15.03.2024 –VENERDI’ 4’ SETTIMANA QUARESIMA B – GIOVANNI 7,1-2.10.25-30 “…Cercavano di arrestare Gesù, ma non era ancora giunta la sua ora”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo GIOVANNI 7,1-2.10.25-30

+ In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercavano allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora. Parola del Signore

Mediti…AMO

Lungo i capitoli dall’1 al 12 del vangelo di Giovanni, si scopre la progressiva rivelazione che Gesù fa di sé ai discepoli ed alla gente.

Nello stesso tempo e nella stessa proporzione, aumenta la chiusura e l’opposizione delle autorità contro Gesù fino al punto di deciderne la condanna a morte (Gv 11,45-54).

Il capitolo 7, che meditiamo nel vangelo di oggi, è una specie di bilancio a metà del cammino e già ci fa intravvedere come sarà il risvolto finale.

Gesù ormai è abbandonato dai capi della sua nazione, deve nascondersi, e il popolo non sa cosa pensare di lui, perché i capi religiosi della nazione non credono nella sua dignità di Messia.

I farisei non credono in Gesù, perché lo giudicano secondo i principi formali del sabato e delle abluzioni rituali, e non penetrano in profondità nel suo insegnamento.

E, dal canto loro, i sacerdoti rifiutano Gesù per motivi politici.

Ragion per cui Gesù se ne va in Galilea.

La Giudea non è come la Galilea: la capitale manifesta ostilità verso le novità, soprattutto ora che il tempio ha ridato lustro e forza alla classe sacerdotale.

Figuriamoci con quanta insofferenza Gerusalemme sopporti i profeti di turno che rischiano di richiamare l’attenzione dell’invasore romano che solo da poco ha lasciato maggiore autonomia alla capitale.

La spregiudicatezza del Nazzareno, la sua libertà interiore, il suo seguito danno troppo fastidio e Gesù deve scappare, tornarsene nella più quieta Galilea.

Giovanni 7,1-2.10: Gesù decide di andare alla festa dei Tabernacoli a Gerusalemme.

Il Signore non resiste al richiamo della Città Santa e paziente e misericordioso, approfitta della tradizionale “festa delle Capanne”, in cui si ringraziava Dio dei beni ricevuti, per aiutare i suoi contemporanei ad aprirsi umilmente al suo mistero: per comprendere cioè che era stato MANDATO DAL PADRE PER LA SALVEZZA DI TUTTI.

Questa Festa ricordava il tempo dell’esodo, quando il popolo d’Israele viveva nelle capanne, in attesa di giungere alla terra promessa.

La precarietà era però accompagnata dalla presenza di Dio, discreta e visibile al tempo stesso, eloquente icona di quello che oggi meditiamo nel racconto di Giovanni.

Secondo gli altri vangeli, Gesù andò solamente una volta a Gerusalemme, la volta in cui fu preso e condannato a morte.

Invece nel Vangelo secondo Giovanni, Gesù fu per lo meno due o tre volte a Gerusalemme per la festa di Pasqua.

Per questo sappiamo che la vita pubblica di Gesù durò circa tre anni.

E anche il vangelo di oggi informa che Gesù si diresse più di una volta a Gerusalemme, ma non pubblicamente, ma di nascosto, poiché in Giudea, i giudei volevano ucciderlo.

E, una volta nel tempio, Il Signore annuncia il Regno, costi quel che costi, anche a rischio della propria vita, perchè sa che ormai il tempo ormai si è fatto breve.

NON FUGGE, NON HA PAURA, PERCHÈ SA CHE BERRÀ IL SUO CALICE AMARO FINO IN FONDO.

Ma credo sia bene cercare di chiarire perchè vi è una difficoltà così grande nel riconoscere il Messia, per il popolo ebraico.

Per la tradizione ebraica – soprattutto per il PRIMO LIBRO DI ENOCH – il Messia sarebbe giunto sulla terra senza che nessuno avesse potuto riconoscerlo.

Sarebbe stato custodito e protetto dal Padre al punto tale che non avrebbe voluto rivelarne il volto.

Insomma, il Cristo, nell’immaginario collettivo del popolo d’Israele, avrebbe dovuto ricucire l’alleanza con il Signore senza farsi conoscere.

Ma Gesù – che è il Messia – di certo non aveva la minima intenzione di sottostare ad una tradizione così vacua e confusionaria.

Se Dio si deve rivelare, se deve “metterci la faccia”, come diremmo oggi, è necessario che venga riconosciuto perché gli uomini lo accolgano e lo seguano.

Altrimenti sarebbe una perdita di tempo e, oltretutto, una fatica inutile credere di poter salvare gli uomini alla maniera che questi reputano più conveniente.

E GESÙ NON È ACCOLTO COME MESSIA PERCHÉ HA SCELTO DI INCARNARSI.

Operando una scelta che porta l’uomo A FARE UN SALTO DI QUALITÀ SPIRITUALE:

  • ovvero a credere in un Dio che è onnipotente
  • ma allo stesso tempo sofferente,
  • che ha creato ogni cosa
  • ma è anche povero,
  • che è Signore del Cielo e della Terra
  • ma allo stesso tempo servo degli uomini.

E noi abbiamo visto che Gerusalemme e i Giudei non possono concepire un Dio di questa portata, essi si fermano alla dimensione umana e perdono l’appuntamento con Dio..

Ragion per cui, si fermano “…ai confini delle loro misere credenze e delle loro povere tradizioni”.

Purtroppo, Fratelli e Sorelle dobbiamo farcene una ragione! Agli uomini non interessa il vero volto di Dio, come non interessa che Dio sia venuto a raccontarsi…

Per carità, nessuno ormai nega più che Dio esiste, anzi, sicuramente è anche una bella persona, ma che resti nell’alto dei cieli….

E noi certamente vogliamo mantenere buoni rapporti, tanto che ci vediamo a Pasqua e a Natale, ma nulla di più!

Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!