende dalla ripetizione delle parole, MA DALLA BONTÀ DI DIO CHE È AMORE E MISERICORDIA.
Il Signore Iddio vuole il nostro bene e conosce le nostre necessità prima ancora che noi eleviamo a Lui le nostre preghiere.
Ma vediamo bene il testo matteano.
Matteo 6,9a: Le prime parole “Padre Nostro” Abba, Padre, è il nome che Gesù usa per rivolgersi a Dio e che rivela LA NUOVA RELAZIONE CON DIO CHE DEVE CARATTERIZZARE LA VITA DELLE COMUNITÀ (Gal 4,6; Rom 8,15). Diciamo “Padre nostro” e non “Padre mio”, perchè l’aggettivo “nostro” mette L’ACCENTO SULLA CONSAPEVOLEZZA DI APPARTENERE TUTTI ALLA GRANDE FAMIGLIA UMANA DI TUTTE LE RAZZE E CREDO. Pregare il Padre ed entrare nell’intimità con Lui, vuol dire anche mettersi in sintonia con le grida di tutti i fratelli e le sorelle per il pane di ogni giorno. Vuol dire cercare in primo luogo il Regno di Dio.
Matteo 6,9b-10: Tre richieste per la causa di Dio: 1-il Nome, 2-il Regno, 3-la Volontà. Nella prima parte chiediamo che si ristabilisca la nostra relazione con Dio. Santificare il Nome: Il nome JAVE significa Sono con te! Dio conosce. In questo NOME Dio si fece conoscere (Es 3,11-15).
Il nome di Dio è santificato quando è usato con fede e non con magia, per la libertà della gente e per la costruzione del Regno.
La Venuta del Regno: L’unico signore e re della vita è Dio (Is 45,21; 46,9). La venuta del Regno è la realizzazione di tutte le speranze e promesse. E’ la vita piena, il superamento delle frustrazioni sofferte con i re ed i governi umani. Questo Regno verrà quando sarà fatta pienamente la volontà di Dio.
Fare la SUA Volontà, che si esprime nella sua Legge, in cielo come in terra. In cielo, il sole e le stelle obbediscono alle leggi delle sue orbite e creano l’ordine dell’universo (Is 48,12-13).
Matteo 6,11-13: Quattro richieste per la causa dei fratelli: 1-Pane, 2-Perdono, 3-Vittoria, 4-Libertà. Nella seconda parte del Padre nostro chiediamo che si restauri la relazione tra le persone. Le quattro richieste mostrano come bisogna trasformare le strutture della comunità e della società per fare in modo che tutti i figli di Dio abbiano, NEL PANE, la stessa dignità. Nell’esodo, ogni giorno, la gente riceveva la manna nel deserto (Es 16,35). E La Provvidenza Divina passava attraverso l’organizzazione fraternae la condivisione. GESÙ CI INVITA A COMPIERE UN NUOVO ESODO, UN NUOVO MODO DI CONVIVENZA FRATERNA CHE GARANTISCE IL PANE PER TUTTI (Mt 6,34-44; Gv 6,48-51). Perdono dei debiti: Ogni 50 anni, l’Anno Giubilare obbligava a perdonare i debiti. Era un nuovo inizio (Lv 25,8-55). Gesù annuncia un nuovo Anno Giubilare, “un anno di grazia da parte del Signore” (Lc 4,19), perchè vuole ricominciare tutto di nuovo. Ma facciamo bene attenzione a non cadere nella Tentazione, perchè nell’esodo, la gente venne tentata e cadde (Dt 9,6-12), mormorò e volle tornare indietro (Es 16,3; 17,3). NEL NUOVO ESODO, LA TENTAZIONE SARÀ SUPERATA DALLA FORZA CHE LA GENTE RICEVE DA DIO (1Cor 10,12-13). Liberazione dal Male, che è Satana, ed allontana da Dio ed è motivo di scandalo. Riesce ad entrare in Pietro (Mt 16,23) ed a tentare Gesù nel deserto. Ma il Signore lo vince (Mt 4,1-11) e ci dice con forza “…Coraggio, io ho vinto il mondo!” (Gv 16,33).
Matteo 6,14-15: Chi non perdona non sarà perdonato. Nel pregare il Padre nostro, pronunciamo la frase che ci condanna o ci assolve: “…perdona le nostre colpe come noi perdoniamo i nostri debitori” (Mt 6,12).
Offriamo a Dio la misura del perdono che vogliamo. Se perdoniamo molto, Lui perdonerà molto, ma se perdoniamo poco, lui perdonerà poco.
E, se non perdoniamo per nulla, lui neanche potrà perdonare.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!