15.02.2023 MERCOLEDI’ 6 SETTIMANA P.A. A – MARCO 8,22-26 “Il cieco fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa”.
«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…
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Dal Vangelo secondo MARCO 8,22-26
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli giunsero a Betsàida, e gli condussero un cieco, PREGANDOLO di toccarlo. Allora prese il cieco per mano, lo condusse fuori dal villaggio e, dopo avergli messo della saliva sugli occhi, gli impose le mani e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa. E lo rimandò a casa sua dicendo: «Non entrare nemmeno nel villaggio». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel Vangelo di oggi vediamo la semplicità del Signore Gesù e anche la sua umiltà.
Siamo a Betsaida e i discepoli accompagnano un uomo cieco da Gesù. Qui il Signore lo tocca e gli chiede se vede qualcosa.
E quell’uomo qualcosa ora lo vede, sono alcune ombre che si muovono e gli sembrano “alberi che camminano“.
È chiaro che il passaggio dalle tenebre totali ad un po’ di luce è difficoltoso, ma serve per iniziare a potenziare la capacità di interpretare, di decifrare, di riconoscere, di capire ciò che ci sta intorno, che prima non poteva essere nemmeno immaginato.
Le ragioni per avanzare verso questa cura per stadi progressivi sono state molto discusse.
San Giovanni Crisostomo e molti altri hanno ipotizzato che il cieco avesse poca fede, dal momento che non ha trovato la sua strada verso Gesù, né ha perorato la propria causa, come invece ha fatto il cieco Bartimeo.
Certamente poteva bastare già il primo stadio del miracolo, ma non a Gesù, che decide -perché Dio fa bene ogni cosa, di portare comunque a termine il miracolo.
E, per farlo si nasconde, e nonostante la disabilità di questa persona, lo fa camminare e lo conduce fuori del villaggio, ove non poteva essere visto.
Questa semplicità ci meraviglia: Gesù fa una cosa e non vuole che sia vista finché non sia completata. Mette, quindi, della saliva sugli occhi del cieco e, come ho detto, lo guarisce, prima parzialmente e immediatamente dopo totalmente. Questa semplicità divina è stupefacente.
- “…e gli chiese: «Vedi qualcosa?». Quello, alzando gli occhi, diceva: «Vedo la gente, perché vedo come degli alberi che camminano». Allora gli impose di nuovo le mani sugli occhi ed egli ci vide chiaramente, fu guarito e da lontano vedeva distintamente ogni cosa.”
Perché questa domanda al cieco di Betsaida? Forse un’allusione alla conferita capacità di vederlo, guardarlo e riconoscerlo come Cristo, intuendo il suo essere Figlio di Dio?
Forse il miracolo in due riprese È METAFORA DELLA NOSTRA CONVERSIONE CHE NON È MAI TOTALE ED IMMEDIATA, MA SOLO PROGRESSIVA, SE SOSTENUTA DALLA GRAZIA DI DIO, MA CHE RICHIEDE COMUNQUE ANCHE IL NOSTRO SFORZO PER CONTINUARE A VEDERE, CERCARE, INTUIRE, DISCERNERE.
Infatti, come abbiamo visto, il cieco di Betsaida recupera la vista lentamente, dopo due interventi del Signore.
Inizia a vedere, in due fasi, potremmo dire.
In realtà, nel sottile linguaggio dell’Evangelista Marco, il verbo “vedere” è usato in diverse sfumature.
Alla fine del miracolo il cieco VEDE IN PROFONDITÀ, non solo chiaramente e distintamente.
Possiamo esserci convertiti grazie ad un evento importante nella nostra vita, MA ANCORA NON SIAMO ANCORA IN GRADO DI “VEDERE” TUTTO IN PROFONDITÀ.
La conversione è un lungo percorso che inizia e procede anno dopo anno, DI GRAZIA IN GRAZIA, FINO ALLA PIENA E MANIFESTA COMPRENSIONE DELLA PROFONDITÀ DEL MISTERO DI DIO.
Un dato che mai dovremmo dimenticare è questo: siamo in cammino, sempre, ogni istante della nostra vita.
Ma questo testo ci mostra anche IL VALORE DELLA PREGHIERA DI INTERCESSIONE:
- “…gli condussero un cieco, PREGANDOLO di toccarlo”.
Abbiamo bisogno di pregare per noi stessi, ma faremmo parte di una religione povera che si ripiega su sé stessa.
È fuor di ogni dubbio che abbiamo bisogno DEL POTERE E DELLA GRAZIA DI CRISTO per guarire il nostro dolore.
Ma se ci rendiamo veramente conto della presenza di Cristo nella nostra vita e nel mondo, e se crediamo nel suo potere di guarigione, allora dobbiamo cercarlo non solo per noi stessi, ma anche e soprattutto, per il bene degli altri.
Gesù mostra nel suo “tocco curativo” un segno o una caratteristica comune nei suoi miracoli. Un tocco che è segno di una grande verità spirituale:
- Se Gesù deve guarirci, la nostra anima deve toccarlo ed Egli deve toccare noi. Ci deve essere un luogo di incontro dove nulla possa turbare l’incontro tra il peccatore e il Salvatore (quel “…fuori dal villaggio”).
Ima c’è anche un altro dato che spesso non viene evidenziato: la pazienza di Gesù Cristo, che, pur avendone il potere di realizzarlo con un unico atto, “spezzò in due” il miracolo.
Ebbene, il miracolo è stato diviso, ritardato, per mostrare un periodo apparentemente senza successo.
E per mostrare in seguito, la bellezza ineffabile della sua realizzazione, con la quale IL CRISTO CI MOSTRA LA PAZIENZA DEL PADRE.
E LO FA TRATTENENDO IL SUO POTERE, AL FINE DI MIGLIORARE LA RIVELAZIONE IN BASE ALLE NOSTRE CAPACITÀ.
La nostra impazienza VUOLE RISULTATI SUBITO.
Ma Dio, nella sua pedagogia divina, ci insegna la pazienza attraverso il ritardo della Sua Azione.
In effetti noi sappiamo bene che il Cristo insegnò la Parola ai suoi discepoli, quando essi furono in grado di ascoltarla.
Purtroppo, Fratelli e Sorelle, noi siamo inclini a ritenere le nostre immagini distorte, IMMAGINI VERE, dimenticando che esse sono ingannevoli e non aderenti alla verità (“…come alberi che camminano”).
Dovremmo invece far crescere la NOSTRA FEDE e imparare che è molto più saggio attendere la visione completa, “…quando lo vedremo faccia a faccia”.
Ricordiamoci che le prime impressioni non sono sempre corrette.
Cristo deve avvicinarsi e toccarci ancora una volta per farci avere una visione allargata e purificata:”…dopodiché si mise di nuovo le mani sugli occhi e lo fece alzare gli occhi: e fu ristabilito, e vide chiaramente ogni uomo”.
E allora, Fratelli e Sorelle, possiamo chiederci quante conversioni riassumono queste parole?
Secondo me riassumono una vasta serie di esperienze religiose, perché la luce può arrivare a singhiozzo.
Molte persone, non tutte in una volta, e nemmeno gradualmente, sono portati a riconoscere la loro reale condizione davanti a Dio.
Al risveglio parziale possono seguire tempi di collasso spirituale e di apparente fallimento della potenza dello Spirito Santo, fino a quando arriva finalmente, quello che potremmo chiamare il compimento dell’opera conversione del cuore e della vita.
Che ci permette finalmente di avere, non più una rozza visione imperfetta della verità, che al massimo ne è una percezione vaga (come gli “…uomini visti come alberi che camminano“), ma di vedere tutte le cose CHIARAMENTE.
Una cosa è certa: nel vangelo di oggi ci viene detto che tutta la vita ci è necessaria per conoscere il Signore Gesù.
Che tutta la vita ci è necessaria per ricevere luce a sufficienza per annunciarlo là dove siamo.
Con pazienza, allora, chiediamo che sia il Signore a illuminare il nostro sguardo!
Ragioniamoci sopra…
Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…
Sia Lodato Gesù, il Cristo!