15.08.2023 – MARTEDI’ ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – LUCA 1,39-56 “…grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo LUCA 1,39-56

+ In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto». Allora Maria disse: «L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore, perché ha guardato l’umiltà della sua serva. D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente e Santo è il suo nome; di generazione in generazione la sua misericordia per quelli che lo temono. Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore; ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia, come aveva detto ai nostri padri, per Abramo e la sua discendenza, per sempre». Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua. Parola del Signore

Mediti…AMO

L’Immacolata Vergine, preservata immune da ogni colpa originale, finito il corso della sua vita, fu assunta alla celeste gloria in anima e corpo e dal Signore esaltata quale regina dell’universo, perché fosse più pienamente conforme al Figlio suo, Signore dei dominanti e vincitore del peccato e della morte‘. (Conc. Vat. II, ‘Lumen gentium’, 59).

L’Assunta è primizia della Chiesa celeste e segno di consolazione e di sicura speranza per la chiesa pellegrina.

La ‘dormitio Virginis‘ e L’ASSUNZIONE, in Oriente e in Occidente, sono fra le più antiche feste mariane.

Nell’etere del 1°novembre 1950 sono state diffuse le solenni e autorevoli parole della definizione dogmatica pronunciate da Pio XII: “L’immacolata Madre di Dio sempre vergine Maria, terminato il corso della vita terrena, fu assunta alla gloria celeste in anima e corpo”.

IN ORDINE DI TEMPO, È L’ULTIMO DOGMA DEFINITO DELLA CHIESA CATTOLICA, QUASI UN SECOLO DOPO QUELLO DELL’IMMACOLATA CONCEZIONE, PROCLAMATO DA PIO IX L’8 DICEMBRE 1854.

La breve e solenne proposizione dogmatica racchiude insieme le tre verità più importanti della Chiesa cattolica circa la Vergine Maria:

  • Immacolata fin dalla sua concezione;

  • Madre di Dio nella sua missione salvifica;

  • Assunta in cielo accanto a Cristo, primizia della Chiesa.

Con questa definizione, Pio XII riconosce il valore prezioso della costante fede del popolo di Dio, o sensus fidelium, nell’assunzione gloriosa della Madre di Dio nei Cieli.

Una credenza da sempre presente nella tradizione cristiana, espressa sia nella pietà popolare che nella vita liturgica, sia nei padri che nei teologi, sia nel consenso unanime dell’Episcopato che nel dato rivelato sulla divina Maternità e sull’Immacolata Concezione della Vergine Maria.

E il pronunciamento del Sommo Pontefice, corona una credenza da tempo universalmente professata dal popolo di Dio. Contrariamente al pensare comune, le definizioni dogmatiche, più che essere delle imposizioni dall’alto che piovono sui credenti, sono, invece, riconoscimenti e ufficializzazioni di credenze e tradizioni già diffuse nel seno della comunità della Chiesa.

Spesso, nella storia, sono state proclamate delle verità non per affermare qualcosa di nuovo nel campo della fede, ma semplicemente per difendere una tradizione già esistente da attacchi contrari alla stessa fede.

Così, ad esempio, la definizione circa la divinità di Cristo, che il Concilio di Nicea, nel 325, ha definito e affermato contro gli attacchi dell’arianesimo; lo stesso avvenne per il concilio di Efeso, nel 431, che proclamò Maria Madre di Dio, contro il nestorianesimo.

Per quanto riguarda l’Assunzione, l’antica tradizione, unanimemente accettata da parte della Chiesa cattolica, non necessitava di nessuna difesa, e quindi la relativa proclamazione del dogma si è lentamente precisata e maturata fino al momento storico, ritenuto come favorevole e prestabilito dalla provvidenza divina, per proclamare solennemente questo privilegio di Maria Vergine.

La proclamazione ha reso completo il grande mistero della Donna biblica, Predestinata insieme al Cristo Gesù in modo assoluto e indipendente con l’unico e medesimo atto di volontà di Dio, prima della creazione e prima della seconda venuta dello stesso Cristo alla fine del tempo, per estendere l’eterno presente dell’eternità, unica misura della divinità e di chi partecipa di essa.

Le prime testimonianze storiche di questa Festa, risalgono già verso la fine del secolo IV e l’inizio del V secolo, come documentano gli scritti specialmente di SANT’EFREM IL SIRO († 373) e di SANT’EPIFANIO DI SALAMINA († 403).

Questi, nel suo Panarion, circa la morte di Maria, enuncia tre ipotesi possibili e sostenute, all’epoca, da autori diversi:

  1. Maria non è morta, ma è stata trasferita da Dio in un luogo migliore;

  2. Maria è morta martire;

  3. Maria è morta di morte naturale.

Egli non sa scegliere con sicurezza fra le tre ipotesi, poiché “nessuno ha conosciuto la sua fine”, ma pensa che in ogni modo la fine di Maria deve essere stata gloriosa e degna di lei.

La testimonianza di Epifanio, comunque, assicura che nella Chiesa, alla fine del V secolo, non esisteva ancora una tradizione precisa, né di carattere storico, né di carattere dogmatico, circa la morte di Maria.

E la stessa terminologia delle primitive testimonianze è legata probabilmente alla festa in onore della Dormitio Mariae, in ricordo, forse, della chiesa costruita e dedicata in suo onore sul monte Sion (in Gerusalemme) all’inizio del V dai cristiani Bizantini.

Dopo Epifanio, i primi testimoni sulla Dormitio Mariae sono gli scritti apocrifi, circa una ventina, con origini differenti e i più antichi sembrano quelli siri egiziani e greci, che rappresentano la reazione della fede popolare di quei secoli, circa il transito di Maria.

IL PENSIERO COMUNE A TUTTI GLI APOCRIFI È CHE IL CORPO DI MARIA NON PUÒ ESSERE ANDATO SOGGETTO ALLA CORRUZIONE DEL SEPOLCRO.

Sotto il profilo del culto liturgico, le origini della festa dell’Assunzione sono in Oriente, nel VI sec., come risulta dalla narrazione dei pellegrini che hanno visitato Gerusalemme in quegli anni.

Verso la fine del VII, l’imperatore Maurizio estende la festa a tutte le regioni dell’Impero, fissandola al 15 agosto.

In Occidente, i primi segni di una festa “in memoria” della Vergine appaiono nel VI secolo, precisamente nella Gallia, dove viene celebrata il 18 gennaio sotto il titolo di Depositio Sanctae Mariae.

A Roma la celebrazione della festa dell’Assunzione viene introdotta nel VII secolo da papa Sergio I, assieme ad altre feste mariane: la Purificazione, l’Annunciazione e la Natività; e ben presto diviene anche la più importante di tutte, conservando fin dalle origini sia il nome sia il significato attuali.

Da Roma poi si estende rapidamente, durante i secoli VIII e IX, a tutto l’Occidente, anche nella Gallia, precisando il contenuto e stabilendo la data della festa al 15 di agosto.

In Oriente, gli autori nel spiegare e giustificare la festa dell’Assunzione si richiamano facilmente agli apocrifi, e alle ragioni desunte dalla mariologia generale: la consacrazione del corpo di Maria mediante la maternità divina, l’onore dovuto dal Figlio alla Madre, l’unione effettiva tra la Madre e il Figlio, la concezione e la nascita verginale del Figlio, l’onore di Maria come Nuova Eva.

In Occidente, nonostante la chiara indicazione del culto liturgico, molti autori, dal VII al IX secolo, si esprimono in modo dubbioso.

Uno scrittore anonimo del IX secolo afferma: “è meglio lasciare tutto a Dio, al quale nulla è impossibile, piuttosto che definire temerariamente di nostra autorità ciò che non possiamo provare”.

LA RAGIONE FONDAMENTALE È LA GRAZIA E LA DIGNITÀ SINGOLARE CON CUI DIO HA ONORATO MARIA.

Ma vediamo il testo del vangelo.

Dopo l’annuncio, Maria è partita verso la montagna di Giudea per andare a trovare Elisabetta. Colma dello Spirito Santo, Elisabetta l’ha benedetta, proclamandola “Madre del mio Signore”. Fonte di gioia. Beatitudine vivente della fede.

Maria ha risposto con il cantico del Magnificat, con delle Parole ispirate, che lasciano intravvedere il suo cuore e che sono per noi il suo “testamento spirituale”.

Identificandosi con Maria, la Chiesa di tutti i tempi continua a cantare tutti i giorni il Magnificat come suo proprio cantico.

La tomba vuota di Maria, immagine della tomba vuota di Gesù, significa e prelude alla vittoria totale del Dio della vita sulla morte, quando alla fine del mondo farà sorgere in vita eterna la morte corporale di ognuno di noi unita a quella di Cristo.

L’Apocalisse ci mostra “un segno grandioso del cielo”: LA DONNA CHE HA IL SOLE PER MANTELLO, E UNA CORONA DI STELLE.

Invincibile, CON LA GRAZIA DI DIO, di fronte al nemico primordiale.

Figura e primizia della Chiesa”.

Primizia nel dolore della maternità al servizio della Redenzione.

Primizia nel destino della gloria.

Da lì, nel focolare della Trinità, Maria ci aspetta tutti per vivere e cantare con lei la nostra riconoscenza alla Grazia di Dio.

LA BEATITUDINE DIVINA E UMANA DELLA SALVEZZA. ECCO IL SUO ETERNO MAGNIFICAT.

Ragioniamoci sopra…

Il Signore IDDIO ti Benedica

E tu Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

e ti prego di condividere se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!