20.01.2022 GIOVEDI’ 2 SETT. T.O. – Marco 3,7-12 «Tu sei il Figlio di Dio».
… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….
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Dal Vangelo secondo Marco 3,7-12
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui. Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo. Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse. Parola del Signore
Mediti…AMO
Cerchiamo di riassumere le letture di questi ultimi tempi.
Siamo giunti alla conclusione di cinque conflitti (da Mc 2,1 a 3,6), che dimostrano che la “Buona Novella” così come veniva annunciata da Gesù diceva esattamente il contrario di quanto finora insegnato delle autorità religiose giudaiche dell’epoca.
Per questo, alla fine dell’ultimo conflitto, si capisce ormai che Gesù sarà messo a morte.
E la morte già si delinea, ormai chiara, all’orizzonte. In Marco 3,6, che abbiamo letto ieri, abbiamo visto che ormai avevano deciso di farlo morire
E QUESTO PERCHÉ GESÙ AVEVA MOSTRATO L’AMORE CONTENUTO NELLA PAROLA DI DIO, VERSO L’UOMO E LO AVEVA FATTO SI CON AUTOREVOLEZZA, MA ANCHE CON LA SUA BONTÀ, e la sua fama si era diffusa.
Egli aveva creato unità attorno a sé, e tutti i malati erano accorsi da lui per farsi guarire, e le folle, per sentire parole nuove di un messaggio che si sente… viene da Dio!
È per questo che la folla, che non era accolta, né presa in considerazione dalla società religiosa del tempo, raggiunge Gesù, anche da lontano, anche dai territori pagani.
E il Maestro non respinge la folla, anzi, accoglie tutti e a tutti dona sé stesso, il suo tempo, la sua attenzione. E le persone si sentono accolte e amate, gioiscono e si convertono.
Ma Gesù è costretto a ritrarsi, percependo il pericolo che viene da coloro che hanno decretato la sua morte dopo il miracolo della mano guarita. Ma la sua non è una fuga determinata dalla paura. Al contrario, apre nuovi cammini, nuovi incontri. Il suo esodo determina un inizio sorprendente.
Chiede una barca per sottrarsi alla folla “perché non lo schiacciassero“. Infatti ne aveva guariti così tanti che chi aveva qualche male gli si “gettava addosso”
Il Signore ha necessità di una barca, per distanziarsi un poco dalla folla che lo pressa e poter così parlare del Regno.
Inoltre, da quella distanza riesce a farsi sentire da tutti e può annunciare liberamente la Parola.
È bello ciò che aveva costretto Gesù a fare ciò. La folla era venuta da ogni dove. Dai quattro punti cardinali oltre che dalla Galilea, dalla Giudea, dall’Idumea, da Gerusalemme, da oltre il Giordano e poi dal nord, Tiro e Sidone, cioè un elenco che dice questa specie di accerchiamento. Lo aveva come accerchiato da terra e lui se ne era andato sul mare…
LE LOCALITÀ CITATE SONO SETTE, NUMERO CHE INDICA LA COMPLETEZZA, LA TOTALITÀ. DUNQUE, È UN ACCORRERE UNIVERSALE.
Gesù non ha raggiunto il successo mediante la brama di possedere, la brama del potere e dell’apparire, che sono all’origine di ogni male.
Ma ha vinto tutto questo PROPRIO CON IL SUO INSUCCESSO, CON LA POVERTÀ, CON IL SERVIZIO E L’UMILTÀ DI CHI AMA.
I nomi di luogo in questo versetto sono come un catalogo di tutte le regioni della Palestina abitate dai giudei. Il menzionarle tutte attorno a Gesù è l’immagine che porta alla creazione di un nuovo Israele nell’elezione dei Dodici.
L’”Idumea”: al tempo di Gesù indicava il sud della Palestina. L’origine del termine è legata a Edom, la popolazione araba che abitava la regione a sud-est della Palestina. Al tempo di Gesù l’Idumea era sotto l’amministrazione diretta del procuratore romano.
“Tiro e Sidone”: erano città costiere fenicie, situate al di fuori del territorio giudaico, servono a mostrare l’interesse di Gesù per il mondo non giudaico.
Ma sono tutte località pagane.
Nel tempio di Gerusalemme si potrebbe dire che Gesù non aveva riscosso alcun successo con la predicazione, tanto è vero che stanno complottando di Lui per metterlo a morte.
Da parte invece delle città pagane, dei luoghi limitrofi, qualcosa sta succedendo.
L’annuncio è accolto non nel cuore di Gerusalemme avvinghiata al suo ‘potere’ religioso, ma in questa periferia che sente il bisogno dell’annuncio della Misericordia del Signore perché sente una Parola che è veramente diversa, che presenta il vero Volto del Padre.
Queste comunità pagane sono le prime che dimostrano sensibilità all’annuncio evangelico di Gesù e si aprono alla guarigione del corpo e dell’anima, riconoscendolo Figlio di Dio.
- “Tu sei il figlio di Dio
Sono persone liberate dalla schiavitù (ecco il senso dell’impurità) che diventano capaci di riconoscere il Volto di Cristo, che è il Figlio di Dio.
DIO SI SVELA A CHIUNQUE HA IL CUORE DISPOSTO AD ACCOGLIERLO. Dirà Pietro in Atti 10,34:
- “34Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: «In verità comprendo che DIO NON FA PREFERENZA DI PERSONE; 35 ma che in qualunque nazione chi lo teme e opera giustamente gli è gradito”.
E passiamo dal tentativo di metterlo a morte, al mondo intero che cerca Gesù, fonte di vita e di liberazione. Nasce la Chiesa universale… da costituire, ci sono discepoli da educare, evangelizzatori da formare.
Gesù non è più solo, è come il seme che se muore porta frutto.
Ormai “si ritira”, ma per stare con i discepoli. Vuole che alcuni imparino a vivere come Lui, a stare dalla parte della gente e degli ultimi.
COME DALLA CROCE NASCE LA CHIESA, COSÌ DALLA DECISIONE DI UCCIDERLO NASCE LA COMUNITÀ DEI DODICI.
E il Vangelo si diffonde non per strategie teologiche e organizzative, ma per contatto, per l’attenzione che si rivolge ai più deboli, per attrazione, per testimonianza, per gioia che si diparte da Gesù stesso, anche attraverso la nostra testimonianza di vita. Avviene quando ci sono folle che schiacciano, malati che toccano…
Ce lo dice San Giovanni nel 4’ evangelo, al capitolo Gv 12,32:
- “…e io, quando sarò elevato da terra, attirerò tutti a me”.
Sant’Efrem Siro (306-373), teologo, scrittore e santo siro, DOTTORE DELLA CHIESA, fra i più antichi scrittori di lingua siriaca e il più importante fra essi, definito “la cetra dello Spirito Santo“, canta, riguardo a Giovanni 12,32:
- “Oggi la croce avanza, la creazione esulta; la croce, via degli smarriti, speranza dei cristiani, predicazione degli apostoli, sicurezza dell’universo, fondamenta della Chiesa, fonte per coloro che hanno sete…
In una grande mitezza, Gesù è condotto alla Passione: è condotto davanti a Pilato; alla sesta ora viene dileggiato, fino all’ora nona sopporta il dolore dei chiodi, poi la sua morte pone fine alla sua Passione.
Alla dodicesima ora, viene deposto dalla croce: sembra un leone che dorme…
Durante il giudizio, la Sapienza tace e la Parola non dice nulla. I suoi nemici lo disprezzano e lo crocifiggono… Coloro ai quali, ieri, egli aveva dato il suo corpo in cibo, lo guardano da lontano.
Pietro, il primo degli apostoli, per primo è fuggito.
Anche Andrea si è dato alla fuga, e Giovanni, che riposava sul suo petto, non ha impedito ad un soldato di trafiggere quel petto con la sua lancia.
I Dodici sono fuggiti; non hanno detto nemmeno una parola in favore di colui che ha dato la sua vita per loro.
Non c’è Lazzaro, che era stato richiamato in vita da lui.
Il cieco non ha pianto colui che gli aveva aperto gli occhi alla luce, e lo zoppo, che grazie a lui poteva camminare, non gli è corso dietro.
Solo un malfattore, crocifisso accanto a lui, lo confessa e lo chiama suo re. O ladrone, fiore precoce dell’albero della croce, primo frutto del legno del Gòlgota…!
Il Signore regna; la creazione è nella gioia.
La croce trionfa, e tutte le nazioni, razze, popoli e lingue (Ap 7,9) vengono per adorarlo…
La croce rende la luce all’universo intero, scaccia le tenebre e raduna le nazioni… in una sola Chiesa, una sola fede, un solo battesimo nella carità.
Essa si erge nel centro del mondo, fissata sul Calvario”.
Ma torniamo al testo odierno, per concludere.
Mentre sembra ritirarsi, il Signore invece SI CONSEGNA A TUTTI COLORO CHE CREDONO IN LUI, AI PIÙ POVERI, AGLI AMMALATI, A CHI SI TROVA NEL PIANTO E NEL DOLORE.
Ma non si ritira il Signore, perché, come scrive ROMANO GUARDINI, in “Accettare sé stessi”:
- “Il Signore è sempre vicino, essendo alla radice del nostro essere. Tuttavia, dobbiamo sperimentare il nostro rapporto con Dio tra i poli della lontananza e della vicinanza. Dalla vicinanza siamo fortificati, dalla lontananza messi alla prova“.
QUANDO SI AMA QUALCUNO SI SENTE IL BISOGNO DI TOCCARLO.
Come fa Lui con il lebbroso, con l’uomo dalla mano inaridita, con la suocera di Pietro, con la figlia di Giairo; come fa l’emorroissa con Lui; come è chiamata a fare la Chiesa: toccare cercando la solitudine dell’incontro nella solidarietà.
Senza mai cavalcare l’onda del clamore, del successo, del potere, e mai cercando di evitare il fragile sentiero del legno: quello della piccola barca di Gesù… quello della Croce…
Ancora oggi, Gesù mantiene questa vicinanza, questa cura e tenerezza con tutti quanti lo invocano.
Così possiamo ripetere nel canto, a maggior Gloria di Dio …Misericordias Domini in aeternum cantabo.
Ragioniamoci sopra…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!