«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 5,38-42
+ In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Avete inteso che fu detto “Occhio per occhio” e “dente per dente”. Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dà a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel Vangelo odierno anche Gesù invita i suoi discepoli a vivere in modo sconcertante.
Purtroppo, nella nostra natura umana è inscritta una legge antica che suona così:
- “ad ogni azione malvagia nei nostri confronti deve corrispondere un’altra reazione adeguata dello stesso ordine” (“Occhio per occhio e dente per dente”).
Non è facile, per non dire impossibile, liberarsi da questo rigido meccanismo che ci rende solo “reattivi” e non liberi di fronte agli altri.
Come possiamo liberarci da questa catena infernale che ci rende tutti nemici?
È proprio questo il senso delle parole di Gesù nel Vangelo di oggi:
- «Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra».
Porgere l’altra guancia, allora, non è un segno di debolezza, ma al contrario è segno di una forza.
Una Forza superiore, l’unica capace di bloccare la catena delle reazioni, all’interno di questo nostro mondo, in cui domina “la logica della contrapposizione” caratterizzata da “meccanismi di reazione”, è importante fare qualcosa di diverso per rompere il corto circuito di una malvagità umana che sta diventando inarrestabile.
Ecco allora che invece di rispondere al male con il male, che è la risposta che anche l’Antico Testamento aveva codificato (in “Occhio per occhio, dente per dente“), l’uomo deve contrapporre al male il bene:
- “Se uno ti percuote la guancia destra, tu porgigli anche l’altra”.
Superare la logica della legge del taglione, che poneva in qualche modo un freno alla violenza insensata, È QUALCOSA CHE CI RENDE SIMILI A DIO.
La logica della mitezza, la beatitudine della non violenza, l’uso del paradosso possono scardinare qualunque resistenza.
Certo, agli occhi del mondo tale atteggiamento è inopportuno e lungo la storia la Chiesa stessa si è interrogata, davanti a casi concreti, su come applicarla.
Ma questo atteggiamento è l’atteggiamento più profondamente cristiano, che Paolo di Tarso vede addirittura come cosa divina.
Noi non prendiamo dalla nostra ricchezza per dare agli altri, ciò che potrebbe fomentare la nostra superbia ma attingiamo alla nostra povertà e per LA GRAZIA DI DIO possiamo aiutare molti.
Questo è il paradosso della vita apostolica e spirituale: IL SIGNORE CI LASCIA POVERI, CI LASCIA NELLE DIFFICOLTÀ E PROPRIO IN ESSE LA SUA GRAZIA SI MANIFESTA, E IL SUO AMORE RISPLENDE.
E con la nostra povertà facciamo ricchi molti, se nella nostra povertà lasciamo agire Dio.
Perché è solo rimanendo poveri in tutti i sensi, che accogliamo veramente in noi la ricchezza di Dio, e possiamo trasmetterla agli altri.
- “Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 5,48).
Posto al termine delle riletture dei comandi veterotestamentari che esprimono il volere di Dio, e della loro interpretazione radicale che Gesù ne opera, questo comando appare come pietra di fondamento che regge tutto l’impianto delle esigenze evangeliche e lo rende possibile, GRAZIE ALLA FEDE, radicandolo, in ultima istanza, in Dio stesso.
È DALLA PERFEZIONE DI DIO CHE SGORGA IL COMANDO DI AMARE IL NEMICO (Mt 5,44).
Così come nell’Antico Testamento è dalla santità di Dio (Lv 19,2: “Siate santi perché io, il Signore, sono santo”) che discende il comando di amare il prossimo come se stessi (Lv 19,18: “amerai il tuo prossimo come te stesso”).
Il testo evangelico propone un’etica teologale, CHE TROVA NELL’ESSERE E NELL’AGIRE DI DIO PER L’UOMO IL SUO FONDAMENTO.
Il criterio etico che orienta l’agire umano può essere espresso così “…Come Dio ha agito verso di te, così agisci anche tu verso gli altri”.
In questo modo, non solo viene superato il livello della vendetta, del “Fai anche tu all’altro ciò che egli ha fatto a te”, ma viene fondato e reso praticabile “l’amore verso il nemico”, GRAZIE ALLA FEDE IN CRISTO CHE HA AMATO ANCHE I NEMICI (Gv 13,1 e Rm 5,8).
L’etica teologale che Gesù ha vissuto nel suo quotidiano esige il superamento della logica della ritorsione.
L’etica teologica che Gesù vive e propone esclude il meccanismo del ripetere ciò che l’altro ha fatto RENDENDOGLI LA PARIGLIA e include il coraggio della diversità.
Scriverà Paolo di Tarso:
- “Non rendete a nessuno male per male … Non lasciarti vincere dal male, ma vinci il male con il bene” (Rm 12,17.21).
Gesù si riferisce alla legge del taglione che consiste nell’infliggere all’offensore una lesione uguale a quella che lui ha inflitto all’offeso.
Questa legge, ESTRANEA AL DECALOGO, si trova formulata in diversi passi dell’Antico Testamento:
- “Se uno farà una lesione al suo prossimo, si farà a lui come egli ha fatto all’altro: frattura per frattura, occhio per occhio, dente per dente; gli si farà la stessa lesione che egli ha fatto all’altro” (Lv 24,19-20);
- “Vita per vita, occhio per occhio, dente per dente, mano per mano, piede per piede, bruciatura per bruciatura, ferita per ferita, livido per livido” (Es 21,23-24 e Dt 19,21).
Il senso di questa legge era comunque pur buono, GIACCHÉ SI INTENDEVA EVITARE LA SPROPORZIONE TRA LESIONE SUBITA E REAZIONE DA PARTE DELL’OFFESO: il suo senso era dunque di inserire una misura, una razionalità, una ponderatezza evitando l’eccesso espresso dalle parole di vendetta di Lamec:
- “Ho ucciso un uomo per una mia scalfittura e un ragazzo per un mio livido” (Gen 4,23).
Se già la legge del taglione era un argine alla violenza indiscriminata e smisurata, Gesù propone una pratica di “non-violenza” applicata a diversi ambiti.
Ma prima ancora di proporre una strategia che si opponga alla violenza, la Bibbia, e la parola evangelica in particolare, aiutano l’uomo a discernerla, a nominarla, a smascherarla dunque, anche nei suoi camuffamenti, e a riconoscere che essa non ci è estranea.
L’interpretazione che Gesù dà dell’omicidio svela le dimensioni profonde, nascoste, interiori della violenza che si annidano nel cuore umano e che spesso si manifestano come violenza quotidiana e sottile che si gioca all’interno delle relazioni familiari, dei rapporti tra fratelli, tra genitori e figli, tra uomo e donna.
È la violenza dell’uomo che non sa addomesticare quella ferocia che abita il proprio cuore, e che si insinua di soppiatto in uno sguardo, in un atteggiamento, in un gesto, nelle parole.
Vivere l’amore verso il nemico, allora, SIGNIFICA ESSERE IMMERSI NELL’AMORE DI DIO CHE IN CRISTO SI È MANIFESTATO COME AMORE PER I NEMICI.
È questa la regola che rigenera il credente e lo fa ri-nascere nella prassi A FIGLIO DI DIO, appartenente a Dio e somigliante a Gesù Cristo.
E l’essenza di questa “ri–nascita alla somiglianza con Dio”, è l’esperienza dell’amore universale di Dio, della sua bontà incondizionata, del suo amare buoni e cattivi, giusti e ingiusti.
La voce di Sant’Antonio di Padova:
- “La vita del cristiano si svolge sulla terra come si spiega maestoso l’arcobaleno da un punto all’altro del cielo. Sono vari i colori dell’iride, ma il rosso fuoco e il ceruleo vi predominano. Similmente la vita del buon cristiano si colora di virtù che si fondono avvolte e rischiarate dalla sfavillante fiamma dell’amore di Dio e dell’amore del prossimo. L’amore deve accompagnarsi a tutte le virtù, poiché, “com’è povera e disadorna la mensa senza il pane, così le virtù senza l’amore”.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!