“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo MARCO 6,7-13
+ In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche. E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro». Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano. Parola del Signore
Mediti…AMO
Dio ci ha scelti per annunciare il suo Regno, donandoci tutto ciò che è necessario per continuare la sua missione.
Per mezzo dei suoi messaggeri, Dio ha preparato l’umanità, nel corso di una lunga storia, alla venuta di suo Figlio e alla rivelazione della salvezza da lui portata.
Partendo dal popolo di Israele, il suo amore redentore doveva estendersi a tutti gli uomini.
È il motivo per cui Gesù ha chiamato i Dodici a formare il nucleo del popolo definitivo di Dio e li ha fatti suoi collaboratori.
Sono stati incaricati di vincere il potere del male, di guarire e di salvare gli uomini che avessero creduto al loro messaggio.
Il Vangelo di oggi continua quanto abbiamo visto nel vangelo di ieri.
Il passaggio per Nazareth fu doloroso per Gesù, perché fu rifiutato dalla propria gente (Mc 6,1-5), e quella che prima era la sua comunità, ora non lo è più.
Qualcosa è cambiato.
A partire da questo momento, come dice il vangelo di oggi, Gesù cominciò ad andare per i villaggi della Galilea per annunciare la Buona Novella (Mc 6,6) e mandare i dodici in missione.
Negli anni 70, epoca in cui Marco scriveva il suo vangelo, le comunità cristiane vivevano una situazione difficile, senza orizzonte.
Umanamente parlando, non c’era futuro per loro.
Nel 64, Nerone cominciò a perseguitare i cristiani e nel 65, scoppiò la rivolta dei giudei della Palestina contro Roma.
Nel 70, Gerusalemme fu totalmente distrutta dai romani.
Per questo la descrizione dell’invio dei discepoli, dopo il conflitto a Nazareth, era fonte di luce e di coraggio per i cristiani.
E Gesù, in questo contesto, ci illustra le serie difficoltà a cui va incontro il messaggero della Parola di Dio e il fatto che possa trovarsi a predicare a casa propria, nella sua città e nel suo territorio, non pregiudica che abbia SICURAMENTE delle difficoltà.
Anzi, proprio nella sua terra viene osteggiato e disprezzato.
QUESTO TUTTAVIA NULLA TOGLIE ALL’EFFICACIA DELLA PAROLA E ALLA VALIDITÀ DELL’OPERA DI COLUI CHE LA PROCLAMA.
In un modo o nell’altro, accolta o rifiutata, la Parola di Dio resta sempre tale e quale, mantiene la sua potenzialità e anche se non in tempi immediati raggiunge la finalità per cui è stata inviata.
Canta il grande profeta Isaia, in Is.55,10-11:
- “10 Come infatti la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fecondata e fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, 11 così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà a me senza effetto, senza aver operato ciò che desidero e senza aver compiuto ciò per cui l’ho mandata”.
Ecco allora che la missione del ministro non è mai fallimentare, anche quando sembri che i risultati della sua azione apostolica tardino ad arrivare.
Il suo lavoro porterà sempre dei frutti, anche se a raccoglierli saranno altri.
Ecco perché il predicatore non deve mai scoraggiarsi nel proprio impegno, e non soccombere alla tentazione di abbandonare il campo, ma affidarsi unicamente allo Spirito Santo, unico al quale spetta raccogliere i risultati.
E il conflitto crebbe e toccò da vicino la persona di Gesù, che reagisce in due modi:
- Dinanzi alla chiusura mentale della gente della sua comunità, Gesù lascia Nazareth ed inizia a percorrere i villaggi nelle vicinanze (Mc 6,6).
- Allarga la missione ed intensifica l’annuncio della Buona Novella chiamando altre persone per coinvolgerle nella missione.
“Chiamò i dodici, ed incominciò a mandarli a due a due e diede loro potere sugli spiriti immondi”.
L’obiettivo della missione è semplice e profondo: La partecipazione dei discepoli alla missione di Gesù.
Non possono andare da soli, devono andare due a due, perché due persone rappresentano la comunità meglio di una sola e si possono aiutare a vicenda.
E ricevono potere sugli spiriti immondi, cioè devono essere di sollievo agli altri nella sofferenza e, attraverso la purificazione, devono aprire le porte di accesso diretto a Dio.
Solo una piccola parte del popolo di Israele ha creduto in Gesù e in quelli che egli ha mandato.
Dopo la sua risurrezione, Gesù ha di nuovo mandato i suo discepoli e accresciuto la loro missione e i loro poteri. Da allora gli inviati di Dio si recano presso tutti i popoli per offrire agli uomini il perdono di Dio e la vita nuova.
Ma non vi è che una piccola parte dell’umanità che ha sentito l’offerta divina e ha trovato la fede nell’amore di Dio e nella sua salvezza.
E, in un mondo estremamente secolarizzato come il nostro, nel quale Dio non sembra più avere cittadinanza, questo miserabile ed inutile Diacono, insieme a tutti coloro che ancora si professano cristiani, siamo tenuti, in modo nuovo, a portare la nostra testimonianza ai nostri fratelli, per mezzo della nostra preghiera e del nostro impegno personale.
Dovremo «andare in tutto il mondo e predicare il vangelo ad ogni creatura» (Mc 16,15).
E la nostra evangelizzazione deve sgorgare dall’abbondanza del cuore, dal bisogno di condividere le «ricchezze» che abbiamo ricevuto.
Perché è da questa testimonianza che dipende non solo l’avvenire dell’umanità, ma anche quello della comunità ecclesiale ed il destino di ogni fratello in Cristo.
Solo così si potrà seminare nel cuore dei nostri fratelli QUELLA SPERANZA CHE VIENE DA DIO E CHE RIGENERA IL CUORE UMANO.
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!