15.10.2023 – DOMENICA XXVIII P.A. A – MATTEO 22,1-14 “…amico, come mai sei entrato senza l’abito nuziale?”

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MATTEO 22,1-14

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Mediti…AMO

 Il vangelo odierno narra la parabola di un banchetto, che si trova sia in Matteo, che in Luca, ma con differenze significative, procedenti dalla prospettiva di ogni evangelista.

Lo sfondo che conduce i due evangelisti a ripetere questa parabola è lo stesso.

Nelle comunità dei primi cristiani, sia Matteo che Luca, continuava ben vivo il problema della convivenza tra i giudei convertiti ed i pagani convertiti.

I giudei avevano norme antiche che impedivano loro di mangiare con i pagani.

Così Pietro ebbe conflitti nella comunità di Gerusalemme, per essere entrato a casa di Cornelio, un pagano e per aver mangiato con lui (At 11,3).

Questo stesso problema era vivo in modo diverso nelle comunità di Luca e di Matteo.

Nelle comunità di Luca, malgrado le differenze di razza, di classe e di genere, avevano un grande ideale di condivisione e di comunione (At 2,42 e 4,32 e 5,12).

Il padrone della festa, indignato per il mancato arrivo dei primi invitati, manda a chiamare i poveri, gli storpi, i ciechi, e li invita a partecipare al banchetto.

Allora, il padrone della festa ordina di invitare tutti, fino a riempire la casa.

Nel vangelo di Matteo, la prima parte della parabola (Mt 22,1-10) ha lo stesso obiettivo di Luca.

Ecco, quindi, che la parabola che ci viene presentata dal Vangelo di Matteo in questa Domenica è davvero molto “inquietante”.

Il re di cui parla il vangelo di oggi È IL SIGNORE NOSTRO, GESÙ CRISTO.

andate, e di tutte le nazioni fate i miei discepoli”.

Ovvero li hanno resi capaci di parlare “in nome di Dio”, ovvero essere annunciatori della SUA PAROLA.

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Il vangelo di oggi predice che questo invito a nozze, questo annuncio della Buona Novella incontrerà grandi ostacoli e anzi QUASI SEMPRE IL RIFIUTO.

MA IL VANGELO INSISTE SULLA ASSOLUTA DETERMINAZIONE DEL SIGNORE A NON ARRENDERSI DI FRONTE A QUESTA OPPOSIZIONE.

Ed ecco che allora lo vediamo inviare i suoi servi una prima, una seconda e una terza volta.

Ogni volta si ripropone però lo stesso scenario:

  • SIMBOLO DEI TANTI BATTEZZATI, LA CUI VITA PRATICA RESTA ESTERIORE, SENZA EVIDENZIARE UNA FEDE VIVA IN CRISTO.

Ma, in questo terribile scenario, come riuscirà la Chiesa, Sposa di Cristo, a presentare agli uomini del nostro mondo, IN QUESTA NOSTRA SOCIETÀ POST-CRISTIANA, l’incredibile invito del Padre alle nozze di suo Figlio?

Come far sedere alla tavola di questo “banchetto di grasse vivande, di cibi succulenti, di vini raffinati”, UNA UMANITÀ APPARENTEMENTE SENZA APPETITO?

Fratelli e Sorelle è questo il compito appassionante di tutta la Chiesa, ESATTAMENTE UNA NUOVA EVANGELIZZAZIONE, deve occupare tutti i figli del nuovo popolo di Dio.

Ne va di mezzo la vita e la vita del mondo.

Sembra che annunciare l’invito con un nuovo ardore, con nuovi metodi, con una nuova espressione non sia un mezzo superato.

Alcuni tra coloro che trasmettono questo invito alle nozze saranno forse maltrattati, forse uccisi.

Ci saranno certamente quelli che rifiutano l’invito, ma poco importa, perché c’è ancora gente agli angoli delle strade.

Occorre però continuare ad annunziare, con convinzione, che noi andiamo al banchetto che il Signore ha preparato e che, l’invito di Cristo, è arrivato fino a noi.

Non solo, ma oltre l’invito, il Signore ci ha fatto conoscere anche come sono fatte le portate.

E ci basta sapere che noi possiamo tutto in colui che ci conforta.

E L’URGENZA DI QUESTA NUOVA EVANGELIZZAZIONE PREME ALLE PORTE DI QUESTO MILLENNIO.

Siamo infatti “impantanati” in un contesto storico stagnante, nel quale il DIO UNO E TRINO, sembra non trovare cittadinanza.

E ci viene spontaneo chiederci quale sia la causa della diminuzione esponenziale della pratica religiosa negli ultimi decenni.

La risposta è molto semplice e va ricercata nel fatto che non abbiamo capito più nulla.

Non abbiamo compreso che:

  • PRATICARE, OVVERO ESSERE FISICAMENTE PRESENTI AL BANCHETTO, È UNA COSA.

  • È CERTAMENTE INDICE DELLA PERDITA DI FEDE.

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    IN QUESTO SENSO DUNQUE, LUNGI DAL DOVER ESSERE INTERPRETATA NEGATIVAMENTE, NELLA SITUAZIONE ATTUALE SI PUÒ CERTAMENTE LEGGERE UN SEGNO DI PIÙ GRANDE AUTENTICITÀ: È MOLTO PIÙ PROBABILE CHE QUEI POCHI CHE OGGI VANNO IN CHIESA, LO FACCIANO PERCHÉ DAVVERO CREDONO.

    MA C’È UN ALTRO IMMENSO PROBLEMA, DA ANALIZZARE, ED AL QUALE DOBBIAMO CERCARE DI DARE UNA RISPOSTA.

    Io credo che il cristianesimo oggi, soprattutto nei paesi occidentali, non cresce più.

    E questo avviene, prima di tutto, perché i ministri del Vangelo, cioè coloro che Gesù invia, hanno perso “il loro smalto”, la loro determinazione e la loro credibilità.

    Semplicemente sono diventati i “funzionari” di una istituzione.

    Tutti siamo sempre meno dei servitori della Parola.

    SIAMO SERVITORI CHE VIVONO E CHE MEDITANO SOLO SUPERFICIALMENTE GIORNO E NOTTE LA PAROLA DI DIO, E PER QUESTO SIAMO INCAPACI DI ANNUNCIARLA EFFICACEMENTE.

    IL MALE DEL NOSTRO TEMPO È LA FORTE CRISI DELLA SPERANZA.

    Non abbiamo più bisogno del Signore, nè di sperare in LUI, questo è il problema della società post-cristiana.

    E QUESTI ANESTETICI FORMIDABILI (NEGATIVAMENTE PERO’), SONO IL POTERE, ANCHE TECNOLOGICO, ASSOLUTAMENTE ILLUSORIO, IL BENESSERE, LA ANESTETIZZAZIONE DELLA COSCIENZA DELLE GENTI, CHE CI CIRCONDA.

    Papa Francesco, al punto 2 della Esortazione Apostolica “LAUDATE DEUM”, appena pubblicata, parla adeguatamente del degrado attuale, che è sia ambientale, che di Fede:

    • Negli ultimi anni abbiamo potuto confermare questa diagnosi, assistendo al tempo stesso a un nuovo avanzamento di tale paradigma. L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE E I RECENTI SVILUPPI TECNOLOGICI SI BASANO SULL’IDEA DI UN ESSERE UMANO SENZA LIMITI, LE CUI CAPACITÀ E POSSIBILITÀ SI POTREBBERO ESTENDERE ALL’INFINITO GRAZIE ALLA TECNOLOGIA. COSÌ, IL PARADIGMA TECNOCRATICO SI NUTRE MOSTRUOSAMENTE DI SÉ STESSO”.

    Il grande Didaskaleion Alessandrino, TITO FLAVIO CLEMENTE ALESSANDRINO (150-215, Teologo, apologeta, vescovo e Padre della Chiesa), Stromati VII/7 [49,4], dice:

    • ”.

      Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

      Il Signore IDDIO ti Benedica

      Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

      e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

      Sia Lodato Gesù, il Cristo!