15 aprile LUNEDI’ 3^ SETTIMANA DI PASQUA B – GIOVANNI 6,22-29 “…questa è l’opera di Dio….”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 6,22-29

+ Il giorno dopo, la folla, rimasta dall’altra parte del mare, vide che c’era soltanto una barca e che Gesù non era salito con i suoi discepoli sulla barca, ma i suoi discepoli erano partiti da soli. Altre barche erano giunte da Tiberìade, vicino al luogo dove avevano mangiato il pane, dopo che il Signore aveva reso grazie. Quando dunque la folla vide che Gesù non era più là e nemmeno i suoi discepoli, salì sulle barche e si diresse alla volta di Cafàrnao alla ricerca di Gesù. Lo trovarono di là dal mare e gli dissero: «Rabbì, quando sei venuto qua?». Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Nel vangelo di oggi iniziamo la riflessione sul Discorso del Pane di Vita (Gv 6,22-71).

Dopo la moltiplicazione dei pani, la gente segue Gesù, perché aveva visto il miracolo, si era saziata e voleva di più e non si preoccupava di cercare il segno o la chiamata di Dio che c’era in tutto questo.

Quando la gente incontrò Gesù nella sinagoga di Kapernahum, il Maestro ebbe con la gente una lunga conversazione, chiamata il Discorso del Pane di Vita.

Kefar Nāḥūm, villaggio di Nahum. Non ci è dato di sapere se Nahum si debba intendere come nome proprio o sostantivo. Ma nel caso sia da intendere come sostantivo, può essere tradotto in due modi “grazioso” e “consolazione”. Giuseppe Flavio ci racconta che al tempo di Gesù aveva 40.000 abitanti.

Comunque quello che il Signore tiene, non è veramente un discorso, ma si tratta di un insieme di sette brevi dialoghi che spiegano il significato della moltiplicazione dei pani, simbolo del nuovo Esodo e della Cena Eucaristica.

E’ bene tener presente la divisione del capitolo per poterne capire meglio il significato:

  • 6,1-15: la grande moltiplicazione dei pani
  • 6,16-21: l’attraversamento del lago, e Gesù che cammina sulle acque
  • 6,22-71: il dialogo di Gesù con la gente, con i giudei e con i discepoli
  • 1º dialogo: 6,22-27 con la gente: la gente cerca Gesù e lo incontra a Cafarnao
  • 2º dialogo: 6,28-34 con la gente: la fede come opera di Dio e la manna nel deserto
  • 3º dialogo: 6,35-40 con la gente: il pane vero è fare la volontà di Dio
  • 4º dialogo: 6,41-51 con i giudei: mormorazioni dei giudei
  • 5º dialogo: 6,52-58 con i giudei: Gesù e i giudei
  • 6º dialogo: 6,59-66 con i discepoli: reazione dei discepoli
  • 7º dialogo: 6,67-71 con i discepoli: confessione di Pietro

Comunque il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci si era rivelato un’autentica catastrofe.

Nonostante il messaggio di Gesù fosse stato chiarissimo: davanti alla fame degli uomini il discepolo è chiamato a mettere in gioco tutto quello che ha, anche se poco.

Ma la folla aveva capito l’esatto contrario: davanti alla fame del mondo, pensa che sia Dio a dover trovare le soluzioni.

Trovandosi quindi davanti alla folla in delirio, il Signore Gesù deve ingaggiare una lotta non facile, per aiutare quanti vorrebbero persino farlo re, ad andare oltre la propria sazietà.

Per fare questo dice loro chiaramente «…voi mi cercare non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati» (Gv 6,26).

Gesù è profondamente amareggiato e alla folla che lo ha raggiunto, spiazzata dall’atteggiamento del Signore, e con verità dice ciò che pensa: lo stanno cercando perché ha saziato la loro fame.

Credono che con Lui hanno assicurato il pane e chissà che altro. Ma il Signore, che legge i loro cuori nel profondo, non si lascia ingannare dall’apparente successo.

Vuole portare i suoi ascoltatori al vero significato del miracolo della moltiplicazione dei pani: è un segno che annuncia qualcosa di meglio, e dice loro «…datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà».

La folla risponde «...che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?», senza nemmeno rendersi conto della profondità di quelle parole.

Magari, essi pensavano di fare una specie di scambio: faremo le opere che Dio vuole da noi e, in cambio, avremo il nostro pane quotidiano.

Il Signore, invece, vuole dargli qualcosa di molto più grande, DESIDERA DARGLI COME CIBO IL PROPRIO CORPO.

Ma per apprezzarlo essi dovranno fare un lungo cammino di FEDE, per prepararsi bene «…questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

L’unica volta che appare nell’Antico Testamento il termine ‘opera di Dio’, è nel Libro dell’Esodo, al capitolo 32, versetto 16, per indicare LE TAVOLE DELLA LEGGE.

Ma “…nella pienezza dei tempi”si realizza un cambio di alleanza.

E, il rapporto con Dio, non è più basato sull’osservanza della legge, ma sull’accoglienza dell’amore di Gesù.

Ed è questo che Gesù dice quando afferma “…perchè crediate in Colui che Egli ha mandato”.

Quindi non più l’obbedienza alle leggi, ma l’assomiglianza all’amore che in Gesù, garanzia della presenza divina, si manifesta.

Ecco allora, Fratelli e Sorelle, che la traversata del mare, che la folla è stata costretta a compiere per ritrovare il Signore, è IL SIMBOLO DEL PASSAGGIO CHE EGLI CI CHIEDE PER USCIRE DA NOI STESSI ED ABBRACCIARE UN OLTRE CHE LUI CI OFFRE ATTRAVERSO IL PANE CHE RIMANE PER LA VITA ETERNA.

E allora, il sunto del brano odierno è questo, Fratelli e Sorelle, il Vangelo ci invita a chiederci se mettiamo tutto il nostro impegno a cercare il vero cibo che è l’Eucarestia.

E ci ricorda, inoltre, che PER POTER GUSTARE L’EUCARESTIA ABBIAMO BISOGNO DI ACCOSTARCI A ESSA CON FEDE.

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!