“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 6,1-6.16-18
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. Dunque, quando fai l’elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade, per essere lodati dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, mentre tu fai l’elemosina, non sappia la tua sinistra ciò che fa la tua destra, perché la tua elemosina resti nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando pregate, non siate simili agli ipocriti che, nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, amano pregare stando ritti, per essere visti dalla gente. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà. E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un’aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il discorso della montagna non è finito.
Dopo le sei antitesi, con cui Gesù supera e completa la legge di Mosè, il Signore sottolinea il modo giusto con cui siamo chiamati a praticare i tre atti di religiosità più diffusi nella sua società:
- l’elemosina,
- la preghiera,
- e il digiuno.
Tenendo sempre presente che il vangelo di Matteo è attraversato dal senso della giustizia, che deriva dalla giusta osservanza della Legge e della volontà di Dio.
E, dopo avere riflettuto su alcuni capisaldi della fede ebraica, Gesù analizza alcuni atteggiamenti dei credenti, molto diffusi in tutte le religioni, in tutte le epoche, e soprattutto tra noi cattolici.
Infatti, dopo aver affrontato alcune tematiche sensibili della tradizione orale della Toràh, il Maestro di Nazareth alza il tiro, andando a polemizzare con la manifestazione della Fede di coloro che erano considerati GLI ESEMPI DA SEGUIRE NELLA FEDE, in quel tempo.
E ne ha per tutti, mostrando l’insensatezza di alcuni atteggiamenti che, purtroppo, ritroviamo ancora oggi in chi si professa cristiano.
Anzitutto l’elemosina ostentata, la carità che finisce sui giornali e davanti alle telecamere…
ATTENZIONE, FRATELLI E SORELLE, PERCHÉ SONO TUTTI ATTEGGIAMENTI CHE OFFENDONO L’EVANGELO.
Mentre la carità, che dobbiamo fare, deve essere discreta, umile, e soprattutto, mai appariscente.
Allo stesso modo il Signore contesta l’abitudine della preghiera. Quando mette a bella mostra una manifestazione devozionale eccessiva, con una ritualità finalizzata a se stessa, riducendosi a pura esteriorità.
E, laddove una preghiera comune ci deve essere, deve prevalere la preghiera personale, intima, nascosta.
Perché, può anche diventare un modo utile a mettersi in mostra, per presentarsi agli altri come “…un cristiano devoto e mortificato”.
Ma questo mortifica la LUMINOSITA’ DELLE OPERE CHE SIAMO CHIAMATI A COMPIERE, ed è come se volessimo coprire con un telo un’opera d’arte, o come se volessimo dare una pennellata inesperta, a un quadro già finito..
Mentre la preghiera VERA, QUELLA CHE SIAMO CHIAMATI A PRATICARE, è l’incontro intimo e personale con Dio e, se viene fatta insieme ad altri fratelli, DIVENTA LA CELEBRAZIONE DELLE OPERE DI DIO RICONOSCIUTE NELLA VITA DELLA COMUNITÀ.
Come in una relazione amorosa, l’intima unione fra due anime, o fra le anime che pregano all’unisono e Dio, l’intesa silenziosa ed intensa che le contraddistingue DIVENTA L’ORIGINE DEI SEGNI DI AFFETTO INTERIORE, CHE LA PREGHIERA PUBBLICA ESPLICITA, ATTESTANDO, NELL’UNICO MODO CORRETTO POSSIBILE, LA NOSTRA INTIMA UNIONE CON DIO.
Purtroppo la possiamo anche usare per avere visibilità nella comunità ecclesiale e civile… e guadagnarci “…i primi posti nelle piazze e nelle sinagoghe”.
Infine Gesù se la prende contro chi pratica l’ascesi facendola pesare agli altri, mettendo bene in evidenza che sta facendo un sacrificio.
Mi piace attardarmi sull’aspetto delle caratteristiche che deve avere la nostra preghiera, per essere cara a Dio.
Ancora una volta gli ipocriti vengono additati come esempio negativo.
Vi erano certamente dei momenti di preghiera comune, compiuti al Tempio o nella sinagoga, a cui seguivano momenti di preghiera individuale, a mezzo della quale, alcune persone pregavano da sole addirittura nelle piazze, per farsi vedere.
Gesù critica queste persone, sempre per i motivi di cui sopra.
“Invece, quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà”.
L’atteggiamento antitetico a costoro è quello di chi si ritira nella camera, cioè nella parte più interna della casa, CHE, NELLA PALESTINA DELL’EPOCA, NON AVEVA FINESTRE E QUINDI ERA PROPRIO IL LUOGO MENO INDICATO PER METTERSI IN MOSTRA.
NON SOLO: BISOGNAVA ANCHE CHIUDERE ANCHE LA PORTA.
La preghiera viene dunque vista come un impegno personale, un incontro con Dio, non certo un modo per ostentare la propria pietà religiosa.
Di nuovo si ripete la conoscenza da parte di Dio e la sua ricompensa, secondo lo stile amato dalla letteratura ebraica.
I versetti 7-15 sono stati “tagliati” dalla liturgia odierna e Matteo li dedica al “Padre Nostro”.
Gesù ci suggerisce di non sprecare troppe parole quando preghiamo e ci indica quali sono le parole giuste, appunto quelle del Padre Nostro, che contiene anche l’obbligo di perdonare coloro che ci hanno fatto dei torti, se vogliamo, a nostra volta, essere perdonati.
L’elemosina, la preghiera, il digiuno sono i tre grandi monumenti dell’amore.
COMPIERLI ALLA PRESENZA DI DIO CI AIUTERÀ A SALVAGUARDARNE IL VALORE, E SOLO IN CIELO CAPIREMO QUANTO SIANO STATI GRADITI DA DIO.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!