«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 17,20-25
+ In quel tempo, i farisei domandarono a Gesù: «Quando verrà il regno di Dio?». Egli rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: “Eccolo qui”, oppure: “Eccolo là”. Perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi!». Disse poi ai discepoli: «Verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell’uomo, ma non lo vedrete. Vi diranno: “Eccolo là”, oppure: “Eccolo qui”; non andateci, non seguiteli. Perché come la folgore, guizzando, brilla da un capo all’altro del cielo, così sarà il Figlio dell’uomo nel suo giorno. Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione». Parola del Signore
Mediti…AMO
Sono i farisei a porre la domanda a Gesù, forse più per capire cosa pensa su un tema tipico del giudaismo dell’epoca, che per avere risposte certe.
Gesù parla spesso del suo regno, del regno di Dio, del regno dei cieli, per far capire che non si tratta di un termine di sua invenzione.
Gia nell’Antico Testamento si parla abbondantemente del regno di Dio, della sua venuta in opposizione ai regni umani e del fatto che JHVH regna.
E’ sia una promessa, che allo stesso tempo un’affermazione.
- “Il SIGNORE regna per sempre;il tuo Dio, o Sion, regna per ogni età. Alleluia”. (Sal 146,6)
Questa espressione viene ripresa da Gesù, quando afferma la presenza del regno di Dio, già in mezzo a noi.
È palesemente presente già davanti a noi -dice Gesù- ma anche presente, come qualcosa che deve ancora venire, che va annunciato ed aspettato.
- “Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione… Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!”.
È molto importante tenere presenti questi due aspetti del regno di Dio altrimenti non si capisce cosa dice Gesù: IL REGNO DI DIO È UN QUALCOSA CHE È SEMPRE ESISTITO NEL SENSO CHE IL MONDO NON È ABBANDONATO A SE STESSO, MA È NELLE MANI DI DIO.
I regni umani possono fare ciò che vogliono, MA L’ULTIMA PAROLA SUL MONDO È DI DIO, CHE IN QUESTO SENSO REGNA.
Tuttavia questo regno si realizza totalmente e pienamente solo con il ritorno di Cristo a giudicare il mondo e creare un nuovo cielo ed una nuova terra, motivo per cui si deve pregare “…venga il tuo regno” annunciando la presenza e la venuta del regno.
Il regno è una di quelle realtà che si vivono “già e non ancora”, come anche la salvezza, che in parte sono ampiamente realizzate ed in parte vanno ancora godute nella loro pienezza.
I farisei pensavano che il Regno di Dio potesse arrivare solo dopo che la gente fosse giunta alla perfetta osservanza della Legge di Dio.
Per loro, la venuta del Regno, sarebbe stata la ricompensa di Dio al buon comportamento della gente, e il Messia sarebbe venuto in modo ben solenne COME UN RE, RICEVUTO CON GRANDE SOLENNITA’ DAL SUO POPOLO.
Ma il Signore Gesù dice il contrario.
La venuta del Regno non può essere osservata come si osserva la venuta dei re della terra.
Anche i discepoli, attendevano che il Regno di Dio giungesse in modo spettacolare e per questo domandavano, come i farisei, «…quando verrà il Regno di Dio?»
Gesù non risponde, dando loro una data e un’ora precisa, ma inverte il modo di vedere le cose, DICENDO CHE IL REGNO È GIÀ TRA NOI E CHE DOBBIAMO SOLO ATTENDERE IL RITORNO DEL FIGLIO DI DIO.
Nella sua dimensione di promessa e di presenza il regno di Dio non attira gli sguardi.
Lo si può riconoscere, ma anche disconoscere.
E, i farisei, che pure hanno visto abbondanti segni da parte di Gesù come miracoli, guarigioni, parole ed opere convincenti e di chiara origine divina, NON SONO RIUSCITI A LEGGERLI COME SEGNI DELLA PRESENZA DEL REGNO.
Fratelli e Sorelle, ricordiamoci che il Regno di Dio è già tra noi, nella santità di tutti i giorni, nella santità della vita ordinaria, nella semplicità e nella croce quotidiana di tante persone che portano avanti la famiglia.
E lo è NEI GENITORI che curano i figli, giovani e bambini, che scoprono la bellezza della vita, e curano il proprio cuore per non perdere la gioia.
In tanti uomini e donne che lottano, CON LA FORZA DELLA FEDE, per costruire una cultura di vita e di pace, tanta gente coraggiosa che, nonostante la sofferenza, continua a sorridere e a camminare seminando vita.
Gesù ci chiama quindi ad una vigilanza costante e piena di pace, per riconoscere LA LUCE E L’AMORE DI DIO NELLE COSE ORDINARIE, QUOTIDIANE.
Gesù è LUI STESSO IL REGNO DI DIO IN PERSONA.
Apparentemente era un uomo come gli altri, non manifestava la sua gloria di Figlio di Dio, eppure è venuto dal Padre per insegnarci la via della sapienza. Di quella sapienza che si incarna in LUI stesso.
Già i saggi dell’Antico Testamento avevano riconosciuto che la sapienza non è dagli uomini, ma ha qualcosa di divino “….Spirito intelligente, santo, unico, molteplice, penetrante…”.
E ancora “…emanazione della potenza di Dio, riflesso della luce perenne”.
Luce intellettuale quindi, che penetra ogni cosa, ma anche luce spirituale, che è molto di più, che fa conoscere le persone, mette in rapporto con Dio stesso e, “entrando nelle anime sante, forma amici di Dio”.
Già questa è una rivelazione molto preziosa; la nostra vita intellettuale è una certa partecipazione alla vita divina.
Nel Nuovo Testamento essa è completata e superata dalla rivelazione di Gesù, Sapienza divina che illumina tutte le circostanze della vita umana e ci fa vivere in rapporto totale con Dio.
Non soltanto “emanazione della potenza di Dio”, ma, come si esprime la lettera agli Ebrei, “irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza, che sostiene tutto con la potenza della sua parola”.
Ecco il dono di Dio, il regno di Dio in mezzo a noi: se stesso.
Ma bisogna accoglierlo dentro di noi, compiendo così l’ardente desiderio che Gesù ha espresso nella sua preghiera al Padre prima della passione “…IO in loro e TU in ME… perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”.
Fratelli e Sorelle, “…quando verrà il regno di Dio?”, è una domanda più che legittima.
Ed abbiamo visto che, fin dalle prime battute, Gesù annuncia che è giunta l’ora promessa dai profeti (Lc 4,18-21).
La domanda dei farisei perciò contiene una critica implicita.
Ed è come se dicessero “…Tu parli del Regno ma noi non vediamo i segni che i profeti hanno promesso”.
Non possiamo dar loro torto.
Stando all’Antico Testamento, il Regno non è un’idea, ma un “fatto”.
Il salmista, infatti, presenta così i tempi messianici:
- “Le montagne portino pace al popolo e le colline giustizia. Ai poveri del popolo renda giustizia, salvi i figli del misero e abbatta l’oppressore” (Sal 72,3-4).
Dio promette quindi un radicale rinnovamento della vita personale e sociale.
Ma tutto questo non si vede.
E la risposta di Gesù non si fa attendere:
- prima li invita ad affinare lo sguardo, perchè “…il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione”;
- e subito dopo annuncia “…il regno di Dio è in mezzo a voi!”
Dio è già all’opera ma loro non se ne sono accorti.
Le parole di Gesù fanno riferimento non solo alla sua persona, ma anche ai numerosi segni che ha compiuto. Quello dei lebbrosi è solo l’ultimo in ordine di tempo (17,11-19).
Tutti i segni confermano la parola dei profeti.
Ma come mai essi non hanno capito?
Non hanno compreso non perchè siano distratti, MA PERCHÈ LE ATTESE DEI FARISEI SONO DIVERSE DALL’AGIRE DI DIO.
TUTTI ATTENDONO DI VEDERE LA GRANDEZZA DI DIO; E LUI, INVECE, SORPRENDENDO TUTTI, VIENE NELLA PICCOLEZZA.
TUTTI VOGLIONO VEDERE UN DIO CHE OPERA CON POTENZA E LUI SCEGLIE INVECE DI MANIFESTARSI ATTRAVERSO L’AMORE.
Fratelli e Sorelle, il regno di Dio, si rende manifestamente visibile nelle parole di chi percorre il mondo per annuncia e il vangelo, nelle persone che si convertono e cambiano vita iniziando a seguire Dio.
In tutti gli sforzi di chi contrasta le guerre, lotta contro le ingiustizie con leggi giuste, costruisce ospedali per lottare le malattie il regno, di chi da da mangiare agli affamati, veste gli ignudi e conforta i dubbiosi.
Vedere il mondo con le sole lenti del pessimismo e dell’assurdità significa essere ciechi al regno come i farisei.
VIVIAMO IN UNA FASE DELLA STORIA DELLA SALVEZZA IN CUI SI PROCEDE PER FEDE E NON PER VISIONE (2 Cor 5,7).
E QUESTA FEDE SI ESERCITA PROPRIO NEL CREDERE AD UNA PROMESSA CHE HA LE SUE REALIZZAZIONI ANCHE NEL RITARDO DEL COMPIMENTO FINALE DEL REGNO, PROPRIO PER L’AMORE DI DIO, CHE ASPETTA, E DEVE PRIMA SOFFRIRE EGLI STESSO NELLA PERSONA DEL FIGLIO, PER COMPLETARE LA SUA OPERA DI SALVEZZA.
Non vedere il Regno significa non riuscire a vedere la salvezza, ed allora ci vogliono “GLI OCCHIALI DELLA FEDE” per vedere regno presente e futuro.
La voce di un sacerdote italiano, PINO PUGLISI (1937-1993, PRIMO MARTIRE DELLA CHIESA, VITTIMA DELLA MAFIA, poichè ucciso da “COSA NOSTRA” il giorno del suo 56’ compleanno per il suo impegno evangelico e sociale teso a sottrarre i giovani al destino mafioso):
- “Quando il cuore di una persona si arrende a Dio, quando gli dice di sì, allora viene il Regno, allora Dio regna.”
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!