“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).
Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.
E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”
Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”
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Dal Vangelo secondo LUCA 24,35-48
+ In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane. Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro. Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni». Parola del Signore
Mediti…AMO
Questo brano segue immediatamente quello dei discepoli di Emmaus.
Infatti inizia con il versetto finale dell’episodio dei discepoli di Emmaus.
E’ un piccolo riassunto che ci ricorda quanto era accaduto.
Ma la cosa importante di questo racconto È CHE IL CRISTO SI ERA FATTO RICONOSCERE DAI DUE DI EMMAUS NELLO SPEZZARE IL PANE.
Questi, dopo aver riconosciuto CRISTO nello spezzare il pane, ritornano di corsa a Gerusalemme per raccontare agli apostoli l’accaduto, MA UNA VOLTA ARRIVATI, vengono a sapere che CRISTO era già apparso a Pietro.
Per dire il farsi presente di CRISTO, l’evangelista Luca non usa verbi di movimento, come “venire” o “entrare”, ma il verbo “stare” (“stette in mezzo a loro”) che non suppone alcun cambiamento di luogo.
Il risorto non “viene” ma è già lì in mezzo ai suoi discepoli.
Deve solo rendersi visibile. Egli li saluta con lo “shalom” ebraico, l’insieme di tutti i beni messianici annunziati dai profeti.
In questo brano si insiste molto sulla corporeità di CRISTO risorto, non è un fantasma.
E, per rendere visibile e credibile la sua identità e la sua realtà, CRISTO moltiplica i segni: mostra le sue mani e i piedi, si fa vedere come una persona in carne e ossa, persino mangia davanti ai discepoli una porzione di pesce arrostito.
Questa progressività nell’offrire segni convincenti rivela un’indubbia preoccupazione apologetica.
In questa apparizione CRISTO agisce soltanto e parla.
I discepoli sono fermi e silenziosi.
Di loro sono descritti però i sentimenti interiori: lo sconcerto e la paura, il turbamento e il dubbio, lo stupore e l’incredulità, la gioia. I sentimenti dominanti tradiscono la difficoltà a credere nella risurrezione.
Il turbamento e l’agitazione sono un rimprovero che Gesù rivolge direttamente ai discepoli “…perché siete turbati?”
Il CRISTO intende un turbamento profondo (il verbo “tarasso” significa l’animo agitato, sottosopra, quasi come un mare in tempesta) e non si tratta qui di un turbamento passeggero, ma fermo (il verbo infatti è al tempo perfetto), non un’agitazione di superficie ma una profonda AGITAZIONE DELL’ANIMA.
Oltre che di agitazione e turbamento, il rimprovero di Gesù parla anche di dubbio e perplessità “dialoghismos”.
Quest’ultimo verbo esprime molto bene l’atteggiamento di sconcerto di chi si trova inaspettatamente di fronte a un fatto o a una parola che suscita perplessità e dubbio, che gli causa problema: una perplessità che invade tutta la persona (dice “…nel vostro cuore”) e che non soltanto sopravviene, ma sale come qualcosa che invade e aumenta sempre più.
L’evangelista sa bene che non è facile credere nel risorto.
Persino la gioia è presentata come un ostacolo alla fede (per la gioia non credevano ancora).
Di fronte alla risurrezione l’uomo resta dubbioso e incredulo, sia perché si trova davanti a un fatto assolutamente insolito, sia perché si imbatte in una sorpresa troppo bella, desiderata ma ritenuta impossibile.
Un altro elemento, che si coglie anche nel brano dei discepoli di Emmaus, è la spiegazione delle Scritture e la loro importanza per comprendere pienamente la vicenda di GESU’ CRISTO, morto e risorto.
Gesù CRISTO, venendo nel mondo, aveva come scopo ultimo della sua vita la salvezza dell’umanità.
Per questo, oltre che preoccuparsi di operare la salvezza degli uomini per mezzo della sua passione, morte e risurrezione, provvide a far giungere la salvezza a tutti i popoli della terra per mezzo dell’opera della Chiesa.
A tale scopo, fin dall’inizio della sua vita pubblica, si scelse dei discepoli perché stessero con lui, perché, vivendo con lui, seguendo i suoi esempi e le sue istruzioni, fossero formati per diventare suoi testimoni qualificati tra le genti.
E Gesù li formò innanzitutto alla sottomisione alla volontà del Padre, cioè all’amore della croce e allo svuotamento di se stessi (Mt 16,24-25) e li consacrò alla salvezza delle anime (Gv 17,18-20).
Dopo la Risurrezione, apparendo ai suoi apostoli, Gesù CRISTO completò la formazione e l’insegnamento dato ai suoi discepoli; rivelando loro la verità del Vangelo, dette una pratica dimostrazione della realtà della vita eterna.
Aprì in tal modo le loro menti alla comprensione delle Scritture e dei suoi insegnamenti, per renderli suoi testimoni autentici (At 2,21-22), perché per mezzo loro la sua salvezza arrivasse a tutti gli uomini.
Ogni cristiano oggi è chiamato a diventare un testimone autentico di Gesù CRISTO, rivivendo in se stesso il mistero pasquale.
La sua formazione cristiana è completa quando la sua vita si apre generosamente all’opera di evangelizzazione e di salvezza dei fratelli.
Fratelli e Sorelle, la risurrezione di nostro Signore Gesù CRISTO, È UN EVENTO CONCRETO, non è affatto una teoria, o un insegnamento.
Un grande teologo evangelico tedesco, RUDOLF KARL BULTMANN (1884-1976) sosteneva che:
non è importante il fatto che Gesù sia risorto davvero,
ma che i discepoli lo credano risorto,
non è solo un fatto storico, che riporta solo il passato.
Non riguarda solo la nostra realtà ultima, ovvero non è una consolazione riguardo al futuro, e non dobbiamo aspettare di morire per vederlo, perchè questo evento è un fatto che mi cambia la vita, QUI…ADESSO.
E IO NON POSSO VIVERE LA MIA FEDE IN GESÙ CRISTO SE NON A PARTIRE DA QUESTA ESPERIENZA DI RELAZIONE CON UNA PERSONA VIVA, OGGETTIVA, CONCRETA!
Ragioniamoci sopra…Pace e Bene!
Il Signore IDDIO ti Benedica
Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…
…e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!
Sia Lodato Gesù, il Cristo!