16.05.2023 – MARTEDI’ 6′ SETTIMANA DI PASQUA A – GIOVANNI 16,5-11 “Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 16,5-11- Se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito.
+ In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli «Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore. Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi. E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato». Parola del Signore
Mediti…AMO
Lo Spirito Santo è stato mandato da Cristo nel mondo per continuare il giudizio di accusa contro l’incredulità.
Sarà lo Spirito Santo, che procederà da Cristo e dal Padre, a continuare la sua opera di Incarnazione, non più soltanto «con» noi, MA «IN» NOI.
E la vittoria del Cristo SARÀ NEI CUORI, nel trionfo riportato sulle nostre tristezze e delusioni, perché, come diceva San Cipriano “…vivendo secondo lo Spirito piuttosto che secondo la carne, vinciamo con la fermezza dell’animo l’infermità del corpo”, con la GRAZIA DI CRISTO.
Ecco come si perpetuerà la sua presenza. Sarà la forza dello Spirito Santo a “convincere” il mondo “…quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio“.
Il verbo greco “elègkein” significa che farà un’inchiesta, interrogherà, metterà alla prova. Porterà alla luce la realtà, fornirà la prova della colpevolezza.
La presenza vivificante ed illuminante dello Spirito ci consentirà, quindi, una verifica circa il peccato come tradimento dell’Amore, generato dall’incredulità, circa la giustizia come atteggiamento di docilità a Dio per essere giusti al suo cospetto e circa il giudizio inteso come rinnovamento della storia con la sconfitta del male.
Tutti noi sperimentiamo che quel Gesù, che è salito al Padre, è più che mai presente nella nostra storia e nella nostra vita.
Possiamo riconoscerlo presente nella nostra vita e nella vita di chi vi circonda.
E, sotto la guida dello Spirito Santo, essere testimoni veri della sua presenza.
Ma, esattamente, cos’è la “presenza” della quale tanto si parla?
Il grande teologo HANS URS VON BALTHASAR, in modo mirabile fece capire il significato della parola “presenza”.
- “Ci sono molti modi di essere presenti. Se due alberi si trovano l’uno vicino all’altro, sono presenti l’uno all’altro, ma in un senso del tutto esteriore ed imperfetto.
Non sanno nulla l’uno dell’altro, non si preoccupano l’uno dell’altro e, nonostante la loro vicinanza, rimangono estranei l’uno all’altro.
LA PRESENZA NEL VERO SENSO DELLA PAROLA COMINCIA SOLO NEL MOMENTO IN CUI DUE ESSERI SI CONOSCONO SPIRITUALMENTE E SI METTONO L’UNO DI FRONTE ALL’ALTRO CONSAPEVOLMENTE.
Ciò permette loro di avere interiormente una sorta di immagine l’uno dell’altro, per cui l’altro ha, per così dire, una seconda esistenza in colui con il quale è in rapporto.
E se una presenza di questo genere è mantenuta nella maggior parte delle persone che si incontrano, essa può diventare una realtà potente in chi ci conosce e ci ama.
L’immagine dell’altro che ognuno porta in sé è, per così dire, carica di realtà. Anche la solitudine può essere piena della presenza dell’altro” (H. Urs von Balthasar, Wiarygodna jest tylko milosc, WAM, 1997).
Fratelli e Sorelle, ci vorrà davvero la mancanza definitiva di Gesù, e la dirompente azione dello Spirito Santo, per riattivare negli Apostoli ricerca, fede e speranza, che ora ascoltavano parole di congedo che li allarmavano, determinando paura, spaesamento e senso di abbandono.
Sant’Agostino spiegava quel sentimento di abbandono che avevano i discepoli «avevano paura al pensiero di perdere la presenza visibile di Cristo… Erano contristati nel loro affetto umano, al pensiero che i loro occhi non si sarebbero più consolati nel vederlo» (nel suo Commento al vangelo di Giovanni, XCIV, 4).
Gesù cerca di dissipare questa tristezza, dovuta al venir meno della sua presenza, rivelando lo scopo della sua partenza.
E il discorso verte sulla sua glorificazione: GESÙ VA AL PADRE, STA PER ECLISSARSI IN LUI E QUINDI I DISCEPOLI NON RIUSCIRANNO PIÙ A VEDERLO; STA PER AFFIDARSI E IMMERGERSI TOTALMENTE NELLA VOLONTÀ DEL PADRE.
La glorificazione di Gesù conferma la sua filiazione divina e l’approvazione del Padre per la missione che Gesù ha compiuto.
Quindi lo Spirito dimostrerà la giustizia di Cristo, direttamente (Gv.14,26 e 15,26), proteggendo i discepoli e la comunità ecclesiale.
Il mondo che credeva di aver giudicato Gesù condannandolo, viene ora condannato dal «principe di questo mondo», perché è il responsabile della sua crocifissione (Gv.13,2.27).
Gesù, morendo in croce, è stato innalzato (Gv.12,31) ed ha trionfato su Satana.
ORA LO SPIRITO TESTIMONIERÀ A TUTTI IL SIGNIFICATO DELLA MORTE DI GESÙ CHE COINCIDE CON LA CADUTA DI SATANA (Gv 12,32 e 14,30 e 16,33).
Di conseguenza, se Egli non se ne parte da loro, il Paràclito non potrà venire nel mondo.
Invece, se Egli muore e quindi ritorna al Padre, l’Altissimo lo potrà inviare ai discepoli.
La partenza e il distacco da essi, quindi, è una condizione indispensabile per la venuta del Paràclito «…perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore…».
Gesù li rassicura ulteriormente dicendo che mandando su di loro il suo Santo Spirito, Egli sarà per sempre presente in loro, anche se la sua presenza NON SARÀ PURAMENTE ESTERIORE.
Perché con la discesa dello Spirito Santo, la sua assenza si trasformerà in una forma di presenza più profonda, più reale.
Questa nuova forma della presenza di Gesù nei suoi, tramite lo Spirito, porterà a compimento la sua vittoria definitiva sul mondo.
Nel corso della sua vita terrena, Gesù era stato respinto dagli Ebrei e stava per essere condannato a morte.
Lo Spirito rivisiterà questo avvenimento, provando ai discepoli che il peccato è dalla parte del mondo (perché non ha creduto in Lui), che la giustizia è dalla parte di Gesù (poiché la sua vita non termina nel sepolcro, ma ritorna al Padre) E CHE È IL PRINCIPE DEL MONDO AD ESSERE CONDANNATO.
Perché IL BENE VINCE SEMPRE IL MALE, ed è lo Spirito che spalanca lo sguardo interiore, permettendo agli uomini, di vedere il peccato che è il rifiuto di Cristo, e di riconoscere il CRISTO come l’inviato del Padre, nel mondo E DI LEGGERE NELLE VICENDE DEL MONDO IL DISPIEGAMENTO DELLA MISERICORDIA DI DIO.
Ed è solo lo Spirito Santo ci permette di rintracciare il vero senso del dispiegarsi della storia all’interno del disegno di Dio, per salvarci dalla nefasta presenza del maligno.
Realizzando questa vittoria, del bene sul male, lo Spirito Paràclito diventa una medicina per la tristezza che attanaglia i cuori dei discepoli, ma anche per la persecuzione che si scatenerà tra poco contro di loro.
Ragioniamoci sopra…
Il Signore IDDIO ti Benedica
E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!