“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo Giovanni 7,40-53
+ In quel tempo, all’udire le parole di Gesù, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!». Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice la Scrittura: “Dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide, verrà il Cristo”?». E tra la gente nacque un dissenso riguardo a lui. Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno mise le mani su di lui. Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?». Risposero le guardie: «Mai un uomo ha parlato così!». Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi? Ha forse creduto in lui qualcuno dei capi o dei farisei? Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!». Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse: «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?». Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!». E ciascuno tornò a casa sua. Parola del Signore
Mediti…AMO
Il dissenso è alle stelle, il caos regna sovrano: NESSUNO SA COSA PENSARE DI QUESTO FALEGNAME CHE SI È AUTOPROCLAMATO PROFETA…
La folla, le guardie e i capi: tutti rimangono colpiti da Gesù e tutti s’interrogano.
Segno che tutti sono chiamati a prendere posizione, nessuno può chiudersi nella comoda stanza dell’indifferenza.
Infatti:
- I parenti pensavano una cosa (Gv 7,2-5),
- la gente pensava in altro modo (Gv 7,12).
- Alcuni dicevano “E’ un profeta!” (Gv 7,40).
- Altri dicevano “Inganna la gente!” (Gv 7,12)
- Alcuni lo elogiavano “E’ un uomo buono!” (Gv 7,12).
- Altri lo criticavano “Non ha studiato!” (Gv 7,15)
Ciascuno aveva i suoi argomenti, tratti dalla Bibbia o dalla Tradizione.
Però nessuno si ricordava però del Messia Servo, annunciato dal Profeta Isaia (Is 42,1-9; 49,1-6; 50,4-9; 52,13-53,12; 61,1-2).
E in questo caos, c’è chi lo accetta e lo segue e chi addirittura lo vuole arrestare.
Il dibattito intorno alla sua figura e al suo ruolo scalda gli animi e finisce con l’accecare il lume della ragione.
Anche Nicodemo, che sappiamo incuriosito dal Rabbì e che finirà col diventare discepolo, non ottiene ascolto dai capi del Sinedrio.
Ma l’onestà di Nicodemo si rivolta ed alza la voce per difendere Gesù “La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?”
Ma essi replicano “…sei forse anche tu, Nicodemo, della Galilea!? Studia! Dà uno sguardo alla Bibbia e vedrai che dalla Galilea non potrà venire nessun profeta!”
Sono sicuri, e fanno uso del libro del passato per difendersi contro il futuro che arriva a scomodarli.
Le guardie del tempio, intimorite e affascinate, non se la sono sentita di arrestarlo, e tornano dicendo che per loro è stato impossibile portarlo dai sacerdoti perché “…mai nessun uomo ha parlato come parla quest’uomo“.
Il Vangelo ci mostra le poche persone che hanno tentato di difendere Gesù:
- le guardie del tempio che non hanno voluto arrestarlo,
e Nicodemo che l’ha sostenuto, argomentando che non si può condannare qualcuno senza aver prima ascoltato il suo difensore.
La presenza di Gesù, allora come oggi, è motivo di disaccordo, di divisione, «…segno di contraddizione, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori» (Lc 2,34-35).
Tutto, comunque, diventa una farsa che, da qui a breve, si volgerà nel peggiore dei drammi…
Comunque, ognuno torna a casa propria, con le proprie ide.
Gesù crea muri di separazione, mette a nudo le più intime convinzioni, e costringe a seguirlo nella logica della verità, a costo di litigare e restare isolati.
Ancora oggi le opinioni su di lui fanno scatenare vivaci polemiche.
Ma se ci sediamo ai suoi piedi e lo ascoltiamo con cuore semplice, come Maria di Betania, allora saremo “…seduti ai piedi del Signore, per ascoltare la sua parola” (Lc 10,39) o, come Pietro, riconosceremo che solo le parole di Gesù ci salvano «…Signore…da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna» (Gv 6,68).
Rileggendo il filosofo Soreèn Kierkegaard (1813-1855), don Luigi Giussani ricordava che ogni uomo è chiamato a “…prendere posizione di fronte a Cristo” (All’origine della pretesa cristiana, Milano 1987, 46).
E citava lo scrittore\filosofo russo Fëdor Michajlovič Dostoevskij (1821-1881) “…un uomo colto, un europeo dei nostri giorni può credere che Gesù Cristo è il Figlio di Dio?”
Considerando l’impatto che il cristianesimo ha avuto sul cammino dell’umanità, questa domanda è inevitabile.
Molti si rifugiano nel dubbio, preferiscono restare nell’indecisione.
Un atteggiamento vissuto da alcuni con sofferenza interiore ma assai spesso si rivela una scelta di comodo perché giustifica il disimpegno e spiana la strada alla mediocrità.
Chi sceglie Cristo, chi lo riconosce come Figlio di Dio, riceve una luce consolante che risponde alle domande più profonde del cuore; ma sperimenta anche un’inquietudine prima sconosciuta perché si sente coinvolto nell’opera di redenzione.
Ha detto il teologo Jean Guénolé Marie Danielou (1905-1974):
- “Prendere sul serio Gesù Cristo è accettare nella propria vita l’irruzione dell’assoluto dell’amore, significa accettare di essere trascinati non si sa fin dove. E questo rischio è nello stesso tempo la liberazione. Poiché, in definitiva, noi sappiamo benissimo di non desiderare che una cosa: questo Amore assoluto; e in fondo, se esso ci spoglia di noi stessi, ci introduce in quello che vale assai più di noi stessi.”
Dalle “Opere” di santa Teresa d’Avila, vergine e dottore della Chiesa
- “Chi ha come amico Cristo Gesù e segue un capitano così magnanimo come lui, può certo sopportare ogni cosa; Gesù infatti aiuta e dà forza, non viene mai meno ed ama sinceramente. Infatti ho sempre riconosciuto e tuttora vedo chiaramente che non possiamo piacere a Dio e da lui ricevere grandi grazie, se non per le mani della sacratissima umanità di Cristo, nella quale egli ha detto di compiacersi. Ne ho fatto molte volte l’esperienza, e me l’ha detto il Signore stesso. Ho visto nettamente che dobbiamo passare per questa porta, se desideriamo che la somma Maestà ci mostri i suoi grandi segreti. E’ da lui, Signore nostro, che ci vengono tutti i beni. Egli ci istruirà. Meditando la sua vita, non si troverà modello più perfetto. Che cosa possiamo desiderare di più, quando abbiamo al fianco un così buon amico che non ci abbandona mai nelle tribolazioni e nelle sventure, come fanno gli amici del mondo”.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!