19.10.2023 – GIOVEDI’ XXVIII SETTIMANA P.A. A – LUCA 11,47-57 “…sarà chiesto conto del sangue di tutti i profeti […da Abele a Zaccaria]”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 11,47-57

a del Signore

Mediti…AMO

Il profeta è sempre una persona scomoda, temibile perché dice QUELLA VERITÀ che NOI INVECE VOGLIAMO NASCONDERE.

E, quando ce lo troviamo davanti infatti lo ascoltiamo malvolentieri.

Egli rovina i nostri progetti, ci fa sperimentare la distanza che ancora ci separa da Dio, ci rende tristi, perché se non fosse per le sue parole ci saremmo sentiti a posto.

Eppure abbiamo sempre bisogno di profeti, anche se riusciamo ad apprezzarli solo troppo tardi.

ABBIAMO BISOGNO DI CHI CI DICA LE COSE IN FACCIA, DI CHI RIESCA A TRONCARE DI NETTO QUEL VELO DI FALSITÀ, CHE CI RENDE ESTRANEI ALLA VERITÀ.

LA PAROLA DI GESÙ POSSIEDE LA FORZA DI SCARDINARE ANCHE QUEI SEPOLCRI, DOVE FORSE VORREMMO, ANCORA OGGI, RINCHIUDERE LA MEMORIA DEI PROFETI, SPERANDO DI CONTINUARE A FARE QUELLO CHE VOGLIAMO, PER NON SENTIRLI PIÙ.

Alo stesso modo, Scribi e Farisei si reputavano giusti, ma Gesù fa loro toccar con mano che non lo sono e ricorda loro che DIO SOLO È GIUSTO.

San Paolo, nella lettera ai Romani (Rm 3,21-30), proclama la manifestazione della giustizia divina:

  • Quando sentiamo parlare di GIUSTIZIA DI DIO pensiamo subito alla punizione che Dio giustamente darà ai peccatori.

    PAOLO INVECE PENSA ALLA GRAZIA DI DIO.

    E in seguito, nel corso della sua storia, il popolo di Israele ha spesso invocato la giustizia di Dio per essere liberato, la giustizia divina che si manifesta contro gli oppressori e dona libertà al suo popolo.

    Anche san Paolo ha lo stesso pensiero: la giustizia di Dio che ci libera dalla schiavitù.

    Ma in questo caso egli parla della schiavitù del peccato: noi siamo oppressi dal peccato, schiacciati sotto il peso del peccato e la giustizia di Dio ci libera gratuitamente.

    Ecco il pensiero di Paolo quando parla con gioia ed entusiasmo della manifestazione della giustizia di Dio. Dio è giusto e datore di giustizia.

    La sua è una giustizia che si comunica, che rende giusti gli altri, che mette ogni cosa al suo posto, che mette in noi la pace: pace della coscienza, pace tra noi, pace tra noi e Dio.

    Però per agire la giustizia di Dio domanda una cosa sola: la fede.

    Altrimenti si ricade nella situazione farisaica: credersi giusti, pensare che sono le nostre opere a meritarci la riconciliazione con Dio.

    Invece Gesù è libero, perché Egli E’ LA PAROLA, perché è obbediente al Padre.

    E, quel che è peggio, mette a nudo i limiti di due categorie di persone influenti e temutissime dal popolo: gli scribi e i dottori della Legge.

    Gli scribi, in origine, erano semplicemente delle persone che sapevano scrivere e che venivano utilizzati a corte per i documenti ufficiali.

    E proprio a questo proposito Gesù si scaglia contro di loro: perché usano la loro conoscenza non per avvicinare la gente a Dio ma per manifestare il loro potere.

    MA VIENE IL MOMENTO DELLA RESA DEI CONTI.

    A questa generazione sia chiesto conto del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo”.

    Il Verbo si è fatto carne” (Gv 1,14).

    Quando venne la pienezza del tempo …” (Gal 4,4).

    La venuta di Gesù rappresenta un salto qualitativo.

    Quella generazione ha avuto la possibilità d’incontrare, ascoltare e vedere il volto di Dio, un Dio CHE SI FA CARNE.

    Gesù non è un qualsiasi profeta, ma È IL FIGLIO DI DIO, Colui che porta a compimento ogni cosa.

    Abbiamo ricevuto un privilegio davvero straordinario.

    Ma ogni GRAZIA comporta anche una responsabilità, per questo Gesù dice al popolo che lo ascolta che Dio chiederà conto.

    E allora, Fratelli e Sorelle, ascoltiamo questa Parola con timore, perché essa vale anche per noi.

    ANCHE NOI DOBBIAMO RENDERE CONTO DI TUTTE LE GRAZIE CHE ABBIAMO RICEVUTO:

    • Quanti “profeti e apostoli” (11,49) abbiamo incontrato?

    • Quanti testimoni della fede hanno illuminato, accompagnato e sostenuto il nostro cammino?

    • Quante luci Dio ha acceso sul nostro cammino?

    Chiedere conto significa chiamare in giudizio.

    Avremmo di che temere se non sapessimo che saremo giudicati da Colui che è misericordia.

    Che dolce gioia pensare che il Buon Dio è Giusto, cioè che tiene conto delle nostre debolezze, che conosce perfettamente la fragilità della nostra natura. Di cosa dunque avrei paura?” (Ms A, 83v).

    Il giudizio di Dio si compie attraverso la croce di Gesù.

    Al centro della storia non troviamo la condanna ma la salvezza.

    Sì, Dio chiederà conto.

    il documento scritto contro di noi: lo ha tolto di mezzo inchiodandolo alla croce” (Col 2,14). 

    PER QUESTO LA PAROLA CHE LA CHIESA PROCLAMA PROVOCA E SCUOTE MA È SEMPRE UN APPELLO ALLA CONVERSIONE, ANNUNCIO DI QUEL PERDONO CHE DIO VUOLE RIVERSARE SU TUTTI.

    LA CHIESA NON ALZA LA VOCE PER CONDANNARE MA PER MANIFESTARE LA MISERICORDIA DI DIO.

    La voce di un musicista, LUDWIG VON BEETHOVEN:

    • La voce di un Padre, EVAGRIO PONTICO:

      1. Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

        Il Signore IDDIO ti Benedica

        Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

        e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

        Sia Lodato Gesù, il Cristo!