13 novembre 2024 mercoledì 32’ settimana p.a. B – LUCA 17,11-19 “Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero”.

“«Fermatevi nelle strade e guardate, informatevi circa i sentieri antichi, dove sta la strada buona e prendetela, così troverete pace per le anime vostre» (Geremia 6,16).

Voglia il Cielo che ascoltiamo la voce del Signore che ci dice «…questa è la strada, percorretela» (Is 30,21).

Io ti prego, o mio DIO: effondi il tuo SANTO SPIRITO, su questo indegno tuo servo, affinché la tua Misericordia mi preceda e mi suggerisca, interiormente, al momento giusto, perchè io possa leggere la Tua PAROLA, e possa trasmetterla, contemplando ciò che ha rivelato il VERBO TUO.

E beati siano coloro che HANNO OCCHI DI FEDE per riconoscere il Mistero Pasquale, presente nell’umile quotidiano, e mani operose PER FARE DELLA PROPRIA VITA UN GIARDINO IN CUI DIO PUÒ TORNARE A PASSEGGIARE.”

 

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Dal Vangelo secondo LUCA 17,11-19

 

+ Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea. Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati. Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano. Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!». Parola del Signore

 

Mediti…AMO                    Marco 4,34 “4Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Nella Messa, nel Prefazio Comune IV, preghiamo dicendo: «…è veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, lodarti e ringraziarti sempre per i tuoi benefici, Dio Onnipotente ed eterno. Tu non hai bisogno della nostra lode, ma per un dono del tuo amore ci chiami a renderti grazie; i nostri inni di benedizione non accrescono la tua grandezza, ma ci ottengono la grazia che ci salva»

Il brano di oggi ci mostra inequivocabilmente che è un percorso la guarigione, di UN CAMMINO, che è UN ATTO DI FEDE.

Però alla fine di questo cammino, vistisi guariti, ognuno se ne torna a casa propria.

E salta subito all’occhio che c’è UNA SOLA MALATTIA DALLA QUALE NON POSSIAMO ESSERE SANATI: L’INGRATITUDINE.

L’unico che torna è il “solito” samaritano, che, siccome non ha un tempio dove andare, TORNA DAL TEMPIO CHE LO HA GUARITO, PER RENDERE AZIONE DI GRAZIE.

E IL POVERO SIGNORE commenta sofferente: dieci sono stati sanati, MA UNO SOLO È STATO SALVATO.

Ci deve essere sempre chiaro che certamente possiamo guarire il corpo, MA PER OTTENERE LA GUARIGIONE DELL’ANIMA CI VUOLE LA CONVERSIONE, LA VOLONTÀ.

Ovvero dobbiamo lasciarci permeare da quella FORZA INTERIORE CHE FA SI CHE LA GUARIGIONE CONTAGI TUTTO IN NOI STESSI.

La reazione di Gesù al grido di quei dieci lebbrosi che lo incontrano lungo la strada non si lascia attendere.

Il miracolo però si compie in modo strano, senza che Gesù faccia nemmeno un gesto, anzi Gesù impartisce ai lebbrosi un comando davvero insolito, dicendo loro “Andate a presentarvi ai sacerdoti”.

Ora, secondo la legge di Mosè, il momento in cui ci si poteva mostrare al sacerdote era soltanto quello in cui il corpo era già stato risanato dalla malattia.

Questi lebbrosi invece vengono inviati ad affermare quello che non hanno ancora pienamente sperimentato ma possono solvato sperare che avverrà sulla parola di Gesù.

Mentre noi vorremmo sempre prima verificare e vedere, molto spesso la Parola del Signore ci salva soltanto così: chiedendoci di fare in anticipo qualcosa che possa attestare la nostra fiducia e la nostra speranza in un incremento di vita, possibile soltanto alla grazia di Dio, perché il luogo che deve essere purificato è anzitutto il nostro cuore.

Ma facciamo bene attenzione che il Vangelo sembra dirci che, essere purificati da una malattia, non significa ancora essere salvi.

La conclusione del racconto evangelico merita di essere guardata con attenzione.

Gesù non è il guaritore di turno, capace di cambiare la nostra situazione clinica.

Troppe volte ci avviciniamo a Dio come a uno che ha il potere di sanarci.

Ma non è vero che basta la salute, operchè ci è necessaria la felicità, ovvero quel bene immenso che è rappresentato dalla presenza di Dio.

PERCHÉ NOI ABBIAMO BISOGNO DELL’INFINITO, DI DIO.

Ecco allora che il miracolo presuppone sempre UN LEGAME PERSONALE CON LUI.

Egli guarisce perché gli si venga a dire UNA PAROLA DI RINGRAZIAMENTO, NECESSARIA PER INSTAURARE UN RAPPORTO PERSONALE CON LUI.

E se guarisce a distanza, È PERCHÉ I DIECI LEBBROSI SI RICORDINO DI RITORNARE SUI LORO PASSI, perché Gesù ha gioia di attenderli per stabilire con loro una relazione, e non perché ritornino definitivamente nell’anonimato.

Solamente se fanno questo, il miracolo si compie veramente in tutta la sua pienezza, perché la salute viene concessa integralmente, sia al corpo che allo spirito.

Di conseguenza cli altri nove sono dei miracolati solo a metà.

La loro guarigione è rimasta solo esteriore e sterile, come se non fosse mai avvenuta, perché il loro cuore non è stato guarito, non si è aperto alla riconoscenza per Gesù e all’azione della sua Grazia.

Mai dobbiamo dimenticare che IL RENDIMENTO DI GRAZIE CHIUDE IL CIRCUITO DI RELAZIONE CON DIO, perché arriva a STRINGERE IL LEGAME DEFINITIVO CON IL CUORE DI DIO.

Ricevere la guarigione fisica allora, diventa a questo punto secondario, perché ciò che è fondamentale, è entrare in relazione con Dio, che desidera che noi viviamo il suo amore.

Tutto l’interesse di questo passo si concentra allora sul contrasto tra il prima e il dopo.

Dieci intercedono, ma uno solo ritorna per rendere grazie, per costruire quella relazione con Gesù, di cui abbiamo fatto cenno, riconoscendola, ed ottenendo così la GRAZIA della sua guarigione.

Ora, e ciò è ancora più significativo, l’unico che ritorna –come spesso accade nel Vangelo- è un Samaritano: uno straniero, come dice Gesù, ma anche un uomo dalla religione dubbia e sbagliata.

CHE PERO’ FA, COME SEMPRE, LA COSA GIUSTA.

Ragioniamoci sopra

Pax et Bonum tibi, frater in Christo!

Chiedo al Signore IDDIO ti Benedica…

Prega il Signore per me, Fratello che Leggi…

e ti prego di copiare e condividere, se ciò che hai letto è stato di tuo gradimento!

Sia Lodato Gesù, il Cristo!