18.01.2023 MERCOLEDI’ 2 SETTIMANA P.A. A – MARCO 3,1-6 “…stendi la mano…”
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MARCO 3,1-6
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano inaridita, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo. Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita. E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire. Parola del Signore
Mediti…AMO
La questione del sabato è ancora al centro della disputa nei confronti di Gesù.
Chi detiene il potere, normalmente, tende ad evitare novità e Gesù, senza volerlo, destabilizza le folle con la sua ragionevole libertà interiore.
Chi di noi, potendolo, non avrebbe guarito un poveraccio in giorno di sabato?
E cosa dà maggior gloria a Dio: il rispetto del riposo sabbatico o la guarigione di un suo figlio?
Ma il cuore dell”uomo è ottuso e malvagio, soprattutto se si appella alla fede e alla religione.
Gesù è l’unico che mette il malato al centro della propria attenzione mentre i devoti al centro mettono la norma. La norma è fatta per l’uomo e non viceversa.
E ci insegna che ciò che ha valore morale DEVE ESSERE MESSO PRIMA DI CIÒ CHE È SOLTANTO RITUALE, perché IL CUORE PRECEDE LA RUBRICA.
Nel vangelo di oggi meditiamo l’ultimo dei cinque conflitti che Marco presenta all’inizio del suo vangelo (riportati nel Vangelo di Marco nei capitoli da 2,1 a 3,6).
I quattro conflitti precedenti sono stati provocati dagli avversari di Gesù.
Quest’ultimo è provocato da Gesù stesso e rivela la gravità del conflitto tra lui e le autorità religiose del suo tempo.
È importante notare la categoria di avversari che sono presenti in questo conflitto: farisei e di erodiani, ossia delle autorità religiose e civili.
Quando Marco scrive il suo vangelo negli anni 70, molti avevano ancora vivo il ricordo della terribile persecuzione degli anni 60, perpetrata da Nerone contro le comunità cristiane.
Nell’udire che Gesù stesso era stato minacciato di morte e come si comportava in mezzo a questi conflitti pericolosi, i cristiani incontravano una fonte di coraggio e di orientamento per non scoraggiarsi lungo il cammino.
Ma cosa era accaduto? Gesù era entrato nella sinagoga in giorno di sabato, per partecipare alle celebrazioni della gente.
Fratelli e Sorelle, vi faccio osservare qualcosa sul testo che può esservi utile. Ci sono elementi del racconto, estremamente semplici, ma significativi:
- la sinagoga è l’ambiente in cui si svolge il fatto,
- c’è un uomo, una mano inutilizzabile,
- gli occhi che osservano,
- il tempo (quel giorno è giorno di Shabbàt),
- la Parola che Gesù dice;
- il silenzio,
- la durezza di cuore.
Sono tutti elementi estremamente semplici, al centro degli stessi sta un uomo con la mano essicata.
La mano è importante perché possiamo arrivare ad argomentare che LA MANO È CIÒ CHE FA L’UOMO SIMILE A DIO. Perché Dio ha fatto il mondo, e l’uomo, con la mano, continua l’opera della creazione.
Se ci pensate bene, la mano sostituisce il morso dell’animale, che prende e mangia. Questa è l’unica cosa che sa fare l’animale; al massimo ha l’artiglio per afferrare la preda.
L’uomo invece ha la mano. E questa mano ha la funzione di aprirsi ed accogliere. E, tutto quello che c’è, noi lo accogliamo: le cose, le persone, la vita, noi stessi.
La prima cosa quindi è il poter accogliere.
La seconda cosa è data dal fatto che la mano lavora, elabora, costruisce, modifica, vivifica ogni cosa, in Nome per concessione d dono di Dio.
Ed infine, la mano può donare. Ma noi sappiamo bene che il ricevere, l’elaborare, il donare, sono anche le caratteristiche della Trinità Santissima. Il Figlio tutto riceve; fa le stesse cose del Padre e tutto sa dare, come il Padre.
Questa sarebbe la funzione della mano che ci rende divini.
Pensate se ci fosse un mondo dove noi invece di rubare accogliamo i doni; pensate che in un mondo dove invece di strapazzare la realtà la costruiamo positivamente come ha fatto Dio, invece che distruggere la creazione elaborarla, portarla a compimento; e pensate se la nostra mano invece che possedere si aprisse al dono, alla condivisione; questa è la vita, è questione di vita o di morte.
È questo il tema centrale del brano. Lui è venuto appunto ad aprire la nostra mano per accogliere il dono, poi per vivere di questo dono.
Ma cerchiamo di capire bene.
Nella sinagoga c’era lì un uomo dalla mano “inaridita”. Questo strano aggettivo indica il venir meno della vita e l’inutilizzabilità della mano
E noi sappiamo bene che un disabile fisico non poteva partecipare pienamente, poiché era considerato impuro, per cu, anche se era presente nella comunità, era emarginato e doveva rimanere lontano.
Ed è SHABBÀT, è sabato. E gli avversari osservano con grande attenzione, per vedere se Gesù lo guarisce in giorno di sabato, per avere elementi di che accusarlo.
Infatti il secondo comandamento della Toràh, ordinava di “santificare il sabato”, ovvero era proibito QUALSIASI LAVORO in quel giorno (era prescritto nel Libro dell’Esodo al capitolo 20,8-11).
Nella tradizione rabbinica era stabilito un elenco dettagliato di 39 attività.
E, certamente, per i farisei, curare un malato ERA LO STESSO CHE LAVORARE. Per questo insegnavano che “…è proibito curare in giorno di sabato!”
Essi infatti, mettevano la TORÀH al di sopra del benessere delle persone. Gesù, INVECE, metteva il benessere delle persone al di sopra DI QUALSIASI NORMA, perché Egli è portatore di vita
Ha una visione divina del valore delle norme, che debbono regolare i comportamenti umani.
Ed allo stesso tempo non può venir meno alla sua missione, non possono delle norme esteriori diventare un freno al suo Divino Amore.
Dirà infatti «…non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento».
E il compimento della legge è l’AMORE, a Dio e al prossimo.
Il testo ci dice quindi che Gesù è indignato per la durezza del loro cuore. Ed accetta la sfida dei suoi avversari, per distoglierli dalla loro visione gretta e mortificante, per rinverdire, con una evidente testimonianza, tutto ciò che in loro è diventato sterile e arido, ancor più arido della mano di quell’uomo.
Vuole soprattutto dimostrare, ancora una volta, IL SUO AMORE ALL’UOMO PERCHÉ EGLI È IL SUO REDENTORE E SALVATORE.
Quindi ordina al pover’uomo «…mettiti nel mezzo e stendi la mano. La stese e la sua mano fu risanata».
Il fatto che Gesù agisce proprio in giorno di sabato significa che sta giungendo a compimento la bontà della creazione, l’opera buona per eccellenza, dove la Creazione viene salvata dal male e dalla morte e raggiunge finalmente il suo settimo giorno.
Neanche l’evidenza del miracolo smuove però, i farisei, perché troppo spesso il male ha una durezza ed irremovibilità davvero diabolica. Scatena l’odio e la più abietta avversione «…i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire».
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!