16 ottobre 2024 Mercoledì 28’ settimana p.a. B. – LUCA 11,42-46 “Guai a voi, farisei; guai a voi dottori della legge”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 11,42-46

+ In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo». Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!». Parola del Signore

Mediti…AMO

Nel vangelo di oggi continua la relazione conflittuale tra Gesù e le autorità religiose dell’epoca.

Questa critica di Gesù ai capi religiosi di quell’epoca, può ripetersi per molti capi religiosi dei secoli seguenti, fino ad oggi.

Molte volte, in nome di Dio, insistiamo in dettagli e dimentichiamo la giustizia e l’amore.

Per esempio, il giansenismo rese arido il vissuto della fede, insistendo nelle osservanze e penitenze che allontanarono la gente dal cammino dell’amore.

La suora carmelitana Santa Teresa dI Lisieux crebbe nell’ambiente giansenista che caratterizzava la Francia della fine del XIX secolo.

A partire da una dolorosa esperienza personale, lei seppe recuperare la gratuità dell’amore di Dio con la forza che deve animare dal di dentro l’osservanza delle norme.

PERCHÉ, SENZA L’ESPERIENZA DELL’AMORE, LE OSSERVANZE FANNO DI DIO UN IDOLO.

Ma ascoltiamo adesso, con umiltà, le parole amare e severe, che Cristo rivolge ai farisei e ai dottori della legge.

I farisei si impegnavano a vivere con scrupolo la Toràh, per amore di Dio e dell’Alleanza, cercavano con la fedeltà di contrastare al generale rilassamento del popolo.

E’ l’atteggiamento che, alle volte, c’è in alcuni gruppi o persone che, con semplicità e rettitudine, cercano di mantenersi fedeli al Vangelo.

Perchè allora Gesù contesta questo atteggiamento?

Perchè in esso vi è un eccesso di rigidità, un concentrarsi troppo su se stessi, per poi dimenticare L’AMORE.

Perché prima della LEGGE c’è L’AMORE, e L’AMORE È IL METRO DI GIUDIZIO E DELL’OPPORTUNITÀ DELLA LEGGE, E’ IL GIUDIZIO SULLA LEGGE.

C’è bisogno di un amore serio, severo, esigente – COME DEV’ESSERE L’AMORE – MA PUR SEMPRE AMORE.

Ecco cosa mancava ai farisei, L’AMORE, erano privi di affetto, mancanti di quella compassione che Gesù dona con abbondanza.

Il Maestro di Nazareth non giudica le persone deboli, ma le ama, non le offende, ma le rispetta e non mostra loro i difetti.

E ci insegna che dobbiamo amare il peccatore, disprezzando il peccato.

E la sua tenacia scardina i cuori:

  • smuove Matteo,
  • fa scendere Zaccheo,
  • fa piangere la prostituta,
  • incrina la saccenza di Nicodemo,
  • inquieta Pilato.

E ci insegna che non dobbiamo trascurare le norme, o i gesti che concretizzano la fedeltà al Signore, e la rendono possibile, ma dobbiamo riempirli di senso, con l’amore Dio, che siamo chiamati a distribuire con generosità.

Gesù esige che la LEGGE sia osservata per intero “…queste cose bisogna curare, senza trascurare le altre”.

Ricordando sempre, come abbiamo appena chiarito, che il precetto più importante È IL COMANDAMENTO DELL’AMORE, PERCHÉ CHI AMA PORTA A COMPIMENTO TUTTA LA LEGGE (Rm 13,10).

MENTRE CHI NON AMA NON OSSERVA NULLA, ANCHE SE COMPIE TUTTI GLI ATTI DI OSSERVANZA.

L’osservanza dei comandamenti, senza amore, è SOLO UN DANNO.

Applicando l’osservanza alla lettera, invece di amare Dio e il prossimo, il fariseo ama se stesso, si mette al centro di tutto, facendo in modo che il proprio io, divenga il suo Dio.

NELL’OSSERVANZA DELLA LEGGE, IL MOVENTE DEV’ESSERE -SOLAMENTE- LA VOLONTÀ DEL PADRE “…guardatevi dal praticare le vostre buone opere davanti agli uomini per essere da loro ammirati, altrimenti non avrete ricompensa presso il Padre vostro che è nei cieli” (Mt 6,1).

Mai dobbiamo dimenticare che la salvezza sta in realtà SOLO NEL COMPIMENTO DELLA PAROLA DI DIO, CHE GIUNGE A NOI TRAMITE GESÙ CRISTO.

LA LEGGE NON SERVE A NULLA, SE IL REGNO DI DIO NON NASCE NELL’UOMO MEDIANTE LA PAROLA DI GESÙ.

Il brano mostra la determinazione e la fermezza di Gesù, che ci presenta un uomo deciso, schietto, ben diverso da quell’immagine melensa e rassegnata, che alle volte immaginiamo: L’AMORE ALLE VOLTE È ESIGENTE, PRETENDE PERCHÉ DONA TUTTO.

Queste parole oggi vengono rivolte ad ognuno di noi e le dobbiamo usare per vedere quanta verità c’è anche in noi, e se in noi abita l’amore di Dio, o siamo morti viventi.

Fratelli e Sorelle, la morte spirituale interiore, è molto più temibile della morte fisica, perché la morte spirituale ha conseguenze eterne.

E ci fa diventare dei “sepolcri”, già da vivi, perché l’uomo persiste volentieri in quanto in lui è negativo.

Bisogna allora ritornare a vivere rispondendo alla chiamata di Cristo, imparando da Lui a non essere giudici degli altri.

È facile far rimarcare agli altri i loro errori e le loro mancanze, perdonando sempre a noi i nostri errori, per i quali troviamo per noi delle regole più elastiche, con numerose scappatoie e riserve per giustificare sempre il nostro comportamento.

Bisogna imparare a misurare sia noi, sia gli altri, con le stesse regole: che non sono le nostre, ma sono quelle di Cristo.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!