18.11.2022 – VENERDI’ XXXIII SETTIMANA P.A. C. – LUCA 19,45-48 “Avete fatto della casa di Dio un covo di ladri”.

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…

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Dal Vangelo secondo LUCA 19,45-48

In quel tempo, Gesù, entrato nel tempio, si mise a scacciare quelli che vendevano, dicendo loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà casa di preghiera”. Voi invece ne avete fatto un covo di ladri». Ogni giorno insegnava nel tempio. I capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano di farlo morire e così anche i capi del popolo; ma non sapevano che cosa fare, perché tutto il popolo pendeva dalle sue labbra nell’ascoltarlo. Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Il tempio di Gerusalemme era il cuore della religiosità ebraica.

L’imponenza stessa, la maestà dell’edificio e la frequentazione che, dai tempi di Salomone, era avvenuta da parte di uomini docili al Signore, ne avevano fatto il luogo santo per eccellenza.

Ma all’epoca di Gesù, la sete di far soldi ne aveva ridotto gli atri a luogo dissacrato da merce d’ogni tipo: dal bestiame a utensili da lavoro, a offerte di ogni genere.

Di fronte a questa invasione, dovuta a interessi economici e ad avidità di possesso, Gesù è drastico.

Perfino violento, si direbbe, tenendo conto che, descrivendo i particolari di questa scena, altrove si dice che li scacciò a suon di sferzate di cordicella intrecciata.

Lui preferisce compiere un gesto, pur ALTAMENTE SIGNIFICATIVO, spesso, in tante esegesi improvvisate, MAL COMPRESO.

In tante di esse appare grottesco e ridicolo l’utilizzo del gesto di Gesù, per giustificare la violenza contro le persone.

Sarebbe come pensare che lo scapaccione di una mamma a suo figlio evidenzia il suo NON AMORE per lui.

Ma è proprio l’amore che muove Gesù in questa occasione, come la mamma allo scapaccione.

Se stacchiamo la cacciata dei venditori dal pianto sulla città ne perdiamo il significato più profondo.

In questo senso Gesù vede il tempio ridotto ad una spelonca di ladri non perché questi venditori frodano i loro clienti, MA PER LA FRODE CHE GLOBALMENTE VIENE COMMESSA NEI CONFRONTI DI DIO.

Questo Dio diverso da tutti gli altri dèi, e quindi non corruttibile e non comperabile con sacrifici, ma solo con il sacrificio del cuore.

Ecco allora la lezione che dobbiamo trarne:

  • UNA VOLTA CHE IL SEGNO ESTERNO NON CELEBRA LA CONDIZIONE INTERIORE TUTTO DIVENTA VUOTO E IPOCRITA.

Ma dobbiamo far bene attenzione anche ad un altro aspetto: c’è una tale purezza in questo suo gesto dove c’è una modesta percezione che in tutto questo si manifesta la regalità di Dio. Una regalità ben diversa da quella del mondo.

Un gesto che, pur essendo di un’assoluta INEFFICACIA REALE, va colto e collocato tra vi grandi gesti profetici, potentissimi per manifestare la volontà e il disegno di Dio, quanto del tutto impotenti nell’ambito dei criteri e dei giudizi del potere mondano.

Fa una certa impressione questo Gesù apparentemente violento, che caccia i venditori dal Tempio.

Eppure, a essere sinceri, il servizio che svolgevano i cambiavalute era determinante e positivo per il culto al tempio: permettevano alle persone provenienti da varie parti dell’Impero di cambiare le loro monete in modo da poter acquistare le offerte per l’olocausto.

E questo perché il popolo ebraico, rigidamente monoteista, non permetteva che nel Tempio entrassero monete con l’effige dell’Imperatore, cosa che veniva considerata idolatria.

E allora quale miglior servizio da rendere alla folla di pellegrini che raggiungevano la Città Santa?

Cosa era sbagliato nel culto del Tempio?

Eppure il Maestro di Nazareth, disse “Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!’

Egli cita due profeti: Isaia e Geremia. Isaia diceva che il Tempio doveva essere una casa di preghiera per tutte le genti (Is 56,7).

Ma la realtà era un’altra. Stranieri, donne e persone considerate impure non potevano entrare nel tempio. Ne erano escluse.

Per mezzo di questo testo di Isaia, Gesù insegna che il Tempio non deve essere un luogo di esclusione, ma di inclusione.

Deve essere aperto a tutti. Geremia diceva che il Tempio era stato trasformato in una “spelonca di ladri” (Ger 7,11).

Lo stesso stava succedendo al tempo di Gesù. Così, citando Geremia, Gesù denuncia il cattivo uso del Tempio.

La religione non poteva essere usata per sfruttare la gente, né per sostenere e legittimare i privilegi della classe dirigente.

La contraddizione del Tempio: casa di preghiera e spelonca di ladri.

Nella festa di Pasqua, la gente pellegrina si recava dai luoghi più distanti verso il tempio per incontrarsi con Dio. Il tempio si trovava su un piccolo monte della città a nordest, zona chiamata Monte Sion.

La gente osservava la bellezza del tempio, la stabilità delle mura e la grandezza delle montagne attorno. Questo insieme imponente faceva ricordare la protezione di Dio.

Per questo pregava dicendo “Chi confida nel Signore è come il monte Sion: non vacilla, è stabile per sempre. I monti cingono Gerusalemme: il Signore è intorno al suo popolo ora e sempre” (Sal 125,1-2).

A Gerusalemme si trovava anche la sede del governo, il palazzo dei capi e la casa dei sacerdoti e dei dottori.

Tutti loro dicevano di esercitare il potere in nome di Yahwè, ma in realtà, molti di loro sfruttavano la gente con tributi e imposte.

La religione serviva loro da strumento per arricchirsi e per rafforzare il loro dominio sulla coscienza della gente.

Trasformarono il Tempio, la Casa di Dio, in una “spelonca di ladri” (Ger 7,11; Lc 19,46; Mc 11,17).

Una contraddizione pesava sul tempio:

  • Da un lato, luogo di incontro, in cui la coscienza e la fede erano alimentate.
  • Dall’altro, fonte di alienazione e di sfruttamento della gente.

Anche oggi esiste la stessa contraddizione: da un lato dobbiamo contribuire alla conservazione delle chiese e ad una degna manutenzione del culto.

Dall’altro, c’è gente che si approfitta di questo per arricchirsi.

L’espulsione dei venditori aiuta a capire come mai gli uomini del potere decidono di uccidere Gesù.

Il tempio, quel fico bello e frondoso, dovrebbe dare frutti, ma non li sta dando perché un gruppo elitario di sacerdoti, anziani e scribi se ne era impadronito e lo avevano trasformato in una fonte di guadagno e in uno strumento di dominio delle coscienze (Mc 11,13-14).

Il commercio degli animali, destinati ai sacrifici nel tempio, era controllato dalle famiglie dei Sommi Sacerdoti ad un prezzo molto alto. Il commercio degli animali, destinati ai sacrifici nel Tempio, era controllato dalle famiglie dei Sommi Sacerdoti ad un prezzo molto più alto di quello del mercato della città.

Solamente la notte di Pasqua erano immolate migliaia e migliaia di pecore!

Con questo guadagno ingiusto loro facevano la carità ai poveri.

Il Regno annunciato da Gesù mette un punto finale a questo sfruttamento, simbolizzato dai venditori, dai compratori e dai cambiavalute del tempio “Nessuno mai mangi i tuoi frutti!”

Gesù presenta un nuovo tipo di religione, in cui l’accesso a Dio avviene mediante la fede (Mc 11,22-23), la preghiera (Mc 11,24) e la riconciliazione (Mc 11,15-26).

Per questo, ai capi non piacque l’azione di Gesù e decisero di eliminarlo.

E mi piace pensare alla “rabbia” provata da Gesù. Essa è una rabbia d’amore, come quella di un padre o una madre quando si arrabbiano con il proprio figlio; ma che non possono comunque smettere di amarlo”.

Lo zelo di Nostro Signore, quello zelo di cui disse il Salmista, parlando profeticamente “Lo zelo per la tua casa mi divora…”.

SIA CRISTO NOSTRO SIGNORE IN QUESTO COME IN ALTRE COSE UN MODELLO PER NOI.

Che l’onore di Dio sia per noi un principio direttivo e quando notiamo che il comando di Dio è chiaro in una direzione, allora, anche se tutti sono diretti dall’altra parte, noi dobbiamo avere l’evangelico coraggio di prendere posizione per tutelare e testimoniare LA VOLONTA’ DI DIO.

E forse un po’ più di coraggio da parte nostra verrebbe ricompensato con lo stesso tipo di vittoria che ottenne nostro Signore. Infatti, le coscienze degli uomini si sono convinte e hanno ceduto alla sua parola, e questo accadrebbe sicuramente di fronte alla nostra testimonianza.

Il Vangelo si conclude con la frase << tutto il popolo pendeva dalle sue labbra>> e non posso fare altro che pensare allo stupore di tutte le persone che hanno potuto udire la Parola di Vita, dalla bocca di Gesù stesso.

Noi come loro dobbiamo lasciarci trasportare dalla Parola, dobbiamo lasciarla scorrere dentro noi, “DOBBIAMO FARLA CORRERE”, con la nostra testimonianza vissuta, affinché Gesù possa entrare nei nostri cuori.

E ricordiamoci le illuminate parole di Papa Benedetto XVI (Da Joseph Ratzinger, “Guardare a Cristo”):

  • Un Gesù che sia d’accordo con tutto e con tutti, un Gesù senza la sua santa ira, senza la durezza della verità e del vero amore, non è il vero Gesù come lo mostra la Scrittura, ma una sua miserabile caricatura.

Ragioniamoci sopra…

Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!