18.01.2022-MARTEDI’ 2’ SETT. T.O. – Marco 2,23-28 “Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA….

Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG

Dal Vangelo secondo Marco 2,23-28

In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Oggi Marco narra che i discepoli di Gesù quando ebbero fame, in giorno di sabato, si misero a strappare delle spighe e a mangiarle. Ma ci dice anche che GESÙ STESSO NON PRESE LE SPIGHE DI GRANO.

E ci racconta che i farisei, ligi alle loro severe regole sul sabato obiettarono che non era lecito far ciò di sabato, interpretando restrittivamente la Torah (Es 20,10 e 31,15 e Dt 5,14). I farisei infatti consideravano l’azione fatta dai discepoli di Gesù, UNA MIETITURA, e quindi un lavoro che era proibito di sabato (Esodo 34,21), e così chiesero a Gesù una spiegazione.

Ma Gesù, che conosceva bene la Legge, era considerato un Maestro in Israele, e così lo chiamavano anche i suoi discepoli (Gv 9,2).

E il Maestro rispose quindi ai farisei citando -dalla Scrittura- un esempio che mostrava LA NON VIOLAZIONE DELLA LEGGE:

  • Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!” (1 Samuele 21,1-6)

poi spiegò “…che il sabato venne dato a causa dell’uomo, ma non venne l’uomo a causa del sabato”.

Davide, infatti, entrò nel cortile del Tabernacolo e chiese i pani della presentazione che, secondo le leggi mosaiche, erano a disposizione soltanto dei sacerdoti e ne diete anche a quelli che erano con lui.

Gesù racconta che Dio non punì, per far capire che l’interpretazione ristretta della Torah fatta dai farisei, oscurava le intenzioni di Dio, cioè lo Spirito della legge.

E secondo lo SPIRITO DELLA LEGGE LA NECESSITÀ UMANA AVEVA IL SOPRAVVENTO SULLE REGOLE CERIMONIALI.

La spiegazione che ne discende è questa: IL SABATO È UN DONO DI DIO ALL’UOMO.

Non solo, ma Gesù si scagliava anche al loro modo di osservare la Legge, quel tipico modo meccanico contro cui Paolo si scaglierà instancabilmente nelle sue lettere.

È interessante notare a questo riguardo cosa afferma un’antica opera rabbinica “Il Sabato è stato dato a voi, non voi al Sabato” (Mekiltà su 31,13).

E QUESTO PERCHÉ GLI ANTICHI RABBINI CHE SCRISSERO QUELLA FRASE ERANO CONSAPEVOLI CHE LA GLORIFICAZIONE DEL SABATO, L’INSISTENZA SULL’OSSERVANZA STRETTA AVREBBE POTUTO CONDURRE A DEIFICARE LA LEGGE.

Essi infatti avevano colto il senso vero del sabato e si espressero con le stesse parole di Gesù.

La legge è stata data da Dio all’uomo per aiutarlo a vivere L’AMORE.

Essa dunque nelle sue funzioni non può condurre l’uomo lontano dall’amore, ma lo deve sempre guidare verso di esso.

“Il sabato” dice Gesù “è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”.

Essendo un giorno di riposo, esso non deve penalizzare l’uomo, MA FAVORIRLO.

Deve essere quindi l’uomo stesso a poter decidere, facendo ricorso al libero arbitrio, come utilizzare questo giorno del quale “è Signore”, senza sentirsi costretto a obbedire a una tradizione che può ritorcersi contro il motivo per il quale Dio ha donato lo Shabbàt.

La posizione di Gesù nei confronti della Legge e in particolare del sabato non è una posizione di trasgressione, ma una posizione di completamento, di approfondimento e di miglioramento della regola data all’uomo per vivere l’amore.

Questo principio dà autorità a Cristo di modificare la Legge senza con questo entrare in contraddizione con sé stesso e con essa.

Dio stesso, infatti, suscitandolo nel Profeta Isaia (Is 58,13,14), aveva detto “…se rinunzi a lavorare di sabato, il mio santo giorno; se lo consideri un giorno di gioia da rispettare perché è consacrato a me […] allora troverai la tua gioia in me, il Signore. Ti porterò in trionfo ovunque”. –

Gesù, infine – dopo aver citato un esempio biblico e aver dato la spiegazione -, rende ancor più autorevole quanto ha detto, affermando “…IL FIGLIO DELL’UOMO È SIGNORE ANCHE DEL SABATO”.

E io mi chiedo …chi più di lui, DIO FIGLIO ‘…per mezzo del quale tutte le cose furono create nei cieli e sulla terra, le cose visibili e le cose invisibili, tutto, per mezzo di Lui e per Lui’ (come dice Paolo di Tarso ai Colossesi, in 1,16), poteva esserlo?

Gesù sapeva come doveva essere rispettato il sabato, ubbidendo al Comandamento. AVEVA L’AUTORITÀ PER DIRLO, E LO DISSE, a voce alta a quei farisei che secondo la loro usanza imponevano BEN 65 REGOLE MOLTO RIGIDE SU COSA FARE O NON FARE DI SABATO.

Il motivo originario che aveva originato questi 65 precetti giudaici, era molto buono. Perché in coscienza davvero i rabbini credevano e credono che trasgredire il sabato significava trasgredire la Torah e trasgredire la Torah significava ATTIRARSI LA COLLERA DI DIO, ANDARE CONTRO IL FAVORE DIVINO, DISPREZZARE L’AMORE, L’AMICIZIA, LA MISERICORDIA E LA BENEVOLENZA DEL SIGNORE.

Purtroppo essi dimenticavano una cosa fondamentale. Ovvero che la Legge ha una LOGICA E QUESTA LOGICA NON È L’ASSURDITÀ, MA LA NECESSITÀ DI INDIVIDUARE NELLE SCELTE DELLA VITA DELL’UOMO UN PERCORSO CHE INDICHI SEMPRE E DOVUNQUE DOVE STA LA VOLONTÀ DI DIO E PIÙ IN PARTICOLARE OVE RISIEDE L’AMORE.

Di conseguenza, la funzione della legge non è quella dello schiavizzare l’uomo assoggettandolo a delle norme imposte, MA LA SUA FUNZIONE RISIEDE NELLA CARITÀ DI DIO VERSO L’UOMO.

Carità che consiste nel favorire non la sovranità della norma, ma la sovranità del contenuto che essa tratta, ossia la sovranità dell’amore.

Dunque è vero che la Legge ha autorità sull’uomo, ma la sua autorità le viene conferita dall’AMORE, il quale risiede unicamente in Dio.

In una società che rendeva schiavi e che utilizzava gli schiavi, si poteva ben vedere che gli schiavi non riposavano mai. Ecco un altro motivo per cui la norma del riposo sabbatico era così importante: per ricordare ad Israele che ORA, ANCHE GLI SCHIAVI ERANO DEI FIGLI, E CHE COME TALI SI DOVEVANO COMPORTARE.

Il Santo Vescovo Agostino, diceva una stupenda verità, inserita nel contesto di questo brano evangelico “…Noi stessi saremo il settimo giorno”.

Il sabato è il giorno del Signore. Il brano ci presenta Gesù, che nel suo giorno, passa attraverso campi seminati. L’immagine è un’allusione all’eucaristia, in cui i discepoli mangiano e vivono del Signore che si è fatto loro pane.

Ai farisei che criticano il gesto dei discepoli “strappare le spighe“, Gesù risponde “…Il sabato è fatto per l’uomo“. Il che non significa che il sabato venga abolito, ma che ogni legge, anche quella più sacra del sabato, è a vantaggio dell’uomo.

Con questa affermazione Gesù colpisce al cuore ogni moralismo e formalismo. E, di fronte alle insidie dei farisei, oppone la chiarezza e la libertà di una religione dell’amore, che non si oppone alla Legge e al Rito, ma non ne fa una esigenza assoluta. PERCHÉ IL PRIMATO VA ALL’AMORE DI DIO, IN DIO E CON DIO.

IL SETTIMO GIORNO, IL SABATO, ALLORA, DEVE ESSERE VISTO COME IL TEMPO DELLA LIBERTÀ, DELLA GIOIA. È IL CRISTIANO CHE È CHIAMATO A DIVENTARE IN DIO UN “UOMO SABBATICO”, POTREMMO COSÌ DIRE.

Questa prospettiva però, purtroppo, non è accolta neanche da molti di noi oggi.

QUESTA È LA BUONA NOTIZIA CHE CRISTO È VENUTO A PORTARE CON LA SUA INCARNAZIONE. Ora non c’è più separazione tra sacro e profano, perché È SANTO TUTTO CIÒ CHE DÀ VITA.

OGNI NOSTRO GESTO CHE DONA PACE, SERENITÀ, ASCOLTO, ACCOGLIENZA DIVENTA SACRO PERCHÉ DÀ LODE A DIO NELL’AMORE PER I FRATELLI. Sono i gesti della misericordia che la vita cristiana ci indica come cammino di santità.

Ma come ho detto è un cammino difficile anche per noi, che crediamo di aver capito tutto e di essere misura a noi stessi.

Spesso pensiamo “Non è lecito, è proibito, è vietato…” e confondiamo la FEDE VERA, con il rispetto scrupoloso di infinite norme attribuite a Dio.  E lo facciamo come SE CREDERE, IN FONDO, COINCIDESSE COL COMPORTARSI BENE.

Dio è immutabile nel SUO AMORE e muove tutto con autorità assoluta e incontestabile per realizzare sempre e comunque solo l’AMORE.

Noi uomini, invece, spesso utilizziamo logiche differenti, perché in noi l’identificazione della nostra persona con l’Amore non esiste. Ciò ci spinge a obbedire a principi diversi da quelli di Dio, principi che a volte ci sembrano incomprensibili e che spesso ci fanno camminare lontano da Dio, o addirittura ci fanno vedere Dio lontano da noi e in movimento su vie secondo noi sbagliate.

E questo è proprio quello che capita ai farisei in questa pericope evangelica, ed è quello che capita anche a noi uomini di oggi.

Che siamo BRAVISSIMI, tutti, a contestare le indicazioni forniteci dalla Chiesa su argomenti quali il matrimonio, l’aborto, l’eutanasia, i contraccettivi, il sesso, l’omosessualità, la diversità di genere, qualsiasi valore morale e Dio solo sa cos’altro, ma anche ogni altro principio chiarito dal Vangelo.

Io CREDO DAVVERO CHE SAREBBE IL CASO CHE INIZIAMO A VERGOGNARCI…

Perché IO CREDO DAVVERO CHE NOI NON ABBIAMO NEMMENO INTUITO IL TESORO CHE POSSEGGONO QUESTE INDICAZIONE CHE CI VENGONO DATE DALLA CHIESA: ESSE SCATURISCONO E VIVONO DELLA LUCE CHE PROVIENE DALL’AMORE DI DIO.

Se veramente noi ci identificassimo con L’AMORE scopriremmo la grande bellezza custodita da questi principi, li capiremmo, li accoglieremmo e li seguiremmo convinti della loro grande validità.

Se le nostre capacità non sono tali da permetterci di arrivare a questo punto, ALLORA DOBBIAMO ACCETTARE L’AUTORITÀ DI CRISTO COME AUTORITÀ DI CHI HA DATO CON LA SUA TESTIMONIANZA DI VITA, UNA PROVA CONCRETA DELLA SUA PERFETTA IDENTIFICAZIONE CON L’AMORE.

Ricordiamoci che Dio non può far altro che insegnarci il SUO AMORE. Ma ascoltarlo e seguirlo DIPENDE SOLO DA NOI!!!!

Ragioniamoci sopra…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!