“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo Mt 18,1-5.10
+ In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nella storia della salvezza, Dio affida agli Angeli l’incarico di proteggere i patriarchi, i suoi servi e tutto il popolo eletto.
Pietro in carcere viene liberato dal suo Angelo. Gesù a difesa dei piccoli dice che i loro Angeli vedono sempre il volto del Padre che sta nei Cieli.
Essi sono figure celesti presenti nell’universo religioso e culturale della Bibbia, così come in molte religioni antiche.
E quasi sempre sono rappresentati come esseri alati (in quanto forza mediatrice tra Dio e la Terra).
Gli angeli traggono l’origine del loro nome, nel vocabolo greco anghelos =messaggero.
Non a caso, nel linguaggio biblico, il termine indica una persona inviata per svolgere un incarico, una missione.
Ed è proprio con questo significato che la parola ricorre circa 175 volte nel Nuovo Testamento e 300 nell’Antico Testamento, che ne individua anche la funzione di milizia celeste, suddivisa in 9 gerarchie:
- Cherubini,
- Serafini,
- Troni,
- Dominazioni,
- Potestà,
- Virtù celesti,
- Principati,
- Arcangeli,
Oggi il tema degli Angeli, quasi scomparso dalle omelie liturgiche, riecheggia stranamente nei pulpiti dei media in versione new age, nei film e addirittura negli spot pubblicitari, che hanno voluto recepirne esclusivamente l’aspetto estetico e formale, usando indifferentemente angeli buoni o cattivi, ovvero dèmoni.
La creazione degli angeli è affermata implicitamente almeno in un passo del Vecchio Testamento, dove al Salmo 148 (salmo che canta la lode cosmica), sono invitati, con le altre creature del cielo e della terra, a benedire il Signore “Lodate il Signore dai cieli, lodatelo nell’alto dei cieli. Lodatelo, voi tutti suoi angeli, lodatelo, voi tutte sue schiere… Lodino tutti il nome del Signore, perché al suo comando ogni cosa è stata creata”.
Nel nuovo Testamento (Paolo ai Colossesi, in Col.1,16) si dice “per mezzo di Cristo sono state create tutte le cose nei cieli e sulla terra”.
Quindi anche gli angeli sono stati creati e se pure la tradizione è incerta sul tempo e nell’ordine di questa creazione, essa è ritenuta dai Padri indubitabile.
Certamente prima dell’uomo, perché alla cacciata dal paradiso terrestre di Adamo ed Eva, era presente un angelo, posto poi a guardia dell’Eden, per impedirne il ritorno dei nostri progenitori.
I testi liturgici ci invitano a riflettere sulla nostra relazione con Dio e a prendere coscienza che su di essa è fondata la vera fraternità.
Il contesto biblico chiarisce che la presenza dell’Angelo indica che la relazione del popolo con Dio è ancora imperfetta, deve progredire.
Dio non può rivelarsi pienamente, non può mettere il popolo in relazione immediata con se stesso, perché è un popolo peccatore, ribelle, che si trova soltanto all’inizio del lungo cammino che lo condurrà alla Terra promessa, alla diretta presenza di Dio.
L’Angelo allora è come un intermediario, è colui che fa camminare verso Dio e che contemporaneamente, in un certo senso, protegge dalla sua terribile presenza, fino a quando il popolo sarà in grado di reggere di fronte alla sua maestà.
L’Angelo ci fa ascoltare la voce di Dio; secondo la Bibbia la sua presenza accanto a noi non ha altro scopo che di metterci in relazione con lui.
E Dio dice “Ascolta la sua voce, non ribellarti a lui; egli non ti perdonerebbe, perché il mio nome è in lui“.
Se siamo docili a questa voce interiore, che è la voce stessa di Dio, siamo condotti progressivamente a una unione profonda con il Signore, simboleggiata nella Bibbia dalla entrata nella Terra promessa, il paese dove scorrono latte e miele, dove Dio prepara tutti i beni della salvezza.
Anche il Vangelo di oggi parla del rapporto con Dio “…guardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perché vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli”.
Gesù stesso ci dice come dobbiamo rapportarci gli uni agli altri e che, per rispettare veramente le persone, per avere rapporti cristiani, dobbiamo anzitutto pensare al loro rapporto con Dio.
Avvicinando qualsiasi persona dobbiamo pensare che Dio l’ama, che ha dei progetti su di lei, che l’aiuta a corrispondere a questi progetti.
Se ci pensiamo seriamente, il nostro atteggiamento sarà molto più positivo: avremo più pazienza, più comprensione e soprattutto più amore.
Uno dei primi Gesuiti, il beato Pietro Fabre, che viaggiava molto e doveva incontrare tante persone, avvicinare tante autorità, nella sua lotta contro l’eresia protestante, aveva molta devozione agli Angeli.
Quando passava nelle città, quando si preparava ad incontrare qualcuno, pregava l’Angelo custode di queste città, di queste persone e otteneva grazie mirabili.
Si era messo alla presenza di Dio e questa presenza irraggiava da lui sugli altri.
Se ci ispiriamo a questo esempio, ogni nostro rapporto splenderà davvero della luce del Signore, nonostante noi siamo cosi deboli e imperfetti, e cammineremo sempre più, con la sua Grazia, verso la sua presenza.
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!