16.01.2024 – MARTEDI’ 2′ SETTIMANA P.A. B – MARCO 2,23-28 “…il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 2,23-28

+ In quel tempo, di sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli, mentre camminavano, si misero a cogliere le spighe. I farisei gli dicevano: «Guarda! Perché fanno in giorno di sabato quello che non è lecito?». Ed egli rispose loro: «Non avete mai letto quello che fece Davide quando si trovò nel bisogno e lui e i suoi compagni ebbero fame? Sotto il sommo sacerdote Abiatàr, entrò nella casa di Dio e mangiò i pani dell’offerta, che non è lecito mangiare se non ai sacerdoti, e ne diede anche ai suoi compagni!». E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato! Perciò il Figlio dell’uomo è signore anche del sabato». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Tutto nella creazione è stato fatto per l’uomo, compreso il sabato.

La gloria di Dio è nel vedere realizzata, in pienezza, la somiglianza della creatura con il Creatore.

La pratica del sabato appare negli strati più antichi della Bibbia, perchè è durante il settimo giorno che Dio Creatore si è riposato.

Per la religione ebraica lo “shabbàt” era ed è un giorno molto importante, perchè serve per ricordare ad Israele, che OGNI ISRAELITA È FIGLIO, e pertanto, come tale si deve comportare.

Sabato è il giorno scelto dal Signore per riposare e vedere compiersi il capolavoro della sua creazione: come prescritto dalla Legge mosaica (Es 20,11 e Dt 5, 12-13), all’interno del quale, l’uomo era ed è chiamato a contemplare e ringraziare, fermandosi e cessando ogni attività.

Veniva quindi concepito come uno “spazio – tempo”, talmente sacro, all’interno del quale l’uomo trovava l’occasione più propizia per vivere solo di Dio, completamente “immerso” nella sua Legge.

Da qui il rigore estremo che Israele aveva richiesto nell’esigere il rispetto del riposo in questo giorno. Tanto da proibire di fare legna, di preparare del cibo, di accendere il fuoco, di camminare a lungo, di guarire una donna…

Ne era conseguito che il rispetto sabbatico era stato stritolato -nella sua natura profonda- da una infinita serie di prescrizioni (pensate, ben 613 mizvòt) CHE LO AVEVANO SVUOTATO DI CONTENUTO E DI SIGNIFICAZIONE.

Immaginate che, la Toràh, contiene 613 Mitzvot delle quali:

  • 248 sono mitzvot aseh, cioè comandamenti positivi, cioè obblighi. I precetti positivi obbligano a compiere una determinata azione (come ad esempio l’obbligo della CIRCONCISIONE maschile)
  • e 365 sono mitzvot lo taaseh, cioè comandamenti negativi, coè divieti. E quelli negativi vietano di fare una determinata azione (come ad esempio IL DIVIETO DI INDOSSARE CAPI COMPOSTI DA LANA E LINO INSIEME.

E Israele “carica” il tutto di simbolismo: infatti, come insegna la Tradizione Rabbinica 248 era considerato infatti il numero delle ossa del corpo umano e 365 sono i giorni dell’anno (inoltre i legamenti che collegano tra loro le ossa).

E attraverso questi numeri, LA TORAH, QUINDI VUOL DIRCI CHE, CON LE NOSTRE 248 SINGOLE OSSA DOBBIAMO COMPIERE LE 248 AZIONI PRESCRITTE E CHE OGNI GIORNO DELL’ANNO DOBBIAMO IMPEGNARCI A NON VIOLARE I 365 PRECETTI NEGATIVI.

E Gesù, che ben conosce il valore della libertà, richiama ognuno all’essenziale, citando anche un brano della Scrittura in cui Davide viola una norma per necessità.

I farisei erano scandalizzati nel vedere i discepoli di Gesù raccogliere delle spighe, per mangiare, di sabato.

Gesù festeggia il sabato andando alla sinagoga e leggendo i Libri Sacri; non rinnega questo giorno.

Condanna piuttosto il rigore esagerato.

Afferma che la carità vince qualsiasi osservanza legalista del sabato, e restituisce in tal modo, alla creatura di Dio, quella sovrana dignità che il Creatore gli aveva attribuito sin dall’inizio, coronandolo di gloria e di onore (canta con gioia il Salmo 8).

E questo perchè l’uomo, fatto a immagine di Dio, almeno una volta alla settimana, manifesta questa rassomiglianza, e anche lui, come Dio, si riposa.

Fratelli e Sorelle, l’uomo, siccome fatto a “immagine di Dio”, non poteva essere senza libertà, e doveva, e poteva, di conseguenza, in qualche modo, esprimere la sua signoria.

Era l’uomo per il precetto ed ecco dove ritorna la versione Figlio dell’uomo, “…quindi signore è il Figlio dell’uomo, e anche del precetto”, CIOÈ DI OGNI COMANDAMENTO FESTIVO.

Anche per noi questo può essere un richiamo all’ordine.

La religiosità formalista non ha un autentico carattere religioso.

Le qualità dell’evangelizzatore sono profonde e sorgono dal suo amore concreto per un qualsiasi essere umano.

L’uomo non è un oggetto che può essere manipolato, e lo stesso sabato non può prevalere sull’uomo, PERCHÈ IL SABATO HA VALORE NELLA MISURA IN CUI RISPETTA E ONORA LA PERSONA.

Gesù, che conosce minuziosamente la Scrittura, cita l’episodio in cui Davide, in fuga da Saul, (attenzione) “CHIEDE E OTTIENE” i pani destinati al culto.

Ancora una volta Gesù, di fronte alle insidie dei farisei, oppone la chiarezza e la libertà di una religione dell’amore, CHE NON SI OPPONE ALLA LEGGE E AL RITO, MA NON LI ASSOLUTIZZA.

IL SETTIMO GIORNO, IL SABATO, È IL TEMPO DELLA LIBERTÀ, DELLA GIOIA, ALL’INTERNO DEL QUALE, IL CRISTIANO DEVE ESSERE UOMO “SABBATICO”.

Perchè, permettersi il lusso di ridurre arbitrariamente LA FEDE ALLA NORMA, EQUIVALE A TRADIRLA.

E, se questo avviene, la norma, che in se’ è fatta per la libertà delle persone, DIVENTA UN IDOLO CHE UCCIDE LA LIBERTÀ INTERIORE.

Fratelli e Sorelle, ecco allora che, siamo chiamati a trovare in noi stessi, un equilibrio difficile.

Senza diventare degli anarchici, scriteriati, sempre pronti a giustificare le proprie voglie, siamo chiamati a rispettare le norme che ci derivano dall’incontro con Dio con prudenza e intelligenza (come ho messo in evidenza, Davide non lo fece arbitariamente, MA CHIESE ED OTTENNE).

Dobbiamo fare attenzione perchè il rischio è quello DI INGABBIARE LO SPIRITO IN UNA SERIE INFINITA DI DANNOSISSIME PRESCRIZIONI… che non permettono di raggiungere la via della salvezza.

Perche’ SONO SOLO VUOTO FORMALISMO, SENZ’ANIMA.

Gesù ci ha resi liberi di amare e ci ha insegnato che l’amore è esigente e concreto, non teorico, certo.

Egli vero “Figlio dell’uomo” e vero Dio, compagno di ognuno nei labirinti della storia, di cui coglie i frutti maturi e in cui apre nuovi sentieri.

Il “Figlio dell’uomo”, quindi, è l’espressione che INDICA IN GESÙ, L’UOMO CHE HA LO SPIRITO, CHE LA PIENEZZA DELLA CONDIZIONE DIVINA, COLUI CHE PORTA LO SPIRITO E AGISCE CON L’AUTORITÀ DIVINA E CHE NON È SOTTOPOSTO A NESSUNA LEGGE FOSSE ANCHE UNA LEGGE DIVINA.

Gesù l’Uomo-Dio si emancipa dalla Legge di Dio.

Quello che Gesù dice è delicato ed è novità assoluta.

Ogni qualvolta leggiamo “Figlio dell’uomo”, significa che Gesù estende questa sua libertà, questa sua autorità e dignità, a tutti coloro che lo accolgono

E, in giorno di sabato, quando Gesù cammina in mezzo ai campi di grano con i suoi discepoli, lo fa perchè vuol annunciare loro, l’ingresso nella vita piena: È LUI IL SIGNORE CHE TRASFORMERÀ QUEL GRANO IN PANE DELLA VITA, LASCIANDOSI GUSTARE DA QUANTI LO SEGUONO, MISTERO E GIOIA DI QUEL SABATO SENZA TRAMONTO IN CUI ENTRERÀ CHI SI NUTRE DI LUI.

Il Signore è lo stesso frumento di cui si nutrono i suoi discepoli in cammino.

Anche questa narrazione dà delle indicazioni teologiche, perchè non è soltanto una narrazione, con un po’ di folclore, ma è una profonda indicazione.

Il santo vescovo di Ippona, Agostino, diceva:

  • “…noi stessi saremo il settimo giorno”.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!