«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MATTEO 11,16-19
+ In quel tempo, Gesù disse alle folle: «A chi posso paragonare questa generazione? È simile a bambini che stanno seduti in piazza e, rivolti ai compagni, gridano: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non vi siete battuti il petto!”. È venuto Giovanni, che non mangia e non beve, e dicono: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e dicono: “Ecco, è un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma alla Sapienza è stata resa giustizia dalle sue opere”. Parola del Signore
Mediti…AMO
Ai leaders, ai saggi, non sempre piace quando qualcuno li critica o li interpella. Ciò succedeva nel tempo di Gesù e succede oggi, sia nella società che nella chiesa.
Gesù narra questa parabola durante il ministero in Galilea, l’occasione della parabola è data dal fatto che, Giovanni Battista, essendo nella prigione del Macheronte, perché imprigionato da Erode Antipa (Matteo 11,2), manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù se Lui fosse il Messia promesso o se c’è ancora da aspettare un altro.
Gesù, dice di riferire a Giovanni che i ciechi recuperano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono.
E; questo è secondo la profezia messianica di Isaia 35,5-6, che Gesù ha pienamente realizzato, dimostrando così che Egli è il Messia atteso.
Ma tutto non fu così semplice.
Giovanni Battista, vide, criticò, e non fu accettato, tanto che dicevano “E’ posseduto dal demonio!”
Gesù vide, criticò e non fu accettato. Dicevano “E’ fuori di sè!”, “Pazzo!” (Mc 3,21), “E’ posseduto dal demonio!” (Mc 3,22), “É un samaritano!” (Gv 8,48), “Non è da Dio!” (Gv. 9,16).
Oggi succede la stessa cosa.
Giovanni viveva come un eremita, si vestiva con pelli di cammello, si cibava di locuste e di miele selvatico e si servì di beni materiali il meno possibile.
Gesù era povero e viveva da povero, però non in modo molto dissimile dai giudei più poveri.
Giovanni fu definito posseduto dal demonio e Gesù fu detto mangione e beone. Sia Giovanni che Gesù chiedevano ai capi giudei, alla borghesia giudaica, alla burocrazia e anche ai poveri UN CAMBIAMENTO DI VITA CHE METTESSE DIO AL CENTRO DELLA LORO PERSONA.
Ma i capi giudei e la borghesia giudaica si consideravano saggi, pur essendo invece come dei bambini che vogliono divertire la gente in piazza e che si ribellano quando la gente non si muove secondo la musica che loro suonano.
Essi accettavano solo coloro che avevano le loro stesse idee. E così, per il loro atteggiamento incoerente, condannavano per sempre se stessi.
Invece, solo i poveri erano disponibili. Perchè, coloro che avevano il potere e il benessere in mano, non volevano sentir parlare né di Gesù, né di Giovanni.
Vorrei analizzare con voi il significato di questa parabola, “leggendo” tra le righe “l’invito” che aveva rivolto ai suoi contemporanei, Giovanni il Battista, e quello rivolto ai suoi ascoltatori, da Gesù.
(1) L’INVITO DI GIOVANNI.
Giovanni e i suoi discepoli digiunavano per il peccato di Israele (Matteo 9,14 e 11,18),Giovanni era il profeta mandato da Dio per preparare il popolo per l’arrivo di Gesù (Matteo 11,9-10,14 e Isaia 40,3 e Luca 1,15-17).
I bambini che cantano un lamento funebre rappresentano Giovanni con la sua chiamata al pentimento (Matteo 3,1-12).
Ma ad un vero pentimento, che deve portare ad un vero cambiamento di mentalità e di azione allineandosi con la volontà di Dio (Isaia 55,6-7 e Luca 3,10-13), che suscita riprovazione per i propri peccati. È fonte di dispiacere, un profondo dolore come vediamo nel Salmo 51,4, quando Davide chiede a Dio il perdono del peccato di adulterio e nella parabola del figliol prodigo che ritorna a casa del padre (Luca 15,21 e Giacomo 4,8-10).
(2) L’INVITO DI GESÙ.
Gesù è venuto celebrare il regno come UN BANCHETTO DI NOZZE (Matteo 9,15-17 e 11,19 e 22,2).
Il rapporto di Gesù con la chiesa è paragonato al matrimonio (2 Corinzi 11,2 e Efesini 5,22-33).
E, anche in Apocalisse 19,7-8 si parla del matrimonio tra Gesù e la sua sposa, la chiesa (vedi anche Apocalisse 21,2).
ALCUNI STUDIOSI HANNO PENSATO CHE I BAMBINI CHE GIOCANO CON IL FLAUTO RAPPRESENTANO GESÙ CON LE SUE PROMESSE DI GRAZIA E LA GIOIA.
Da Gesù riceviamo GRAZIA come ci ricorda l’apostolo Giovanni “ Infatti, dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto E GRAZIA SU GRAZIA” (Giovanni 1,16 e Romani 5,15).
“GRAZIA” indica il favore, l’accettazione di Dio nonostante siamo peccatori, ma Giovanni scrive “E GRAZIA SU GRAZIA” e questo indica L’INESAURIBILITÀ DELLA GRAZIA DI DIO, come onda su onda del mare!
E due parole le vorrei dire sul versetto 19 “…ma la sapienza è stata giustificata dalle sue opere”.
Cerchiamo di vedere il significato della sapienza “sophia”.
Fra i vari significati sapienza nell’Antico Testamento indica capacità superiore usata, per esempio, dai maghi egiziani, i sapienti che riproducevano i miracoli di Mosè (Esodo 7,11,22), ma usata anche per indicare l’”abilità tecnica” di Dio, che ha riempito di spirito di sapienza coloro che dovevano fare i vestiti dei sacerdoti o per coloro che dovevano fare gli oggetti per il culto (Esodo 28.3 e 31,3-6).
E la sapienza è incomprensibile per l’uomo, perchè appartiene a Dio, che ne conosce l’origine.
La sapienza è incomprensibile, difficile da trovare per gli esseri umani o da qualsiasi altra creatura vivente, ma non è impossibile a Dio.
In Giobbe al capitolo 28 è scritto che l’uomo esplora le parti più profonde della terra per trovare pietre preziose come l’oro.
Oggi l’uomo arriva fino a 3200 metri di profondità per estrarre l’oro, miniere più profonde si trovano in Sud Africa.
L’uomo scava così tanto per trovare l’oro, ma Giobbe 28,12 dice “…ma la saggezza, dove trovarla? Dov’è il luogo dell’intelligenza?”
Sempre in Giobbe 28:20-24 è scritto “Da dove viene dunque la saggezza? Dov’è il luogo dell’intelligenza? Essa è nascosta agli occhi di ogni vivente, è celata agli uccelli del cielo. L’abisso e la morte dicono: ‘Ne abbiamo avuto qualche sentore’. Dio solo conosce la via che vi conduce, egli solo sa il luogo dove risiede, perché il suo sguardo giunge fino alle estremità della terra, perché egli vede tutto quello che è sotto i cieli”.
L’uomo non sa dove trovare la sapienza, nè la sua origine, mentre Dio si.
Perché la sapienza risiede in Dio, LUI È IL VERO E UNICO SAPIENTE (Giobbe 12,13 e Geremia 10,6-7 e Daniele 2,20-22 e Romani 11,30-33).
Infatti Dio ha mostrato la sua sapienza (la ḥoḵmāh) NELLA CREAZIONE.
Proverbi 3,19 al riguardo dice “…con la saggezza, il SIGNORE fondò la terra, e con l’intelligenza rese stabili i cieli” (Salmo 104,24).
Ma anche in Geremia 10,12 è detto che “…Egli, con la sua potenza, ha fatto la terra; con la sua saggezza ha stabilito fermamente (kēn) il mondo e con la sua intelligenza ha disteso i cieli”.
Dio ha creato ogni cosa dal nulla.
Nei primi giorni, la terra era nel caos, informe (Tohu) e vuota, non c’era niente (wa bohù tehòm) (Genesi 1,2), era come un deserto (Isaia 24,10 e 34,11 e Geremia 4,23), inabitabile (Deuteronomio 32,10) e poi Dio ha dato una forma ordinata come possiamo vedere oggi anche se la creazione è stata rovinata dal peccato.
E la sapienza è personificata, nell’Antico Testamento (Giobbe 28 e Proverbi 1,20-23 e 8,22-31).
E, nel Nuovo Testamento si riferisce a Gesù, che è la sapienza divina incarnata. E questo perchè la sapienza divina ha preso corpo, e carne in Gesù.
Ma abbiamo visto che sapienza è anche LA CAPACITÀ DI DIO DI CREARE.
Ora quando Gesù dice che “la sapienza è giustificata dalle sue opere” si riferisce a sé stesso, come sapienza divina incarnata, personificata mostrata dai suoi atti potenti come affermato nei vv.2,6,20 (miracoli- dunàmis).
E, COME IL DIO SAPIENTE È STATO CAPACE DI FARE OPERE STRAORDINARIE COME LA CREAZIONE, COSÌ GESÙ ERA CAPACE DI FARE OPERE MIRACOLOSE.
Ma nonostante i segnali evidenti che avrebbero dovuto far riconoscere il Messia atteso, che veniva a portare la giustizia e la pace, il popolo d’Israele sembra essere stato incapace di leggere la storia dell’evento straordinario DI UN DIO CHE VIENE TRA I SUOI E RIVOLUZIONA LA VITA DI TUTTI COLORO CHE, INVECE, NON SI APPASSIONANO A NULLA E NON RIESCONO A VIVERE L’ATTESA DEL CRISTO.
Sono passati duemila anni da quando l’evangelista Matteo ha focalizzato la postura della gente con cui Gesù viveva, ma l’apatia, la noncuranza del popolo di allora si ripete nei nostri giorni.
Quante volte, di fronte ai giorni della nostra vita, invece di ringraziare Dio dei doni che ci dà, non sappiamo fare altro che lamentarci, non riusciamo a vedere altro che quello che ci manca.
E riempiamo un’attesa che dovrebbe essere colma di speranza e di riconoscenza con la ripetizione di gesti banali, CONTINUANDO, NEI SECOLI, AD ESSERE INCAPACI DI RICONOSCERE LA “MUSICA” CHE DIO SUONA PER NOI ATTRAVERSO I SUOI MESSAGGERI E CON I SUOI DONI DI CURA E DI AMORE.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!