17 aprile MERCOLEDI’ 3^ SETTIMANA DI PASQUA B – GIOVANNI 6,35-40 “…qesta è la volontà del Padre: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 6,35-40

+ In quel tempo, disse Gesù alla folla: «Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai! Vi ho detto però che voi mi avete visto, eppure non credete. Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo respingerò, perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Continua il grande discorso sul “PANE DI VITA” che l’Evangelista sta puntualizzando nel lunghissimo capitolo 6.

E ci racconta che tutta la fame che ci portiamo nell’anima, tutto il bisogno di felicità che ci troviamo addosso, tutta la delusione che sperimentiamo nello scontrarci con i nostri limiti e con la durezza del mondo hanno una soluzione.

Questa soluzione è UN PANE CHE NUTRE: la presenza di Cristo nella SANTA EUCARISTIA.

Una presenza reale, vera, possibile, intensa, discreta, quotidiana, attraverso la quale il Signore Gesù Cristo, si propone come un pane che sazia, come l’unico nutrimento dell’anima.

Ma abbiamo visto che la folla pretende un segno diverso e contesta al Signore che quello che fa e dice, NON È NÉ LA PAROLA NÉ L’AZIONE DI DIO, perché ritiene che Gesù segua la propria volontà, e non quella del Dio ALTISSIMO.

Ma il Signore Gesù attesta il contrario, dicendo loro “…IO non sono venuto per compiere la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato”.

Cristo si nutre della volontà del Padre suo e Nostro.

Dio non un annoiato dispensatore di prodigi, né il potente da convincere, ma un tenerissimo PADRE che vuole per noi, suoi figli, la pienezza di quella felicità che EGLI SOLO PUÒ DONARE.

PER QUESTO GESÙ, SCENDENDO DAL CIELO, COMPIE L’OPERA DEL PADRE, AFFINCHÉ NULLA VADA PERDUTO DI QUANTO EGLI AMA.

Mai dobbiamo dimenticare che anche noi siamo interpellati da questa volontà paterna, CHE CI PROMETTE COME RICOMPENSA LA RISURREZIONE.

FRATELLI E SORELLE, SE RIMANIAMO UNITI A DIO, ALLORA SIAMO IN COMUNIONE CON IL PRINCIPIO STESSO DELLA VITA.

E, nel leggere questo brano, subito ritorna alla mente, chiarissima, la conversazione che Gesù ha avuto con la Samaritana al pozzo.

Gesù le aveva detto che aveva dentro di lei una sorgente di acqua viva che scaturisce per la vita eterna.

Ma non comprendendo la donna aveva, in modo interessato chiesto “…Signore, dammi questa acqua!” (Gv 4,15). Questa povera donna samaritana non si era resa conto che Gesù non stava parlando di acqua materiale.

E anche nel brano odierno, anche oggi, come allora, la gente non si rende conto che Gesù non stava parlando del pane materiale.

Per questo, per chiarire ancora una volta il concetto, Gesù risponde molto chiaramente “…Io sono il pane della vita! Chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete“.

Questo è il cibo che la gente deve cercare: fare la volontà del Padre del cielo.

E questo è il pane che alimenta la persona nella vita e le dà vita. In esso comincia la vita eterna, quella vita che è più forte della morte!

Se fossimo veramente disposti a fare la volontà del Padre, non avremmo difficoltà a riconoscere il Padre presente in Gesù.

SE DECIDIAMO DI MANGIARE IL PANE DEL CIELO, AUTOMATICAMENTE ATTESTIAMO CHE SIAMO ARRIVATI, FINALMENTE, A CREDERE A QUEL GESÙ CHE È DISCESO DAL CIELO COME RIVELAZIONE DEL PADRE.

SIGNIFICA CHE FINALMENTE ABBIAMO SCELTO DI PRENDERE PARTE A QUEL CAMMINO CHE LUI HA TRACCIATO PER LA NOSTRA VITA.

Ma la gente pur avendo visto fisicamente il Signore Gesù, non crede in lui, tanto che Egli, con prfonda tristezza del cuore dice “…voi mi avete visto e non credete“.

In questo Evangelo si narra che Gesù, il giorno prima, aveva dato il pane a tutti. E tutti erano rimasti contenti perché avevano mangiato, e stavano tutti lì, aspettando che Gesù desse loro altro pane.

E i discepoli, vedendo che non tornava, erano partiti in barca, carichi di pane – quel sovrappiù che avevano raccolto (Gv.6,12) – e stanno per andare a fondo.

E il Signore Gesù appare sull’acqua, cammina, per dir loro “….sono io, non temete, quel pane che avete sulla barca, quel sovrappiù, SONO IO, cioè, QUELLO STESSO DIO CHE VI FA CAMMINARE SULL’ACQUA.

Quel sovrappiù di pane che vi è avanzato e che non avete mangiato, è un sovrappiù, che possiede IN SE’ la vita, la relazione, l’amore, la condivisione, la giustizia, la fraternità, la libertà.

QUESTA È LA VITA ETERNA CHE CI FA VINCERE, GIA’ IN QUESTO MONDO, MENTRE SIAMO ANCORA VIVI, LA MORTE.

Perché, come dice Gesù, IN QUEL PANE CONDIVISO, C’È GIÀ L’AMORE DEL PADRE, C’È L’AMORE DEI FRATELLI E C’È LA VITA ETERNA.

“Chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà più sete” (Gv.6,35).

Fratelli e Sorelle, l’uomo è per sua natura un mendicante, per questo Gesù dichiara beati coloro che “hanno fame e sete della giustizia” (Mt 6,5).

Spessp cerchiamo la gioia ma spesso la confondiamo con il piacere, inseguiamo la speranza ma non raramente rimaniamo schiavi di illusioni.

Desideriamo la comunione, ma sperimentiamo un’angosciosa solitudine.

Quante volte la sete di verità, che Dio stesso ha posto nel cuore dell’uomo, si arresta dinanzi al muro della razionalità ed è per questo che tutto si risolve in una disperata ricerca di qualcosa che non c’è, o di effimero, e ci buttiamo, come affamati, sulle cose materiali. E, nella maggior parte dei casi lo facciamo per stupidità.

La parola del Vangelo allora, ben sapendo ciò, oggi ci apre uno spiraglio: chi si accosta a Gesù trova finalmente quella pienezza che il cuore desidera, perché, in Lui, scrive Paolo di Tarso “…sono nascosti tutti i tesori della sapienza e della conoscenza” (Col 2,3).

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!