«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG
Dal Vangelo secondo MARCO 12,28-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come sé stesso vale più di tutti gli olocàusti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo. Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel Vangelo di oggi, gli scribi vogliono sapere da Gesù qual è il più importante di tutti i comandamenti.
Una domanda vecchia come il mondo, con la quale l’uomo di tutti i tempi, vuol andare all’essenziale, per non perdere troppo tempo con Dio.
Tanto che, anche oggi molta gente vuole sapere cosa è più importante osservare nella religione.
Alcuni dicono che è l’essere battezzati, altri che è andare a Messa della domenica, altri che basta pregare Dio, anche senza partecipare alla vita parrocchiale.
Altri ancora: amare il prossimo e lottare per un mondo più giusto. Infine ci sono altri si preoccupano solo delle apparenze o degli incarichi nella Chiesa.
Ma nel contesto del brano evangelico odierno uno scriba che ha appena ascoltato la discussione di Gesù con i sadducei a proposito della resurrezione dei morti (Mc 12,18-27) e ha apprezzato la sua sapienza, si avvicina a lui per chiedergli:
- “Qual è il primo di tutti i comandamenti?”.
Una domanda -peraltro giustificata in quel tempo- che nasceva da un’esigenza assai diffusa nell’ambiente religioso del tempo di Gesù: operare una sintesi dei precetti di Dio presenti nella Torah (613, secondo il Talmud babilonese), così da giungere all’essenziale, a ciò che costituisce l’intenzione profonda del cuore di Dio, della sua offerta di vita e di senso a tutta l’umanità.
Anche perché ormai, questa miriade infinita di precetti, avevano quasi strangolato ogni possibilità di vita, non solo religiosa, dei credenti dell’epoca.
E Gesù, fa chiarezza.
Risponde citando come primo comandamento l’inizio dello “Shema‘Jisra’el hebèt Adonaj” (Dt 6,4-9) OSSIA LA GRANDE PROFESSIONE DI FEDE NEL SIGNORE DIO RIPETUTA TRE VOLTE AL GIORNO DAL CREDENTE EBREO, tema centrale in tutta la tradizione rabbinica:
- “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è uno. Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze” (Dt 6,4-5).
Questa preghiera rivela che l’ascolto di ciò Dio ha da dirci, ha un primato assoluto, è la modalità di relazione decisiva dell’uomo nei confronti di Dio: l’ascolto obbediente è il fondamento dell’amore.
Anzi, le parole del Deuteronomio riprese da Gesù sembrano addirittura tracciare un movimento che:
- DALL’ASCOLTO (“Ascolta, Israele”) conduce alla FEDE (“Il Signore è il nostro Dio”),
- dalla FEDE alla CONOSCENZA (“Il Signore è uno”)
- e dalla conoscenza ALL’AMORE (“Amerai il Signore”).
E allora, Fratelli e Sorelle, ricordiamoci che al Dio che ci ama di un amore eterno (Ger 31,3), che ci ama per primo gratuitamente (1Gv 4,19), si risponde con un amore libero e pieno di gratitudine, che si radica nell’ascolto obbediente della sua Parola, fonte della fede.
Fidarsi di Dio significa fidarsi del suo amore della sua capacità di amare, del suo essere amore (cf. 1Gv 4,8.16).
Questo significa credere in Dio e dunque anche, inseparabilmente, amarlo.
Ma cerchiamo di vedere bene.
Poco prima della domanda dello scriba, la discussione era stata tenuta con i sadducei attorno alla fede nella risurrezione (Mc 12,23-27).
A questo scriba, che aveva assistito al dibattito, piacque la risposta di Gesù, perché percepì in essa la sua grande intelligenza e volle approfittare dell’occasione per fare una domanda di chiarimento:
- “Qual è il primo tra tutti i comandamenti?”
In quel tempo, come ho già accennato, sui giudei gravavano un’enorme quantità di norme per regolamentare la pratica e l’osservanza dei Dieci Comandamenti della Legge di Dio.
Alcuni dicevano “Tutte queste norme hanno lo stesso valore, poiché vengono tutte da Dio. Non tocca a noi introdurre distinzioni nelle cose di Dio”.
Altri dicevano “Alcune leggi sono più importanti delle altre e, per questo, obbligano di più!”
E questo scriba vuole sapere cosa ne pensa Gesù.
Bisogna tener presente che gli scribi, all’epoca di Gesù, erano gli unici capaci ad interpretare correttamente la Parola di Dio.
La loro autorevolezza era riconosciuta da tutti, in particolare dal popolo che non aveva la possibilità di leggere e studiare.
Ma teniamo presente che la domanda posta dallo scriba al Signore, potrebbe anche nascondere uno sfoggio di cultura o, peggio, un’indagine conoscitiva per cogliere in fallo il falegname che si arrogava il diritto di insegnare senza avere frequentato una scuola adeguata.
Ma capita male, il poveretto, perché proprio riguardo al tema dell’amore verso Dio e verso il prossimo, il Signore fornisce una risposta perfetta, che era condivisa anche da molti rabbini, intellettualmente onesti, del suo tempo:
- al centro della selva dei precetti imposti sulle spalle dei pii israeliti resta l’esperienza amorevole di Dio e del prossimo.
E, il Maestro di Nazareth, risponde citando un passaggio della Bibbia che, chiaramente dice che il primo tra i comandamenti è:
- “…amare Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima, con tutta la mente e con tutta la forza!” (Dt 6,4-5).
Un Comandamento che, i pii giudei recitavano tre volte al giorno:
- al mattino,
- a mezzogiorno
- ed alla sera.
Era una preghiera così conosciuta tra di loro come tra di noi lo è il Padre Nostro.
A questo precetto Gesù aggiunge, citando nuovamente la Scrittura:
- “Il secondo è: amerai il tuo prossimo come te stesso” (Lev 19,18). Non c’è un altro comandamento più grande di questi due”.
Risposta breve e molto profonda, che costituisce i il riassunto di tutto ciò che Gesù insegna su Dio e sulla vita (Mt 7,12).
Esso è il nuovo comandamento per eccellenza, che è il centro e la sintesi del Vangelo, ed insieme il programma della nostra vita.
Dio ci ha creati per l’amore.
Ha fatto in modo che tutto in noi, il nostro corpo come il nostro spirito, la nostra sensibilità come la nostra volontà, la nostra anima come il nostro cuore, tutto il nostro essere, insomma, potesse amare.
Del resto, egli ha fatto in modo che veniamo al mondo come un essere indifeso, che ha un bisogno vitale non solo di essere nutrito, ma anche di essere amato dalla madre, un esse che non può crescere e raggiungere la propria maturità come persona se non attraverso fondamentali relazioni d’amore e grazie ad esse.
Ma, più noi procediamo nella vita, più facciamo prova di come sia difficile amare, amare veramente e disinteressatamente, amare profondamente e sinceramente Dio e il prossimo.
Questo richiede ogni sorta di purificazione, che non si impara certo sui libri.
Il solo modo di imparare ad amare è quello di lasciarci amare da Dio, poiché non si può amare se non essendo amati, e non c’è altri che Dio che possa amarci veramente, perché egli è l’unico Signore ed è Amore.
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!