“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 11,29-32
+ In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione. Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone. Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona». Parola del Signore
Mediti…AMO
Nel vangelo di oggi, Gesù riporta due episodi del passato:
- La generazione malvagia che chiede un segno.
- e la regina di Saba. Gesù evoca a continuazione la storia della Regina di Saba che venne da lontano a trovare Salomone e ad imparare dalla sua saggezza (1Re 10,1-10).
e con esso ci invita a scoprire in essi la chiamata di Dio alla conversione.
Una generazione viene e una generazione va… ma tutte le generazioni cercano segni: non cambia nulla, da allora.
E’ come se ogni generazione che si sussegue nel tempo, sia annoiata del quotidiano, come se avesse sempre bisogno di manifestazioni straordinarie, di miracoli strepitosi.
Eppure Gesù è consapevole che il miracolo è ambiguo, che possiamo credere al miracolo senza riconoscere chi lo compie e cercare Dio per ciò che opera, non per ciò che egli è davvero.
E tutti, inesorabilmente dimentichiamo che il miracolo è funzionale al Regno, e “serve”, solo se conduce a Dio, se apre il nostro cuore alla FEDE.
Altrimenti se continuiamo a correre dietro ai presunti miracoli, e alle presunte apparizioni, continuiamo a non riconoscere l’unico grande segno che il Maestro ci ha lasciato: IL SEGNO DI GIONA.
Questo pavido profeta, che venne inghiottito da un pesce, in mare aperto, e poi ributtato sulla terra per compiere la sua missione secondo la bella parabola che lo descrive.
Allo stesso modo, Gesù resterà per tre giorni nel ventre della morte, prima di ritornare in vita.
LA RESURREZIONE È IL GRANDE SEGNO DA RICONOSCERE, LA GRANDE NOVITÀ DELLA FEDE.
Che non ci accada di abituarci a Dio, per poi essere inghiottiti dalla piatta e deludente quotidianità.
Restiamo desti, col cuore spalancato ai tanti piccoli segni attraverso cui il Signore, certamente, oggi ci raggiungerà: magari una telefonata, una scena sulla metro, un raggio di sole che ci raggiunge in casa, questa Parola che state ascoltando…
Lo stupore che ha convertito gli abitanti di Ninive alla predicazione di Giona, la curiosità della regina di Saba che si mise in cammino per incontrare il re d’Israele la cui sapienza era diventata leggendaria: questo l’atteggiamento che oggi ci è chiesto.
Ben più di Giona c’è qui, ben più di Salomone: c’è la presenza del Signore Gesù stesso, segno della misericordia di Dio per tutti.
INVECE DI CHIEDERE CONTINUAMENTE SEGNI, DOBBIAMO CONVERTIRCI ALL’ANNUNCIO DELLA SUA MORTE E RISURREZIONE.
Se la fede è obbedire a Dio, il contrario della fede è la pretesa che Dio obbedisca a noi.
E questo avviene quando si instaura con Dio un rapporto di ricatto, chiedendo sempre prove nuove e più grandi, senza decidersi a credere al suo amore.
Dio ci concede dei segni per farci arrivare alla fede.
E i segni che Dio ci dà, rispettano sempre la nostra libertà, ossia non ci costringono mai a credere.
Tutti i segni che Dio concede in Gesù si riassumono nel segno di Giona: egli fu segno di un Dio misericordioso e clemente, di grande amore, che si lascia impietosire (Gio 4,2).
Fratelli e Sorelle, noi siamo troppo concentrati sulle possibilità umane, soprattutto quelle tecniche, poiché abbiamo esiliato Dio dalla nostra vita.
Di qui le parole che ci sono rivolte: a noi non sarà dato “nessun segno fuorché il segno di Giona”.
E qual è?
- In Luca è il richiamo alla penitenza rivolto a Ninive.
- Invece in Matteo è la risurrezione.
- Per noi il segno di Giona è Gesù Cristo stesso che ci chiama alla penitenza.
Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino “Convertitevi e credete al Vangelo”.
Di fronte a noi, restii alla conversione, al tribunale appariranno molti testimoni che invece hanno accolto i segni che chiamano alla conversione:
- la regina di Saba che ha riconosciuto in Salomone il segno divino,
- gli abitanti di Ninive che si son convertiti alla voce di Giona profeta,
- e molti altri.
Sul mondo contemporaneo incombe la sentenza del Signore ad Abramo: Se si trovassero persone giuste, il mondo non sarebbe rovinato. Con l’adesione all’invito a convertirci, possiamo essere tra i dieci giusti!
Fratelli e Sorelle, Gesù non chiede che tutti siano cristiani, ma chiede che tutti siano discepoli (Mt 28,19), cioè, persone che, come lui, irradino ed annuncino la Buona Novella dell’amore di Dio per tutti i popoli (Mc 16,15).
Ragioniamoci sopra…
Pax et Bonum tibi, frater in Christo!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!