15.11.2022 – MARTEDI’ XXXIII SETTIMANA P.A  C– LUCA 19,1-10 “Il Figlio dell’uomo era venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto”.

… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…

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Dal Vangelo secondo LUCA 19,1-10

In quel tempo, Gesù entrò nella città di Gèrico e la stava attraversando, quand’ecco un uomo, di nome Zacchèo, capo dei pubblicani e ricco, cercava di vedere chi era Gesù, ma non gli riusciva a causa della folla, perché era piccolo di statura. Allora corse avanti e, per riuscire a vederlo, salì su un sicomòro, perché doveva passare di là. Quando giunse sul luogo, Gesù alzò lo sguardo e gli disse: «Zacchèo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua». Scese in fretta e lo accolse pieno di gioia. Vedendo ciò, tutti mormoravano: «È entrato in casa di un peccatore!». Ma Zacchèo, alzatosi, disse al Signore: «Ecco, Signore, io do la metà di ciò che possiedo ai poveri e, se ho rubato a qualcuno, restituisco quattro volte tanto». Gesù gli rispose: «Oggi per questa casa è venuta la salvezza, perché anch’egli è figlio di Abramo. Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Nel vangelo di oggi, stiamo giungendo alla fine del lungo viaggio che iniziò nel capitolo 9 (Lc 9,51).

Durante il viaggio, non si sapeva bene dove andasse Gesù.

Si sapeva solo che si dirigeva verso Gerusalemme! Ora, alla fine, la geografia era chiara e definita.

Gesù giunse a Gerico, la città delle palme, nella valle del Giordano. Ultima fermata dei pellegrini, prima di salire verso Gerusalemme.

Fu a Gerico dove terminò il lungo cammino dell’esodo di 40 anni lungo il deserto. Anche l’esodo di Gesù era terminato.

All’entrata di Gerico, Gesù incontra un cieco che voleva vederlo (Lc 18,35-43).

Ora, all’uscita della città, si incontra con Zaccheo, un pubblicano: anche lui vuole vederlo.

Un cieco ed un pubblicano. I due erano esclusi.

I due scomodavano la gente: il cieco con le sue grida, il pubblicano con le sue imposte. I due sono accolti da Gesù, ognuno a modo suo.

Gerico è la porta d’ingresso nella terra promessa, è la città che il popolo d’Israele incontra al termine del lungo esodo dalla schiavitù alla libertà.

In questi due episodi del Vangelo, in questi due incontri di Gesù, Gerico è il luogo della “tenebra squarciata”, per il cieco ed è il luogo “del desiderio di vedere” per Zaccheo.

Il “desiderio di vedere” di quest’ultimo viene inoltre trasformato con il suo gesto di “accoglienza”, – “oggi voglio fermarmi a casa tua” – in salvezza ritrovata.

Gerico è situata a -240 m s.l.m., nella depressione del Mar Morto, è la città posta a più bassa altitudine del pianeta.

Questa città e i suoi dintorni hanno visto Gesù nei momenti decisivi della sua vita interiore, momenti che hanno determinato in maniera definitiva l’indirizzo della sua missione. Due momenti fondamentali della sua vita terrena sono stati: da una parte la preghiera, il digiuno e le tentazioni nei 40 giorni nel deserto e dall’altra il Battesimo e l’esperienza dello Spirito.

Sono due momenti che configurano definitivamente la “novità” di Gesù e capitano in questo luogo dove “l’abbassamento” è gridato anche dalle pietre!

Ecco il suo stile! Preghiera, lotta contro il male, riconoscimento dell’essere Figlio e umile Misericordia!!

È ZACCHEO IL MODELLO DEL DISCEPOLO. Proprio lui, l’insalvabile, colui che assomma in sé ogni peccato: è capo dei pubblicani, ricco e ladro.

Pubblicano era la persona che riscuoteva le imposte pubbliche sulla circolazione della merce.

Zaccheo era il capo dei pubblicani della città.

Soggetto ricco e molto legato al sistema del dominio dei romani.

I giudei più religiosi argomentavano cos: “Il re del nostro popolo è Dio. Per questo, il dominio romano su di noi è contro Dio. Chi collabora con i romani, pecca contro Dio!

Così, i soldati che servivano nell’esercito romano e gli esattori, come Zaccheo, erano esclusi ed evitati, perché considerati peccatori e impuri.

Tutti lo temevano per i suoi legami con l’oppressore romano, e tutti lo odiavano.

Gli esattori delle tasse non risultano mai simpatici, ma imporre una tassa a nome e per conto dell’invasore era davvero troppo.

Eppure Zaccheo ha qualcosa che i pii farisei non hanno.

È CURIOSO.

Ma di una curiosità profonda, radicale, esistenziale. Ha sentito parlare del rabbino di Nazareth, delle sue strane frequentazioni, dei suoi miracoli. Ma non riesce a vederlo: la folla, perfidamente, si frappone come un muro fra lui e il Signore.

Quante volte troviamo ostacoli che ci impediscono di vedere Dio, di cercarlo! Persone che ci scoraggiano e che gli rendono una pessima testimonianza.

Zaccheo osa, sale su un albero, un sicomoro. E il Signore lo vede e lo stana: non pone condizioni, si fa accogliere in casa sua e, così facendo, gli ribalta la vita.

È bellissimo l’’atteggiamento di Zaccheo, che, a tutti i costi, vuole vedere Gesù.

Essendo piccolo, corre davanti, sale su un albero e aspetta che Gesù passi.

In precedenza, nella parabola del povero Lazzaro e del ricco senza nome (Lc 16,19-31), Gesù indicava che era veramente difficile per un ricco convertirsi ed aprire la porta che lo separa dall’accogliere il povero Lazzaro.

Ecco qui il caso di un ricco che non si chiude nella sua ricchezza.

Zaccheo vuole qualcosa di più. Quando un adulto, persona di spicco nella città, sale su un albero, è perché non gli importa molto dell’opinione degli altri.

Giungendo vicino e vedendo Zaccheo sull’albero, Gesù non chiede né esige nulla. Risponde solo al desiderio dell’uomo e dice “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua!” Zaccheo scese e ricevette Gesù a casa sua, con molta gioia. Tutti mormoravano: “E’ andato ad alloggiare da un peccatore!”

Luca dice che tutti mormoravano! Ciò significa che Gesù stava rimanendo solo nel suo atteggiamento di accogliere gli esclusi, soprattutto i collaboratori del sistema.

Ma a Gesù non importano le critiche. Va a casa di Zaccheo e lo difende dalle critiche e, invece di peccatore, lo chiama “figlio di Abramo” (Lc 19,9).

Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; e se ho frodato qualcuno, restituisco quattro volte tanto!

Questa è la conversione, prodotta in Zaccheo per l’accoglienza che Gesù gli riserba.

Restituire quattro volte era ciò che la legge ordinava di fare in alcuni casi (Es 21,37; 22,3).

Dare la metà dei beni ai poveri era la novità che il contatto con Gesù produceva in lui. Avveniva, di fatto, la condivisione.

Oggi la salvezza è entrata in questa casa, perché anch’egli è figlio di Abramo”.

L’interpretazione della Legge per mezzo della Tradizione antica escludeva i pubblicani dalla razza di Abramo. Gesù dice che venne a cercare e salvare ciò che era perduto.

IL REGNO È PER TUTTI. NESSUNO NE PUÒ ESSERE ESCLUSO. LA SCELTA DI GESÙ È CHIARA, ED ANCHE IL SUO RICHIAMO: NON È POSSIBILE ESSERE AMICO DI GESÙ E CONTINUARE AD APPOGGIARE UN SISTEMA CHE EMARGINA ED ESCLUDE TANTA GENTE.

Denunciando le divisioni ingiuste, Gesù apre lo spazio ad una nuova convivenza, retta dai nuovi valori della verità, della giustizia e dell’amore.

Mediante la discendenza di Abramo, tutte le nazioni della terra saranno benedette (Gen 12,3; 22,18).

Per le comunità di Luca, formate dai cristiani sia di origine giudaica che di origine pagana, l’affermazione di Gesù che chiama Zaccheo “figlio di Abramo”, era molto importante.

In essa troviamo la conferma del fatto che in Gesù, Dio stava compiendo le promesse fatte ad Abramo, dirette a tutte le nazioni, sia giudei e gentili.

Anche loro sono figli di Abramo ed eredi delle promesse.

Gesù accoglie coloro che non erano accolti. Offre uno spazio a coloro che non ne hanno.

Riceve come fratello e sorella le persone che la religione ed il governo escludevano e consideravano:

  • immorali: prostitute e peccatori (Mt 21,31-32; Mc 2,15; Lc 7,37-50; Gv 8,2-11),
  • eretiche: pagani e samaritani (Lc 7,2-10; 17,16; Mc 7,24-30; Gv 4,7-42),
  • impure: lebbrosi e posseduti (Mt 8,2-4; Lc 17,12-14; Mc 1,25-26),
  • emarginate: donne, bambini e malati (Mc 1,32; Mt 8,16;19,13-15; Lc 8,2-3),
    lottatori: pubblicani e soldati (Lc 18,9-14;19,1-10);
  • povere: la gente della terra e i poveri senza potere (Mt 5,3; Lc 6,20; Mt 11,25-26).

Anche in questo caso, come nel brano precedente, la moltitudine dei discepoli nasconde agli occhi di Zaccheo il Gesù che cercava di vedere.

La comunità è il luogo dell’incontro con Dio, ma qualche volta impedisce di vederlo.

La folla non aiuta Zaccheo a trovare Gesù e criticherà Gesù quando deciderà di andare nella sua casa.

La folla critica il comportamento di Gesù perché non lo capisce.

Egli è venuto a portare agli uomini il perdono di Dio, e non deve fare meraviglia che lo conceda a coloro che ne hanno più bisogno.

Dio non è come l’hanno presentato gli scribi e i farisei di tutti i tempi. È diverso. Non ha nemici, non è contro nessuno, non fa distinzioni tra giudei e pagani, tra giusti e peccatori. Tutti sono uguali davanti a lui, tutti bisognosi di grazia, di perdono e di aiuto.

Luca si compiace di presentare Gesù che si trova a suo agio in casa di un peccatore.

La salvezza è per tutti, e prima di tutto per i peccatori che si pentono.

E il pentimento si manifesta nel riordinare la propria condotta, riparando i torti commessi.

E poiché le ingiustizie sociali pesano in definitiva sempre sui poveri, Zaccheo darà loro la metà dei suoi beni.

E nei casi specifici di truffa’, restituirà secondo la legge: quattro volte tanto (Es 21,37; 2Sam 12,6).

La giustizia sociale è il primo frutto della conversione.

Gesù non è venuto per condannare, ma per salvare. La sua missione si compie dando accoglienza ai peccatori.

Paolo ha scritto “Questa parola è sicura e degna di essere da tutti accolta: Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia, perché Gesù Cristo ha voluto dimostrare in me, per primo, tutta la sua magnanimità, a esempio di quanti avrebbero creduto in lui per avere la vita eterna” (1Tm 1,15-16).

Zaccheo cercava Gesù, ma alla fine di questo episodio evangelico scopriamo che, ancor più e ancor prima, era Gesù che cercava Zaccheo che si era perduto (v.10).

La lezione di questo brano di vangelo ha bisogno di essere sempre ricordata nella Chiesa.

C’è sempre qualcuno nella comunità cristiana che ha paura di avvicinare i peccatori, gli scomunicati e i nemici della religione e della fede.

Il vangelo ci spinge ad essere vicini a tutti, a stabilire buoni rapporti con tutti, perché tutti hanno bisogno di salvezza, e tocca proprio a noi portarla a loro.

Il Figlio dell’uomo è venuto per cercare e salvare ciò che era perduto“, questa è la chiave di lettura di tutta la storia di Gesù.

Ragioniamoci sopra…

Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!