14.03.2023 MARTEDI’ 3 SETTIMANA QUARESIMA A – MATTEO 18,21-35 “Se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello, il Padre non vi perdonerà”.

«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre». Geremia 6,16

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. In illo tempore: dixit Iesus…

Vedere approfondimenti sul nostro sito WWW.INSAECULASAECULORUM.ORG

 

Dal Vangelo secondo MATTEO 18,21-35

In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Parola del Signore

 

Mediti…AMO

Terminiamo la lettura del quarto dei cinque grandi discorsi di Gesù nel vangelo secondo Matteo, detto anche discorso ecclesiale, perché in esso sono contenuti insegnamenti riguardanti la vita dei discepoli viventi in comunità, nelle chiese.

Ma cerchiamo di contestualizzare l’insegnamento di Gesù, contenuto nella parabola.

Avendo il Signore enunciato le esigenze della correzione fraterna e del perdono reciproco (Mt 18,15-20), Pietro solleva una questione alla quale Gesù risponde subito in modo perentorio, ma subito dopo, rivela cosa accade nel regno dei cieli.

E mostra ai discepoli quale comportamento deve ispirare l’azione di Dio.

Questa pagina è un insegnamento fondamentale nella vita ecclesiale, e dobbiamo confessare che noi cristiani la leggiamo spesso e volentieri, ma poi non riusciamo a metterla in pratica quando siamo coinvolti in dinamiche analoghe.

Ecco perché il Signore ci ricorda che siamo chiamati a perdonare sempre, perché a noi Dio perdona sempre.

Come al servo malvagio della parabola, anche a noi il padrone condona un debito enorme.

Perciò cambiati, convertiti, stupiti da tanta generosità, diventiamo capaci di perdonare qualunque torto.

Pietro immaginava di fare una gran bella figura proponendosi di perdonare fino a sette volte.

Per capire meglio la posizione di Pietro, ricordiamoci che Gesù, Pietro e tutti gli altri discepoli ERANO GIUDEI.

E I GIUDEI, IN QUEL TEMPO, INSEGNAVANO CHE UNO DOVEVA PERDONARE UN SUO FRATELLO FINO A TRE VOLTE.

Allora, Pietro, avendo intuito qualcosa dall’insegnamento di Gesù, raddoppiò quel numero, e poi aggiunse ancora una volta: e così chiese se avrebbe dovuto perdonare un suo fratello fino a sette volte.

Probabilmente Pietro immaginava che Gesù lo avrebbe visto estremamente pieno di bontà per aver detto sette volte.

Certamente Pietro si aspettava una parola di approvazione per la sua generosità.

Invece, la risposta di Gesù fu un insegnamento, totalmente nuovo, inaspettato ed incredibile.

Infatti, qui, ancora una volta vediamo che le vie del Signore sono infinitamente al di sopra delle vie dell’uomo.

Ecco perché Gesù ci dice che occorre perdonare sempre (lo dice usando la formula del “settanta volte sette”, come a dire ALL’INFINITO).

Sotto il profilo della matematica, settanta volte sette equivale a 490 volte, ma in realtà, è solo un modo di dire che significa “senza contare”.

In altre parole, dobbiamo perdonare senza contarne il numero delle volte. Dobbiamo perdonare finché c’è bisogno.

Con questa risposta, vediamo che Dio importa solo il nostro cuore.

Cercare di seguire le regole in modo fiscale, senza avere l’amore per il fratello nel nostro cuore, equivale a sbagliare tutto.

Dio desidera che abbiamo un cuore che rispecchia il cuore di Gesù Cristo.

E noi, che siamo chiamati ad ascoltare LA SUA PAROLA DI VITA, non possiamo vivere in forma autentica questo cammino quaresimale di conversione se non ci mettiamo decisamente dalla parte del perdono.

La parabola evangelica raccontata oggi da Gesù, ci scuote profondamente, quando pensiamo al forte contrasto esistente davanti al perdono che riceviamo gratuitamente e continuamente da Dio, e la durezza del cuore che riserbiamo invece al fratello, quando si tratta di accordargli il nostro perdono!

Il nostro perdono deve essere instancabile, ed è per questo che ci costa di più.

Molto spesso, riusciamo a mala pena a perdonare nostro fratello o nostra sorella, FACENDO PERALTRO CAPIRE CHE NON DEVE PERÒ FARLO UN’ALTRA VOLTA.

Ci risulta molto difficile perdonare sempre di nuovo, come se fosse la prima volta; ci risulta molto difficile avere abbastanza pazienza e abbastanza amore per guardare sempre con la stessa fiducia quella persona a cui bisogna perdonare due volte, dieci volte, mille volte una stessa cosa.

Il nostro cuore è fatto così: noi poniamo sempre tanti limiti al nostro amore, che lo abbiamo reso incapace di amare.

L’amore del Padre invece è infinito. Il Padre ci perdona sempre, e noi sappiamo che ha diecimila occasioni di farlo.

Il suo desiderio ardente è che noi, dal momento che riceviamo continuamente la sua misericordia, possiamo diventare a nostra volta misericordiosi nei confronti dei nostri fratelli.

Le offese che dobbiamo perdonare loro saranno sempre di poco conto di fronte a quelle che Dio ci perdona senza contarcele, perché ci usa misericordia.

E, se non siamo ministri di questa misericordia ricevuta da Dio, che ci ha perdonati una volta per tutte attraverso il sacrificio di Cristo, Egli il giorno del Giudizio, ci ritirerà il suo perdono, come l’ha ritirato al servo inizialmente perdonato.

LA CHIESA DEVE ESSERE ED È UNA COMUNITÀ DI PERDONATI CHE PERDONANO, PER QUESTO AL SUO CUORE C’È L’EUCARISTIA, IN CUI SI VIVE LA REMISSIONE DEI PECCATI DA PARTE DI DIO, AFFINCHÉ DIVENTIAMO A NOSTRA VOLTA MINISTRI DI PERDONO E DI MISERICORDIA NELLA CHIESA STESSA E NEL MONDO.

Lasciamoci dunque convertire dalla Parola di Gesù e impariamo dal suo cuore la misericordia.

La prova che noi abbiamo conosciuto l’Amore di Dio sperimentando la sua misericordia, dovrebbe diventare la gioia che ci pervade l’anima, quando, a nostra volta, sappiamo perdonare.

È una gioia incontenibile che non viene da noi, ma dalla vita di Dio in noi.

È un segno dell’Amore che un giorno abbiamo conosciuto, e forse è anche la cicatrice dei nostri peccati che, ormai perdonati, si fanno sorgente di perdono anche per gli altri.

Per noi cristiani la misericordia di Dio è il tratto essenziale per conoscerlo ed è l’azione con cui Dio stesso ci mette in comunione con sé: è il modo in cui Dio rivela la sua onnipotenza.

Non è facile accettare questo volto di Dio, perché tutte le religioni hanno sempre predicato un Dio che fa giustizia, che punisce il male commesso, che nella sua onnipotenza castiga.

Non è facile perché noi umani abbiamo dentro di noi un concetto di “giustizia umana” CHE PRETENDIAMO DI ATTRIBUIRE E COSTRUIRE SU DIO. Ma Gesù ci ha rivelato il volto di Dio come volto di colui che:

  • ci ha amati mentre gli eravamo nemici,
  • ci ha perdonati mentre peccavamo contro di lui,
  • ci è venuto incontro mentre noi lo negavamo (Rm 5,8.10).

Ragioniamoci sopra…

Prega il Signore per me… Fratello che Leggi…

Sia Lodato Gesù, il Cristo!