18 LUGLIO 2024 GIOVEDI’ 15’ SETTIMANA P.A. B – MATTEO 11,28-30 “Io sono mite e umile di cuore”.
“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 11,28-30
+ In quel tempo, Gesù disse: «Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». Parola del Signore
Mediti…AMO
Il vangelo di oggi è composto da appena tre versetti (Mt 11,28-30) cha fanno parte di una breve unità letteraria, una delle più belle, in cui Gesù ringrazia il Padre per aver rivelato la saggezza del Regno ai piccoli e perché la nasconde ai dottori e ai saggi (Mt 11,25-30).
Nel suo Vangelo san Matteo riporta una parola che rivela come Gesù intende la sua missione specifica, a chi si indirizza il suo messaggio e come questo trasforma la vita.
Gesù non si rivolge agli uomini che sono sicuri di se stessi, che pensano di conoscere Dio e la sua volontà, e che si credono chiamati e autorizzati ad imporre agli altri le regole di una vita che piace a Dio.
Gesù fa appello ai molti uomini che sono diventati “schiavi” e gemono sotto gli ordini e i comandamenti di questo mondo.
La testa piegata e gli occhi bassi, essi camminano sotto il giogo che hanno loro imposto i dottori. Passo dopo passo, coscienti della propria limitatezza, nella timida speranza che Dio abbia pietà di loro.
L’immagine del “giogo leggero”, che non schiaccia gli uomini, rappresenta le direttive di vita che dà Gesù, e che si oppongono a quelle degli antichi dottori (ma non alla Bibbia dell’Antico Testamento).
Solo il giogo di Gesù, col suo amore delicato può aprire il nostro cuore alla vita e condurla gradualmente in un cammino verso la serenità, la gioia.
Siamo stanchi e oppressi dai molti carichi fasulli che confondono, appesantiscono, inutilmente la nostra vita.
Gesù ci porta per una strada sempre più semplice e leggera.
Piccoli, creature, che semplicemente cercano di corrispondere a quel seme di grazia che via via, accolto, matura in noi.
Non dobbiamo fare tutto subito, in un perfezionismo astratto da energumeni. Passiamo dal moralismo del fare alla grazia della fede in Gesù.
Cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio? Domandano le folle a Gesù.
Gesù, per primo, ha appena esultato davanti all’inattesa opera di Dio, che rivela i suoi segreti ai piccoli e agli ultimi e, subito, si occupa di loro.
Non si gloria della propria scoperta, NON METTE SE STESSO AL CENTRO DELLA SUA RELAZIONE CON DIO ma, tutto rivolto ai piccoli, ai poveri, li invita a seguirlo sulla strada che conduce al Regno.
Anzi, Gesù recita una meravigliosa preghiera “Io ti ringrazio, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai saggi e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli“.
I saggi, i dottori di quell’epoca, avevano creato un sistema di leggi che imponevano al popolo, IN NOME DI DIO (Mt 23,3-4).
Essi pensavano che Dio esigesse dalla gente queste osservanze.
Ma la legge dell’amore, che Gesù ci ha rivelato, diceva il contrario.
Ciò che importa per salvarci, non è ciò che facciamo per Dio, MA CIÒ CHE DIO, NEL SUO GRANDE AMORE, FA PER NOI.
Dio vuole misericordia e non sacrifici (Mt 9,13).
La gente povera e “piccola” capiva questo modo di parlare di Gesù e si rallegrava.
Mentre i saggi dicevano che Gesù era nell’errore, poiché non riuscivano a capire il suo insegnamento.
“…Sì, Padre, perché così ti è piaciuto!”
Piace al Padre che i piccoli capiscano il messaggio del Regno e che i saggi e i sapienti non lo capiscano! Se loro vogliono capirlo, devono diventare alunni dei piccoli!
Per cui, il Maestro di Nazareth subito dopo aggiunge “….questa è l’opera di Dio, credere in colui che il Padre ha mandato (Gv 6).
Gesù conosce il Padre, e sa come il Padre vuole che siano gli uomini.
E se essi vogliono cambiare la propria vita, debbono imparare da Colui che è mite e umile di cuore, e in cui l’uomo trova riposo e sollievo.
La voce di Papa Benedetto XVI:
Gesù promette di dare a tutti “ristoro”, ma pone una condizione: “Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore”. Che cos’è questo “giogo”, che invece di pesare alleggerisce, e invece di schiacciare solleva? Il “giogo” di Cristo è la legge dell’amore, è il suo comandamento, che ha lasciato ai suoi discepoli (cfr Gv 13,34; 15,12). Il vero rimedio alle ferite dell’umanità, sia quelle materiali, come la fame e le ingiustizie, sia quelle psicologiche e morali causate da un falso benessere, è una regola di vita basata sull’amore fraterno, che ha la sua sorgente nell’amore di Dio. Per questo bisogna abbandonare la via dell’arroganza, della violenza utilizzata per procurarsi posizioni di sempre maggiore potere, per assicurarsi il successo ad ogni costo. Anche verso l’ambiente bisogna rinunciare allo stile aggressivo che ha dominato negli ultimi secoli e adottare una ragionevole “mitezza”. Ma soprattutto nei rapporti umani, interpersonali, sociali, la regola del rispetto e della non violenza, cioè la forza della verità contro ogni sopruso, è quella che può assicurare un futuro degno dell’uomo.
BENEDETTO XVI, ANGELUS 3 luglio 2011
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!