15.02.2024 – LUNEDI’ 2′ SETTIMANA P.A. B – MARCO 2,18-22 “…lo sposo è con loro”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 2,18-22
+ In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?». Gesù disse loro: «Possono forse digiunare gli invitati a nozze, quando lo sposo è con loro? Finché hanno lo sposo con loro, non possono digiunare. Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto: allora, in quel giorno, digiuneranno. Nessuno cuce un pezzo di stoffa grezza su un vestito vecchio; altrimenti il rattoppo nuovo porta via qualcosa alla stoffa vecchia e lo strappo diventa peggiore. E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi, altrimenti il vino spaccherà gli otri, e si perdono vino e otri. Ma vino nuovo in otri nuovi!». Parola del Signore
Mediti…AMO
“Perché i tuoi discepoli non digiunano?”
- In Mc 2,1-12 abbiamo visto il primo conflitto, che era attorno al perdono dei peccati.
- In Mc 2,13-17, il secondo conflitto è sulla comunione attorno al tavolo, con i peccatori.
- Il vangelo di oggi presenta il terzo conflitto sul digiuno.
- Domani abbiamo il quarto conflitto, attorno all’osservanza del sabato (Mc 2,13-28).
- Dopodomani, l’ultimo dei cinque conflitti sarà attorno alla guarigione nella giornata del sabato (Mc 3,1-6).
E tra questi conflitti, il conflitto sul digiuno occupa un luogo centrale.
Il digiuno è una pratica assai antica, praticata in quasi tutte le religioni. Gesù stesso la praticò durante quaranta giorni (Mt 4,2).
Ma il Signore non insiste con i suoi discepoli affinché facessero la stessa cosa.
Li lascia liberi.
Per questo, i discepoli di Giovanni Battista e dei farisei, che erano obbligati a digiunare, vogliono sapere perché Gesù non insiste sul digiuno.
Premesso ciò, voi capite bene che, le parole sul rammendo nuovo sul vestito vecchio e sul vino nuovo in otri nuovi, debbono essere capite sotto una luce che irradia la sua chiarezza anche sugli altri conflitti, due prima e due dopo.
Come detto, oggi siamo di fronte alla terza domanda, posta dai farisei a Gesù, che nasconde un’accusa di poca devozione da parte di Gesù e dei suoi discepoli, altrove accusati di essere dei mangioni e dei beoni.
Mentre i farisei, che digiunano spesso, hanno un’idea ben precisa di religiosità: il pio israelita, il devoto, rispetta con puntiglio ogni norma della Legge, vive con timore e rispetto la propria vita e si nega ogni eccesso.
E questo perchè il digiuno, nella mentalità biblica, ha la sua ragione di esistere nella diversità delle circostanze.
Mentre, in certi casi, rappresenta la fede di colui che digiuna per crescere nel suo incontro con Dio, in altri casi il credente si pone così, di fronte alle disgrazie o alle sofferenze, in un atteggiamento di accettazione dell’azione di Dio.
E Gesù interviene e dà le basi del vero digiuno.
Il suo obiettivo è la pratica della giustizia già annunciata dalla legge e dai profeti.
Il digiuno fatto in una prospettiva legalistica assomiglia al vecchio otre che corrompe il vino fresco e nuovo.
La religione difesa dalle autorità di Israele, era come un vestito vecchio, come un otre vecchio.
Essi però non volevano capire che non bisognava voler combinare ciò che è nuovo e portato da Gesù, con vecchi costumi da loro praticati.
NON SI POTEVA RIDURRE LA NOVITÀ PORTATA DA GESÙ, ALLA MISURA DEL GIUDAISMO.
O L’UNO, O L’ALTRO, PERCHÈ IL VINO CHE GESÙ PORTA FA SPACCARE L’OTRE VECCHIO.
Essi avrebbero dovuto prima capire, e poi saper separare le cose.
Attenzione, Fratelli e Sorelle, che Gesù non è contro ciò che è “vecchio”, ma vuole solo evitare CHE IL VECCHIO SI IMPONGA AL NUOVO, e così comincia a manifestarlo.
SAREBBE LO STESSO CHE RIDURRE IL MESSAGGIO DEL CONCILIO VATICANO II A CIÒ CHE SI INSEGNAVA PRIMA DI ESSO, COME VOGLIONO ALCUNI.
Il digiuno e i sacrifici non hanno alcun valore agli occhi di Dio se non hanno alla base l’amore fraterno.
Dio ama colui che è in armonia con il proprio amore e quello del prossimo, e questa è la nuova giustizia instaurata da Gesù Cristo.
La Chiesa ci invita a digiunare, rcordandoci che non sono i cuori chiusi, senza solidarietà, egoisti, i cuori che non si fondono che in se stessi, che inaugureranno il tempo nuovo.
Ma li inaugureranno solo coloro che si spogliano di se stessi, che costruiranno strutture di solidarietà e apriranno le vie dell’unità, aspettando con gioia la venuta dello Sposo che ha già mostrato cosa vuole Dio per una nuova umanità.
Gesù smonta la devozione dei farisei che si concentravano solo sui VUOTI ATTEGGIAMENTI DA TENERE, SULLE PREGHIERE E LE RITUALITÀ DA OSSERVARE CON SCRUPOLO E OSSESSIONE, SENZA PORRE L’ACCENTO SUL CUORE CON CUI LE SI PRATICAVANO.
Il vino nuovo del vangelo, la novità del Regno, fanno esplodere i vecchi otri della tradizione stanca e ripetitiva e obbliga i credenti a ripensare anche alle loro pratiche devozionali.
PURTROPPO QUESTA È COSA VECCHIA CHE SEMPRE SI RIPETE NEI SECOLI, TANT’È CHE, ANCHE PER NOI, OGGI È LA STESSA COSA.
Anche noi abbiamo fatto diventare nuovamente vecchi gli otri del vangelo, sostituendo devozioni a devozioni, pratiche a pratiche, svuotandole della forza dirompente che portavano in sé E PERDENDO COSI’ LA MERAVIGLIA E LA GIOIA DELL’INCONTRO CON IL DIO DI GESU’ CRISTO!
Una antica poetessa diceva “…la cosa più bella è ciò di cui si è innamorati”.
Mai dobbiamo dimenticare che, nella vita, in tutti i campi, il vecchio ha avuto la sua utilità, nella formazione, ma ora cede il posto alla novità del presente.
L’attesa finisce nell’atteso, il cammino si placa nella mèta, il moto si acquieta nel suo fine.
Ed ora termina il digiuno e, CON LA VENUTA DI CRISTO, COMINCIA IL BANCHETTO.
Durante il tempo in cui Gesù, sta con i discepoli, c’è la festa di nozze.
Ma arriverà un giorno in cui lo sposo sarà assente, e allora, se vogliono, nel loro libero arbitrio, decideranno di digiunare.
Gesù allude alla sua morte.
Sa e sente che se vuole continuare per questo cammino di libertà, le autorità religiose vorranno ucciderlo.
Ecco allora, Fratelli e Sorelle cosa ci insegna questo brano evangelico.
Gesù, in esso, rettifica il nostro metro di giudizio, perché ci dice che una cosa va fatta non perché è buona in se, MA SE È BUONA E UTILE RISPETTO A CIÒ CHE SONO, E A CIO’ CHE VIVO ADESSO, NELLA MIA VITA.
Noi invece facciamo magari cose giuste ma non ne capiamo più il bene.
Ma, allora, a che serve quindi essere giusti e infelici?
Dovremmo imparare, invece, A SCORGERE DIO IN OGNI COSA, NON SOLO IN UNA COSA.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!