13 ottobre 2024 domenica 28’ p.a. B – MARCO 10,17-30 “Vendi quello che hai e seguimi”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16). Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il mistero pasquale presente nell’umile quotidiano e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ PASSEGGIARE.”

 

Pietro Saltarelli… il VECCHIO FARISEO COMMENTA…. “In illo tempore: dixit Iesus…”

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Dal Vangelo secondo MARCO 10,17-30

+ In quel tempo, mentre Gesù andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: “Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre”». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni. Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». Essi, ancora più stupiti, dicevano tra loro: «E chi può essere salvato?». Ma Gesù, guardandoli in faccia, disse: «Impossibile agli uomini, ma non a Dio! Perché tutto è possibile a Dio». Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà». Parola del Signore

Mediti…AMO

Se domenica scorsa la buona notizia era quella della volontà del Dio creatore sull’uomo e sulla donna uniti nell’alleanza della famiglia (Mc 10,6-9), oggi il vangelo ci annuncia che, a causa del regno di Dio, la famiglia va relativizzata.

Poiché, se è vero che la via ordinaria della sequela di Cristo È IL MATRIMONIO, tuttavia “a causa di Gesù e del Vangelo” LA FAMIGLIA PUÒ ESSERE ABBANDONATA (come è successo realmente e concretamente ai dodici discepoli) O PUÒ NON ESSERE SCELTA DA QUANTI ACCOLGONO LA CHIAMATA A “FARSI EUNUCHI PER IL REGNO DEI CIELI” (Mt 19,12).

E ancora, se nel vangelo di domenica scorsa Gesù, citando “l’in-principio” della Genesi, affermava “L’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna” (Mc 10,7; Gen 2,24), all’inizio della vicenda di Gesù con i suoi discepoli si legge un’affermazione significativamente parallela “GIACOMO E GIOVANNI LASCIARONO IL LORO PADRE ZEBEDEO … E ANDARONO DIETRO A GESÙ” (Mc 1,20).

Perché se è cosa buona, lasciare i precedenti legami familiari per vivere l’avventura del matrimonio, lasciarli per vivere l’avventura del celibato alla sequela di Gesù, è cosa ancor più buona…

Fratelli e Sorelle, leggendo la Bibbia, troviamo tanti Comandamenti, che tutti, più o meno, conoscono.

Dio ci ha dato i suoi Comandamenti che dicono come noi dobbiamo camminare, e come dobbiamo vivere, ricordando sempre che Dio è il nostro Cretore, e noi saremo giudicati a seconda se abbiamo seguito o no, perfettamente, tutto ciò che Dio ci ha comandato.

Il problema è che noi non ne siamo capaci, perché il peccato ABITA IN NOI. Di conseguenza, noi non abbiamo la capacità di camminare da soli osservando, nel contempo, i comandamenti di Dio.

Certamente, voi mi direte, possiamo cercare di camminare migliorando ciò che di sbagliato è in noi, ma cadremmo volta dopo volta.

E QUESTO ACCADE PERCHE’ ABBIAMO BISOGNO PIUTTOSTO DI UN SALVATORE, OVVERO DI QUEL PERDONO CHE C’È SOLO IN GESÙ CRISTO.

Quando Dio ci salva, ci dà un nuovo cuore e non siamo più schiavi del peccato, permettendoci teoricamente (a causa della nostra fragilità umana) di camminare secondo i comandamenti, eppure continuamente cadiamo. ECCO PERCHÉ ABBIAMO CONTINUAMENTE BISOGNO DI GESÙ CRISTO.

Ci è tramandato da Matteo e Luca, che il giovane uomo di questo racconto, non era solo ricco, ma che era un capo, probabilmente dei Giudei, quindi un capo religioso.

Cioè un uomo ben visto, importante, che ricopriva un buon ruolo nella società. Il racconto ci dice che era un uomo molto stimato, a cui gli altri guardavano con favore, ed era anche un uomo ancora giovane. Particolare che ci racconta che, nonostante la sua giovane età, aveva raggiunto un alto livello.

Quest’uomo sembrava quindi avere tutto: era ricco e, in più, obbediva ai comandamenti di Dio.

Si era rivolto a Gesù PERCHÉ ASPIRAVA ANCHE AD AVERE LA VITA ETERNA, che forse considerava fosse quasi una assicurazione a tempo indeterminato, come quella che si ottiene da una grande ricchezza.

Ma il Signore aveva già annunciato che per salvare la propria vita bisognava essere disposti a perderla, ovvero che, per seguirlo, occorreva rinnegare se stessi e portare la propria croce (Mc 8,34-35).

Ma quel giovinetto era sincero e si guadagnò uno sguardo pieno d’amore da parte di Gesù, che gli mostrò la via “…una sola cosa ti manca, decisiva per te. Rinuncia a possedere, investi i tuoi averi nel tesoro del cielo, e il tuo cuore sarà libero, e potrai così seguirmi”.

Purtroppo il testo ci restituisce che, né lo sguardo, né le parole di Gesù, ebbero effetto.

Questo poveretto, rattristato, preferì ritornare alla sicurezza che gli procurava la propria ricchezza, NOI RIUSCENDO A VEDERE CHE CIO’ CHE GLI VENIVA OFFERTO, RAPPRESENTAVA UN BENE INCOMPARABILMENTE PIÙ PREZIOSO E DURATURO: l’amore di Cristo che comunica la pienezza di Dio (ricorda Paolo di Tarso agli Efesini in Ef 3,18-19).

Cosa che Paolo aveva capito bene, tanto che lo esplicitò dicendo alla sua cara Comunità cristiana che era in Filippi “…tutto ormai io reputo spazzatura, al fine di guadagnare Cristo… si tratta di conoscerlo e di provare la potenza della sua risurrezione…” (Fil 3,8-10).

Certamente sì, c’è una salvezza, una beatitudine futura promessa e donata da Dio, A CHI CREDE, A CHI APPARTIENE AL SUO POPOLO, ma concretamente, nella vita ordinaria, quotidiana, CHE COSA DOBBIAMO FARE?

Domanda FONDAMENTALE anche per noi, oggi, PERCHÉ LA FEDE NEL DIO VIVENTE NON PUÒ ESSERE SOLO ADESIONE INTELLETTUALE, DESIDERIO DI LUI, SENTIMENTO DI AMORE, SEPPUR PROFONDO…

Anche l’amore comandato da Dio, amore per lui, il Signore (“Amerai il Signore tuo Dio…”: Dt 6,5), DEVE SIGNIFICARE UN MODO DI VIVERE, UN “FARE”, UN COMPORTARSI SECONDO LA SUA VOLONTÀ (Gv 14,15 e 1Gv 5,3).

Dobbiamo allora capire e credere, con grande convinzione, che non è sufficiente avere una fede ortodossa, puntuale, e non basta confessare Dio con le labbra, nel culto, SE VOGLIAMO ENTRARE NEL REGNO DEI CIELI!

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Il Signore IDDIO ti Benedica

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!