“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 3,20-21
+ In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé». Parola del Signore
Mediti…AMO
La sobria ma accurata narrazione di Marco -in soli due versetti- dice molto in poche parole: Gesù torna a casa, ma anche lì non può riposare.
Ma questa brevità, del Vangelo di oggi, è inversamente proporzionale all’efficacia dell’immagine che offre.
Infatti l’immensità della gente che attornia Gesù è così grande che si ha subito la sensazione che l’evangelista Marco stia man mano facendo percepire che l’identità messianica di Gesù si sta rivelando, e proprio per questo il suo seguito diventa incontenibile.
Infatti la folla ha bisogno di sentirlo e di chiedergli guarigioni al più presto, come se stesse per scomparire dalla loro vita e non ci fosse più tempo.
La vita di Gesù è motivata e animata da un amore che non cammina nei sentieri del calcolo e non può essere misurato con la ragione, una vita che incarna l’amore folle di Dio.
E chi non conosce questo amore non può neppure comprendere neppure le sue scelte.
Ed è quello che accade a Gesù: non deve fare i conti solo con l’accanita ostinazione dei farisei ma anche con le legittime paure dei parenti, che scendono a Cafarnao, per riportarlo a casa.
Perchè l’eco della sua fama è giunta fino al piccolo villaggio, fra le montagne, e i suoi parenti sono irritati dal suo comportamento: hanno saputo che si è messo contro gli scribi e i farisei e i potenti del Tempio.
Però anche questa notazione ci descrive una cosa molto bella: “I suoi” pensavano che “Era fuori di testa”.
E questo ci dice che la famiglia di Gesù era una famiglia perfettamente normale, come tutte le nostre famiglie, che si preoccupano per lui, lo interrogano, lo proteggono, lo amano, pur senza capirlo…
Fratelli e Sorelle, bisogna certamente considerare che Gesù non ha avuto una vita tranquilla: ha frequentato gli esattori delle tasse, è stato visto con le prostitute, ha toccato i lebbrosi.
Non c’è da stupirsi che la sua famiglia fosse preoccupata.
La nota triste è che NESSUNO DEI FAMILIARI DI GESÙ È DIVENTATO SUO DISCEPOLO, anzi, addirittura, vogliono portarlo via con la forza.
A volte ciò che pensa la gente, il buon nome della famiglia, diventano un idolo cui sacrificare anche la relazione.
Gesù è impazzito, pensano, PERCHÉ PREDICA E PASSA IL TEMPO AD ASCOLTARE GLI ALTRI E A GUARIRLI.
Anche la sua famiglia si era preoccupata, perché aveva sentito dire (“si diceva”) che egli era diventato pazzo, e nel riportarlo a casa, voleva difenderlo.
È un passaggio significativo che ci fa capire che a volte, nonostante le migliori intenzioni, e spesso proprio a causa di esse, impediamo a Dio di compiere la sua opera.
Che cosa triste la calunnia, Fratelli e Sorelle, che non è “il venticello di Rossiniana memoria”, cantata da Don Basilio nel “Barbiere”, MA UN’ARMA LETALE, CHE UCCIDE.
Coloro che voltano le spalle alla verità, sono nella menzogna, e non capiscono che il Messia è venuto per rivelare IL VERO VOLTO DI DIO, e non capiscono che, la grande novità cristiana, CONSISTE NEL FATTO CHE GESÙ CRISTO IN PERSONA È LA PAROLA-VERITÀ, RIVELATRICE DEL PADRE, ILLUMINATA DALLO SPIRITO.
Anche se questa PAROLA agli occhi del mondo mostrerà che, la pazzia del Cristo, troverà il suo pieno compimento nella morte volontaria sul patibolo della croce, dopo aver annunziato un parametro di giudizio davvero sconvolgente:
- «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici».
QUANDO PROCLAMA “BEATI” COLORO CHE DONANO LA LORO VITA PER GLI ALTRI.
Fratelli e Sorelle dovremmo ricordarci che le ispirazioni di Dio, non collimano necessariamente con le nostre ragionevoli attese, ma SCARDINANO SEMPRE IL NOSTRO TRANQUILLO E SERENO MODO DI VIVERE.
Perchè l’irrompere di Dio è sempre inquietante, struggente, scombussola dati acquisiti, mette in crisi.
L’Evangelista Marco, qui e altrove, non ha paura di denigrare la famiglia d’origine di Gesù, PER CONTRAPPORGLI LA NUOVA FAMIGLIA CHE SONO I SUOI DISCEPOLI.
Anche noi abbiamo fatto la stessa esperiernza, quando abbiamo trovato maggiore affetto e attenzione fra i fratelli di fede, che non fra quelli di sangue.
Il vangelo crea nuovi ed inattesi legami e affetti, duraturi, autentici, profondi, anche se il mondo non li coglie, o non li capisce affatto.
Sono terribili questi due versetti, Fratelli e Sorelle.
Ci raccontano che è difficile riconoscere Dio presente nella storia che fluisce intorno a noi.
Lo è anche per chi è molto vicino a Dio, o per chi vive alla sua presenza.
Questa pericope evangelica marciana, letta con molta attenzione, diventa una terribile spina nel fianco.
In essa, chi dubita, chi accusa Gesù di follia, NON SONO I SOLITI SCRIBI E I SOLITI FARISEI.
Sono invece coloro che in modo più vicino vivono la relazione con lui: «i suoi», i suoi parenti, i suoi fratelli… sua madre.
GIÀ, STANDO A MARCO, ANCHE SUA MADRE.
Le parole e le opere compiute dal Maestro, attestano che Gesù, dopo essere vissuto sino a trenta anni, ben integrato nel gruppo parentale e sociale, facendo il falegname, è andato incontro ad un repentino cambiamento di vita e di comportamento, così radicale, da indurre il sospetto di essere gravato da uno squilibrio mentale (“…è fuori di testa”).
Purtroppo nemmeno i suoi parenti hanno compreso che la missione del Figlio di Dio è quella di dare la vita, non di viverla nell’ottica della “ragionevolezza umana”.
Egli è il BUON PASTORE, che non pascola il gregge per nutrirsi di lui, ma che si consuma per i suoi fedeli.
E questo dono di sé, questa consumazione è incomprensibile al mondo, persino ai familiari che non tardano, nel racconto di marco, a tentare un gesto per riportare Gesù a più miti consigli.
Fratelli e Sorelle, siate certi che il medesimo destino di Gesù è riservato a coloro che vogliono seguire il Maestro.
Ne abbiamo la prova tramite l’esperienza dei santi.
Ricordiamo figure eccelse come San Giovanni Bosco e, più vicino a noi, Padre Pio e tantissimi altri.
Prima di loro è rimasto vittima di simili pregiudizi lo stesso Signore Gesù, che i loro contemporanei hanno spesso accusati di essere fuori di sé.
Molti sono morti torturati e la Chiesa li definisce martiri perché furono testimoni della fede in Gesù Cristo.
E, colui che aderisce a Gesù Cristo deve sapere che berrà allo stesso calice.
Ricordiamoci che dobbiamo fare della volontà di Dio l’unica norma di vita e imparare a verificare ogni scelta alla luce della Parola di Dio e della tradizione della Chiesa.
È questa la via che hanno percorso i santi.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!